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Pavia-Pro Vercelli: incidenti e delusioni nella partita del Centenario

 

di Fabio Muzzio

 

Uscendo dal Fortunati ero tentato di non scrivere nulla.

Non per la terza sconfitta consecutiva in casa, quanto per l’episodio in curva Nord. La caduta dalla balaustra di un tifoso ha raggelato il sangue. Nel post gara sono arrivate notizie rassicuranti (G. torna presto al Fortunati) e così non resta che esordire con una constatazione: la partita del Centenario regala l’ennesima delusione.

Andiamo alla gara: la pioggia è intensa, l’avversaria storica ed è l’unico derby concesso dalla cervellotica suddivisione dei gironi. Si spera di vincere.

Pronti via e il difensore ospite Cancellotti si fa male. L’infortunio sembra davvero serio: forza!

Il sorriso arriva si stampa sulle labbra pavesi: Marchi corre incontro a una delizia servita da Falco, si beve la difesa e di testa illude tutti. Ma la caduta in curva originata dalla gioia strozza in gola gli entusiasmi. Partita sospesa per un po’ e telefonini attivi con gli amici in curva per avere notizie sull’incidente.

Si riprende in vantaggio e si guarda al cielo plumbeo e al terreno che pare non risentire del maltempo: il rischio sospensione appare scongiurato.

La Pro è squadra tosta, veloce e ben messa in campo, mantiene i nervi saldi e macina piano piano il suo gioco; con il passare dei minuti prende le misure e schiaccia il Pavia. Reclama pure più di un rigore che, senza l’ausilio di movioloni, sono apparsi piuttosto netti.

Braghin, nel secondo tempo, sfrutta subito il terzo cambio e rimodella ulteriormente la squadra: la differenza tra le contendenti è sempre più imbarazzante. Fabiano, ottima prova, dirige il gioco non solo perché bravo, ma anche perché nessuno si occupa di lui. Ed è proprio il numero 10 che pareggia: in beata solitudine, più o meno all’altezza del dischetto, raccoglie il pallone fornitogli da Espinal, lesto sulla sinistra a bersi in velocità tre dei cinque difensori azzurri e a fornire un assist che chiedeva solo di essere spedito in rete.

Pergolizzi, a questo punto, pensa solo a gestire il pari e arretra ulteriormente il baricentro già troppo basso. A qualcuno scappa pure la battuta: “Adesso Facchin si sposta in curva Sud”.

Il modulo 5-2-3 già appariva un po’ assurdo, quando, per due minuti, diventa 6-3-1 serpeggia stupore e preoccupazione. L’ingresso di Puccio riporta il centrocampo a tre, ma Rodriguez (Meza Colli alle sue spalle) rimane solo in avanti.

La Pro Vercelli preme e appare chiaro che è solo questione di tempo. Quando Masi castiga il Pavia, capitalizzando l’ennesimo colpo di testa solitario concesso dalla difesa azzurra che dir statica è poco, cala il sipario.

Ci rimane una conclusione: gli ospiti hanno dato una lezione di gioco ai padroni di casa, che devono ringraziare Facchin se il divario è stato solo di misura.

L’effetto Terni è svanito e il Fortunati torna a sopire gli entusiasmi esagerati letti in settimana. Pergolizzi, pure espulso, voleva la prestazione più che il risultato: non c’è stato né l’uno né l’altro.

Lunedì prossimo il Pavia sarà di scena all’Arena Garibaldi, dove l’attende un Pisa a ridosso della zona play off e uscito vittorioso dalla trasferta di Foligno: sarà dura!

 

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