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Oltre Halloween: la festa dei morti nel mondo

La festa di Halloween è una delle più note e apprezzate in tutto l’Occidente e, negli anni, è diventata parte dell’immaginario collettivo anche qui in Italia. Tuttavia, spesso si dimentica che essa serve da vigilia di un’altra celebrazione ancora, altrettanto diffusa e sentita: la festa dei morti, qui di stampo cristiano e celebrata il 2 novembre di ogni anno. In tutto il mondo, infatti, almeno uno o due giorni sono dedicati alla commemorazione dei defunti, con tradizioni molto antiche che si tramandano nei secoli.

Il Día de los Muertos in Messico

Il Día de los Muertos è probabilmente la festa dei morti più famosa del mondo e, in Messico, è considerata un vero e proprio evento nazionale. Di origine precolombiana, la festa viene celebrata con musica, bevande e decorazioni tradizionali dai colori vivi, combinate a numerose rappresentazioni caricaturale della morte. Forti della credenza secondo cui, dal 31 ottobre al 2 novembre, le anime dei defunti possano far visita ai propri cari ancora in vita, i messicani per l’occasione adornano i cimiteri con candele, fiori, vino e piatti tipici. Una celebrazione imponente e cara a tutto il Messico, tanto da essere inserita dall’UNESCO fra i Patrimoni Culturali Immateriali dell’Umanità.

Il Pitru Paksha indiano

Il Pitru Paksha è celebrato prevalentemente vicino ai fiumi

Mentre noi occidentali dedichiamo una sola giornata per celebrare i nostri cari defunti, in India la festa dura ben 16 giornate fatte di riti, commemorazioni pubbliche e preghiere. L’intera celebrazione, conosciuta come Pitru Paksha, ha una storia antichissima, le cui origini si perdono nelle leggende induiste.
I rituali celebrativi cominciano al tramonto, dopo interi giorni di assidua preparazione che possono portare anche a digiuni prolungati. La festività si consuma poi lungo fiumi o corsi d’acqua e, secondo la tradizione, se il cibo offerto viene mangiato dai corvi significa che i defunti hanno accettato il dono.

La “pulizia delle tombe” in Cina

La festa dei morti in Cina, conosciuta come “Giornata della pulizia delle tombe” o “Festa degli antenati” (in cinese Qing Ming) viene celebrata fra il 4 e il 6 di aprile. Tradizionalmente, in queste giornate le famiglie si riuniscono per pulire le tombe di famiglia e commemorare i propri morti tramite banchetti in cui vengono serviti esclusivamente piatti freddi.
Tra le usanze, quella di fare volare gli aquiloni con attaccate piccole lanterne è quella che maggiormente attira turisti e curiosi.

La “festa dei saluti” in Bolivia

Come in Messico, la festa di Ognissanti è caratterizzata da un atmosfera allegra e colorata anche in Bolivia. Conosciuta come la “Festa dei saluti”, essa richiede settimane di preparazione, che coinvolgono soprattutto le donne. A loro infatti spetta il compito di cucinare i dolcetti, le torte e tutti i piatti destinati ad accompagnare i defunti durante il loro passaggio nell’aldilà, in una sorta di estremo saluto che, secondo la tradizione, serve soprattutto ad aiutare l’anima di chi è deceduto negli ultimi mesi a lasciare definitivamente la casa dei vivi. Durante la vigilia di Ognissanti adulti, anziani e bambini si incontrano al cimitero per portare delle offerte da lasciare sulle tombe, per bruciare i ceri, bere un liquore locale fatto con il mais e anche semplicemente per pregare.

Il Boon Para Wate in Thailandia

In Thailandia la festa dedicata ai defunti è chiamata Boon Para Wate ed è celebrata tre giorni di fila fra inizio giugno e fine luglio. Ogni giornata è caratterizzata da un evento tradizionale in onore dei morti. La festività prevede una processione musicale in cui le persone più giovani indossano costumi colorati ed elaborate maschere. A tutto questo, si possono aggiungere anche gare e giochi fra gli abitanti dei villaggi. L’atmosfera giocosa dura fino al terzo giorno, quando i monaci buddisti si radunano in preghiera in onore sia del passaggio all’aldilà dei morti, sia del Buddha.

Insomma, la commemorazione dei defunti è parte integrante della cultura e dell’identità di moltissime nazioni della Terra, e non per forza è legata a una religione in particolare. Certo, le usanze e i rituali simbolici differenziano di paese in paese, ma un po’ ovunque sembra esserci lo stesso credo: che la morte non sia la fine e che il legame che ci unisce alle persone che amiamo non svanisca mai veramente, anche se non ci sono più.

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