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Epstein: il caso che fa tremare il mondo

Un nuovo caso sta facendo tremare il mondo intero. Un caso da prima sussurrato nei corridoi dei grattacieli e dei palazzi, che poi è trapelato su Internet per finire a riempire i mass media. Un uomo è al centro di questa vicenda scioccante, Jeffrey Epstein, e un reato è imputato alla sua figura: quello di pedofilia.

Con questo termine è indicata quella devianza sessuale caratterizzata da un’attrazione erotica e/o amorosa nei confronti di bambini e neonati, da parte di persone maggiorenni. Essa è da sempre considerata uno dei crimini più odiati e scandalosi della storia dell’uomo, ed è rimasta un vero e proprio tabù sociale fino al secolo scorso. Sono molte le indagini, nella medicina e nella psicologia, che hanno tentano di studiare tale pratica, la quale ha ispirato anche film e romanzi, tra cui il celebre Lolita dello scrittore russo Vladimir Nabokov (1899-1977), che racconta appunto della passione proibita di un uomo adulto nei confronti di una bambina di 12 anni.

Uno scandalo durato 20 anni

appartamento a New York
L’appartamento di Epstein a New York, dove avrebbe gestito un traffico sessuale di minori

Fin dall’inizio delle indagini nei suoi confronti, avviate nel 2005 dalla polizia di Palm Beach in Florida per molestie subite da una ragazzina di 14 anni, Jeffrey Epstein era impiegato nei circoli della finanza e nelle frenetiche frequentazioni tra banchieri, politici ed élite globali. Nel 2008 egli ha subito una prima condanna a 13 mesi di detenzione: i funzionari federali avevano identificato 36 minorenni, di cui il magnate avrebbe abusato sessualmente.

Nel corso degli anni, sono state numerose le ragazze e le donne che hanno sostenuto di essere state approcciate e aggredite da Epstein: nell’aprile del 2016, una donna californiana ha intentato una causa federale per violenza sessuale che lei avrebbe subito quando aveva 12 anni in una delle feste tenutesi nella residenza dell’uomo, a Manhattan. La causa venne ritirata il 4 novembre 2016, per via delle presunte minacce che ella ha dichiarato di avere ricevuto.

Nel 2017, la giovane Sarah Ransome ha intentato un’ulteriore causa contro Epstein, sostenendo di essere stata abusata nella di lui dimora a New York. La donna ha anche fatto il nome dell’imprenditrice britannica Ghislaine Maxwell, compagna di Epstein, accusandola di avere partecipato agli abusi. La faccenda è stata risolta nel 2018 a condizioni non divulgate.

Epstein e la moglie
Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell

Successivamente, altre tre donne dichiararono di avere incontrato Epstein quando avevano 17 e 20 anni, e di essere state reclutate, costrette a partecipare ad atti sessuali indesiderati da parte del tycoon e “altri cospiratori”. Poco tempo dopo, una quarta donna di nome Teala Davies, annunciò la propria azione legale per essere stata “sfruttata sessualmente” nel 2002 in Francia, a New York, nel New Mexico, in Florida e nella Isole Vergini.

Sono proprio le Isole Vergini a essere tornate al centro di una ennesima inchiesta, intentata a gennaio del 2020 presso la Corte Superiore del luogo dal procuratore Denise George; questa volta, è stata la banca statunitense J.P. Morgan a finire sotto torchio, con l’accusa di avere finanziato le attività di Epstein per oltre un decennio. La scioccante dichiarazione rivela infatti che l’uomo, con la complicità della Maxwell, avrebbe gestito nella sua isola privata, la Little St. James, dal 1998 al 2018 un traffico di minorenni ai danni di bambini e bambine la cui età partiva dagli 11 anni. Un raid avviato dall’FBI per perlustrare “The Island of Sin” (“L’isola del peccato”) ha ritrovato inoltre svariate telecamere nascoste, forse installate proprio da Epstein per filmare le attività sessuali svolte sui minorenni come forma “d’intrattenimento” o di ricatto.

Villa
La Little St. James, “The Island of sin

Ancora più inquietante è quanto rilasciato dallo stesso finanziere, agli inizi del 2019, in un colloquio con il giornalista del New York Times James Stewart: una lunga lista di nomi di alte personalità della politica, della finanza e dei circoli di Hollywood, che avrebbero partecipato ai festini organizzati nelle sue lussuose dimore a Parigi, a New York e, ovviamente, alla Little St. James. Nonostante non sia ancora chiaro fino a che punto siano coinvolte nelle indagini, dalla “lista nera” emergono figure come l’ex presidente USA Bill Clinton, il fondatore di Microsoft Bill Gates, Henry Kissinger, Woody Allen, il principe Andrea Windsor e la di lui ex moglie Sarah Ferguson, Tony Blair e perfino Charles Spencer, fratello della più nota Diana Spencer. Insomma, una rete intricata di contatti che avrebbe garantito per un lungo periodo a Epstein l’immunità da qualsiasi accusa e il mantenimento della sua reputazione.

caso Epstein
Il principe Andrea e Sarah Ferguson, presenti nella lista

L’imprenditore è stato arrestato il 6 luglio 2019 dalla procura di New York, e detenuto al Metropolitan Correctional Center, dove è stato trovato morto il 10 agosto del 2019. L’autopsia ha in seguito classificato la morte come un suicidio. La principale complice del miliardario, Ghislaine Maxwell, è stata invece condannata a 20 anni di carcere nel giugno 2022 dalla corte federale di Manhattan. La donna è attualmente detenuta nell’istituto penitenziario Tallahassee Federal Correctional Institution, in Florida.


La pedofilia su scala globale

Purtroppo, i crimini commessi da Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell non sono che punti di un quadro molto più ampio.

Secondo le stime dell’UNICEF circa 2 milioni di minorenni sarebbero sfruttati ogni anno all’interno dell’ “industria del sesso”, con il Brasile che gode di un triste primato: viene stimato in 250.000 il numero di bambini che “lavorano” nel settore della prostituzione minorile e della pedopornografia. Gli altri paesi più interessati dal fenomeno sono la Cambogia, gli Stati Uniti d’America, la Cina, la Nigeria e la Tunisia.
Anche la Chiesa Cattolica a Città del Vaticano è stata spesso accusata di violenze sessuali su minorenni e possesso di materiale pedopornografico da parte di sacerdoti, vescovi e catechisti. Una serie di scandali fra il 1990 e il 2010 ha travolto più di una diocesi in Irlanda, in Canada, negli USA e nella stessa Italia. Tuttavia, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, con una sentenza del 12 ottobre 2021, ha vietato di rivolgersi al Vaticano per quanto perpetrato da alcuni dei suoi rappresentanti nella penisola o all’estero.

Uno studio condotto dall’organizzazione Ecpat (End child prostitution and trafficking) rivela inoltre che solo in Italia i turisti sessuali, persone che viaggiano in cerca di sesso a pagamento con minori, sarebbero circa 80 mila, per la maggior parte uomini di un’età compresa fra i 20 e i 40 anni.

A peggiorare la situazione ci sono poi gli 8 milioni di bambini che ogni anno scompaiono nel nulla senza lasciare traccia: stando alla Missing Children Europe, la rete di monitoraggio delle ONG europee, la Romania e più in generale l’Europa dell’Est corrisponderebbero ai territori più colpiti. Sebbene per ora non sono state trovate prove a dimostrarlo, è possibile che i minorenni scomparsi finiscano in larga parte coinvolti proprio nel traffico di pedofilia internazionale.

Un famoso detto afferma che i panni sporchi si lavano a casa propria. Quando però a essere sporchi sono i retroscena di intere nazioni, come si può definire l’intero fatto? Dove si deve guardare, cosa è giusto pensare? Forse non c’è una vera risposta. È chiaro però che, di fronte a pratiche come la pedofilia – che ledono i diritti, la libertà, la sicurezza dei più piccoli e non solo – non ci si possa ne ci si debba risparmiare. I diritti fondamentali dell’essere umano dovrebbero essere la priorità su qualunque altra cosa.

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