Politica

Cronaca di un comizio di Matteo Salvini a Pavia

350 agenti solo nel centro storico di Pavia.
Innumerevoli deroghe ai regolamenti comunali per la sicurezza.
4000 persone in Piazza Vittoria, secondo la Provincia Pavese.
500 manifestanti bloccati in via Mazzini, sempre secondo la Provincia Pavese.
0 centri sociali a Pavia.
1 candidato consigliere comunale schiaffeggiato da un naziskin.
1 Ministro degli Interni.

A Matteo Salvini piace esagerare, in bene o in male, dipende da come la vogliamo vedere.
Per ridimensionare la serata del 7 maggio, facciamo una veloce cronistoria con dei numeri e raccontiamo le due piazze, con calma.

Già dalle 14.00 Piazza Vittoria incomincia a essere animata dai preparativi per il comizio del leader della Lega, che si terrà alle 21.30. Si montano impianti audio, da cui presto usciranno arie della Turandot. Due macchine lavastrade e spazzatrici passano per Strada Nuova. Davanti al palco ci sono bandiere con le facce di Salvini, Ciocca, Centinaio e Fracassi, le prime camionette della polizia si posizionano, iniziando a bloccare il centro storico. Dicevamo, sono stati previsti dal prefetto di Pavia ben 350 agenti per la serata. I negozianti del Mercato Ipogeo avvisano che per motivi di sicurezza chiuderanno alle 18.00, quelli di piazza Vittoria invece iniziano a togliere i tavolini dalla piazza. Cerco un cestino, lo trovo insacchettato con la dicitura “fuori uso per ordine pubblico”.

Com’è possibile che la Lega sia stata in grado di organizzare un comizio così imponente, con tutte le limitazioni poste dalle ordinanze post Piazza San Carlo? Pare se lo domandi pure l’ex sindaco Massimo Depaoli  che sottolinea come anche il comune abbia avuto problemi a organizzare eventi in piazza Vittoria a causa delle norme in materia di sicurezza.

Non sono state solo le ordinanze a essere derogate, anche l’occupazione di suolo pubblico per gli altri partiti politici. A tutti i candidati sindaco infatti (tranne Fracassi), è stata inviata questa mail dal Servizio Occupazione Spazi Pubblici del Comune di Pavia, che annulla le autorizzazioni prese per gazebo e banchetti vari, classici delle campagne elettorali : “Buongiorno, in vista del Comizio Elettorale tenuto dall’On. Salvini , nella giornata di Martedì 07 Maggio 2019 in Piazza della Vittoria, gli Organi preposti alla sicurezza, hanno disposto che non venga rilasciata alcuna autorizzazione di occupazione suolo pubblico per la giornata del 07/05/2019 nelle zone limitrofe a Piazza Della Vittoria. Pertanto l’autorizzazione a Voi concessa per tale data, viene annullata. Cordiali saluti”.
Insomma, si incomincia a capire che per stasera la Piazza non sarà di tutti, ma della Lega.

Ore 20.30: parte il corteo della Rete Antifascista, da Piazzale Ghinaglia. Per l’occasione, sul ponte Coperto viene esposta una scritta che recita “Salvini Pavia ti schifa”. Si arriva per le 21.00 in via Siro Comi, davanti al Sottovento, dove la polizia blocca per un po’ il corteo che avanzerà mezz’ora dopo per fermarsi definitivamente in via Mazzini.
500 persone? Di meno? So di per certo che non erano “le quattro zecche” (sic) che saranno citate a breve nell’altra piazza, ma molte di più.                                                                          
21.30, inizia il comizio in Piazza Vittoria. Vi arrivo dopo essere riuscita ad oltrepassare i (numerosi) posti di blocco. Ma alla fine, riesco a sentire e vedere Matteo Salvini, che sale sul palco sulle note del Nessun Dorma di Pavarotti.
Mi guardo intorno, guardo lo schermo del cellulare che si illumina sulla pagina Facebook del Ministro, mi riguardo intorno. Qualcosa non torna, siamo nella stessa piazza? Perché la piazza Vittoria del mio cellulare sembra gremita, non sembra esserci una fine alla marea di gente. Quella fisica, dove sono io è tutto un altro panorama, dove le persone arrivano solo a prima della metà della piazza. Per intenderci, prima dell’entrata del Mercato Ipogeo, non sicuramente un gran successo.
Dubito siano i 4000 di cui si parla, anche solo facendo una rapida comparazione con altre manifestazioni simili in Piazza Vittoria, come ad esempio il Pavia Pride del 2015. Per la Provincia Pavese erano però 1500.

                 

















Sopra la foto di Piazza della Vittoria proveniente dal profilo Facebook di Matteo Salvini. 

Sotto una foto della stessa Piazza e dello stesso comizio scattata da Matteo Beniamini.

Fenomeno bizzarro, quello delle piazze elastiche. Passando oltre, quello che davvero mi premeva però era cercare di capire cosa dica Salvini, in questi comizi sempre così discussi.
Purtroppo ha parlato di tutto e niente: tutti gli argomenti che sto per elencare sono stati toccati in maniera molto superficiale. Parte il discorso, parla di immigrazione, lavoro dei giovani collegandolo alla crisi del riso, di Fabio Fazio, della privatizzazione della Rai, della Legge Fornero e di Equitalia, di legittima difesa. Tutto nei primi 15 minuti di discorso . L’argomento che però a Salvini pare stare più a cuore, quello che pensa sia davvero il problema di Pavia è quello degli spacciatori dei centro sociali. Complici, dice, di essere epicentro della droga cittadina, con spacciatori che escono dalle carceri per colpa dei giudici. Peccato che a Pavia di centri sociali non ce ne sono dal 2010, da quando la giunta Cattaneo ha chiuso il Barattolo.

 

Chiusa la lunga parentesi spacciatori, ci tiene a rassicurare che a Pavia non tornerà il fascismo, il comunismo o il nazismo. Cita poi Saviano e la Boldrini, dice l’Italia non sarà mai un califfato islamico, parla dell’utero in affitto e di castrazione chimica, di Padre Pio e di Noemi, la bambina vittima della sparatoria a Napoli.

In tutto questo di Pavia non si parla. I problemi della città non vengono citati, della crisi dei collegi non ne viene fatta menzione, del degrado delle periferie men che meno.

Ore 22.30, la piazza della Lega si scioglie. Torno in via Mazzini: dal megafono viene detto che un candidato consigliere comunale per la lista di Depaoli è stato preso a schiaffi da un noto naziskin, nelle vie adiacenti piazza Vittoria. Il ragazzo sta bene, dicono.

Si scioglie il corteo, si va a casa. Piazza Vittoria incomincia ad essere nuovamente praticabile, le camionette della polizia se ne vanno. Le arie della Turandot escono ancora dagli altoparlanti.
Nessun dorma.

 

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