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Continua la resistenza per i maiali di Cuori Liberi

Articolo di Davide Siano

Venerdì 15 settembre è stata una giornata di resistenza per gli attivisti che da più di dieci giorni stanno prendendo parte al presidio permanente a Sairano – frazione di Zinasco (Pavia) – in difesa dei suini ospiti del rifugio Progetto Cuori Liberi.

Nonostante le promesse fatte durante i precedenti giorni di trattative, le autorità si sono presentate davanti alla struttura per eseguire l’ordinanza di abbattimento di tutti i maiali presenti nel santuario (malati o sani che fossero), con l’intento di contenere la diffusione della peste suina africana.

Pronti ad intervenire in caso di emergenza, decine di attivisti si sono barricati all’interno del rifugio, predisponendo assi di legno e trattori a difesa dei punti di accesso alla struttura. Alcuni militanti si sono legati ai cancelli, altri si sono posizionati sulle balle di fieno per difendere ogni possibile ingresso e impedire ai veterinari dell’Azienda sanitaria locale di entrare nel complesso.

Barricata Cuori Liberi
Gli attivisti si barricano dentro il santuario Cuori Liberi e ne presidiano l’ingresso principale
CREDITI: Bruno Stivicevic per la Rete dei Santuari di Animali Liberi in Italia

L’azione di sbarramento condotta dagli attivisti ha dato il tempo ad altre persone di accorrere dai campi per fornire il proprio supporto fisico e morale: difatti, la polizia si era premurata di bloccare le strade e utilizzare droni per superare le barricate, contando il numero di attivisti coinvolti nell’operazione e controllando dall’alto il susseguirsi degli eventi.

Dopo ore di tensione, le autorità si sono ritirate e l’Asl ha rinunciato a procedere all’esecuzione dell’ordinanza per “mancanza delle condizioni necessarie”, facendo registrare al movimento antispecista una prima vittoria, che non può però far abbassare la guardia. La notte successiva ai fatti, gli attivisti sono rimasti barricati nel rifugio o hanno dormito nelle vicinanze, temendo un eventuale sgombero da parte delle forze dell’ordine, poi non effettuato.

Come è stato confermato dall’ispezione svoltasi lunedì 18 settembre dall’Agenzia diTuteladellaSalute (ATS), atta a constatare lo stato di salute dei suidi, tra gli abitanti del centro alcuni presentano lievi sintomi di peste suina, altri sembrano a tutti gli effetti essere sani: la richiesta rivolta alle istituzioni è che ai primi si lasci la possibilità di guarire, intervenendo con l’eutanasia solo in caso di sofferenza degli animali stessi; ai maiali incolumi, invece, di continuare a vivere monitorati, evitando il contagio attraverso l’isolamento.

presidio Cuori Liberi
Discorso di Sara D’Angelo, presidente dell’Associazione Vitadacani, dopo il ritiro delle autorità.
CREDITI: Bruno Stivicevic per la Rete dei Santuari di Animali Liberi in Italia

A differenza di quanto avvenuto venerdì, i gestori del rifugio e la Rete dei Santuari di Animali liberi in Italia chiedono “che i veterinari dell’Asl siano accompagnati da un veterinario di fiducia scelto dalla Rete dei Santuari”.

Il presidio permanente davanti al rifugio Cuori Liberi resterà in vigore fino a quando le autorità sanitarie non saranno disposte a revocare l’ordine di abbattimento e a trovare una soluzione alternativa che possa soddisfare entrambe le parti.  

“Siamo decisi a resistere e ad opporci fino alla fine, con i nostri corpi”, dichiarano gli attivisti, aggiungendo che non permetteranno “che i maiali vengano abbattuti per preservare gli interessi economici dell’industria della carne, che ogni giorno smembra migliaia di corpi animali per essere venduti e mangiati”.

La proposta della Rete dei Santuari risponde ad una logica opposta a quella che regola gli allevamenti: all’interno dei rifugi, gli animali – sottratti alla filiera produttiva e alla macellazione – sono considerati come individui liberi, non come beni di consumo. Se malati, vengono curati così come si curerebbe un essere umano.   

Attivisti Cuori Liberi
Dopo che gli attivisti si sono barricati nel rifugio, altri solidali li hanno raggiunti dai campi per dare supporto
CREDITI: Bruno Stivicevic per la Rete dei Santuari di Animali Liberi in Italia

“La nostra resistenza ha una valenza simbolica, etica e politica, perché nel mondo che immaginiamo gli animali hanno lo stesso diritto di vivere di ciascuno di noi”.

Ciò che ha permesso ai maiali di Cuori Liberi di rimanere ancora in vita è stato lo spirito di determinazione di un gruppo ristretto di persone unite dagli stessi ideali: solidarietà, liberazione e giustizia animale.  

“Abbiamo ancora bisogno dell’aiuto di tutti, quindi invitiamo a venire al rifugio Cuori Liberi finchè non sarà finita. Grazie per non lasciarci e non lasciarli soli”.

AGGIORNAMENTO 20\09

All’alba di stamattina, mercoledì 20 settembre, la polizia antisommossa si è presentata davanti al rifugio Cuori Liberi (provincia di Pavia) con dieci camionette e i veterinari della Asl per eseguire l’ordinanza di abbattimento.
Nonostante il Presidio pacifico da parte degli attivisti presenti sul posto e il tentativo di mediare e trovare una soluzione alternativa non cruenta, le forze dell’ordine hanno abusato del proprio potere manganellando e usando violenza contro i resistenti.
Dopo lo sgombero, gli animali sono stati abbattuti e gettati nei camion con la ruspa di fronte a tutti i presenti. Alla proprietaria del rifugio è stato impedito di dare loro un ultimo saluto.
L’esecuzione dell’ordinanza della Regione era finalizzata a contenere la diffusione del contagio di peste suina: tuttavia, le forze dell’ordine sono entrate nel rifugio senza i dispositivi di sicurezza necessari, senza tute sanitarie protettive, alcuni poliziotti senza calzari, inadempiendo alle norme di biosicurezza. I soccorsi sanitari sono stati inviati tardivamente.

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