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Come arrivare preparati a… Black Panther

Nell’ottobre 1966 ad Oakland in California nacque il movimento delle Pantere Nere (Black Panthers). Si trattava di un movimento rivoluzionario di emancipazione degli afroamericani che mirava da un lato a difendere le comunità nere dalla pesante discriminazione che subivano (con vere e proprie squadre di vigilanza urbana), dall’altro a offrire servizi e infrastrutture come cibo, scuola e sanità che solitamente erano garantiti solo ai bianch

51TWXVnI8aL._SX331_BO1,204,203,200_i. Il movimento ebbe vita breve ma relativamente intensa, e ottenne anche una discreta visibilità sul piano internazionale grazie anche a due atleti (Tommie Smith e John Carlos) che nel 1968, mentre ricevevano la medaglia per i 200 metri piani, rimasero sul podio coi pugni chiusi, tipico segno di protesta delle pantere. Ma la repressione governativa e l’intervento non proprio diplomatico di Edgar Hoover (che culminò con l’assassinio di un leader del movimento nel ‘69) contribuirono a decretarne la fine nel 1982. Ma il 1966 fu l’anno di esordio di un’altra Pantera Nera. Tre mesi prima della nascita del movimento ad Oakland, Stan Lee e Jack “The King” Kirby presentarono sul numero 52 di Fantastic Four T’Challa, leader politico e spirituale di una fittizia e avanzatissima nazione centrafricana, il Wakanda. Pantera Nera non è il primo personaggio afroamericano nei fumetti di supereroi (di fatto il primo fu Gabe Jones sempre nei fumetti Marvel tre anni prima) ma certamente fu il primo ad avere un ruolo di rilievo e non di semplice comprimario o comparsa.

Nonostante la vicinanza temporale, il movimento rivoluzionario e il personaggio dei fumetti non sono minimamente collegati e addirittura nel ‘72 la Marvel gli cambierà brevemente il nome in Black Leopard per differenziarlo ulteriormente. Ma a Pantera Nera va riconosciuto un successo su tutti: quello di essere arrivato fino a noi come personaggio di punta di una letteratura e di un immaginario il quale, sia esso per contesto storico o necessità di vendita, è sempre stato dominato da personaggi bianchi. Pantera Nera è molto più di un personaggio letterario. È uno spazio a metà tra realtà dei lettori e il mondo della narrazione nel quale poter sfidare le convenzioni iconografiche e al tempo stesso rinnovarle. Con l’uscita nelle sale di un film sul personaggio diretto da Ryan Coogler (già regista di Creed, 2015), ecco qualche lettura consigliata per conoscere e familiarizzare col personaggio e la sua mitologia.

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La rabbia della Pantera

Scritta da Don Mcgregor e inchiostrata da Klaus Janson (sì quel Klaus Janson che qualche anno più tardi farà le chine di The Dark Knight Returns), questa saga pubblicata a puntate su Jungle Action dal 1973 al 1976 è considerata da molti la prima vera Graphic Novel della Marvel. Facente parte della cosiddetta età del bronzo dei comics, questa saga ha l’indubbio merito di aver definito il personaggio di Pantera Nera per gli anni a venire. All’epoca Jungle Action era tutto fuorché una testata di successo e, come spesso accade nelle testate che nessuno legge, questo si traduceva in una libertà quasi senza limiti per gli sceneggiatori. Ecco allora la fantascienza unita alla politica, l’action al dramma sentimentale, le scazzottate alle discussioni etiche. A conti fatti bisogna riconoscere che questa serie non è invecchiata benissimo ed è indubbio che certi passaggi risultino al lettore odierno poco digeribili. Ma se siete in cerca di una rara perla del fumetto mainstream allora questo è il volume che fa per voi. Nella seconda parte della saga il protagonista si scontra direttamente con il Ku Klux Klan in una delle non rare convergenze tra realtà e finzione tipica dei fumetti Marvel. Da leggere anche per familiarizzare con il villain del film Killmonger, nel film interpretato da Micheal B. Jordan.

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Chi è Pantera Nera?

Probabilmente la migliore storia mai realizzata sul personaggio, “Chi è Pantera Nera?” di Richard Hudlin per i disegni John Romita jr. è un mix eccezionale di azione, thriller, fantascienza e fantapolitica, il tutto contornato da un velo di gustosissimo umorismo che lo rendono un vero e proprio film Marvel Studios ante-litteram a fumetti. I dialoghi pungenti e spiazzanti uniti ai disegni del leggendario Romita Jr. rendono questa saga del 2005 un prodotto di valore sia per i collezionisti sia per i lettori casuali. Ed è proprio ai secondi che gli autori si rivolgono dato che la storia tratta delle origini del personaggio rinarrate in chiave contemporanea. Non deve stupire dato che la saga fa parte della linea editoriale Marvel Knights, iniziativa promossa e diretta da Joe Quesada e Jimmy Palmiotti tra la fine degli anni 90 e gli inizi del 2000. Da leggere anche per conoscere più da vicino Everett Ross (nel film interpretato da Martin Freeman) e il villain Ulysses Klaw (che nel film ha il volto di Andy Serkis). Nel 2010 l’intera saga è stata trasposta in un motion-comic fedelissimo sia per stile che per contenuti al materiale originale. Insomma se non volete leggerla almeno guardatevela.

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Una nazione ai nostri piedi

Che Pantera Nera sia il supereroe più politico della letteratura americana è un dato di fatto. Ma che la politica stessa possa diventare un argomento centrale per un fumetto di supereroi è un po’ meno scontato. Era dai tempi di Watchmen che non si assisteva, almeno nel black-panther-nation-under-our-feetfumetto mainstream, a un ruolo così di primo piano delle tematiche socio-politiche. Scritta da Ta-Nehisi Coates giornalista e scrittore (Tra me e il mondo, 2015) e disegnato da Brian Stelfreeze, questa serie si pone come anello di congiunzione tra la tradizione kirbyana e il presente post-Bendis. Potremmo limitarci a riassumere gli eventi narrati come una “semplice” narrazione dello sdoppiamento di responsabilità di T’Challa, come eroe e re. In realtà tutto questo è un pretesto (riuscitissimo) per una riflessione articolata e profonda sulla consapevolezza dei governatori e dei governati. In altre parole se il Wakanda è una delle nazioni più avanzate al mondo perché vige ancora una monarchia assoluta? E quale tipo di democrazia può creare un popolo che non è mai stato abituato ad averne una? Questo e molto altro sono i dilemmi che T’Challa e Changamire, enigmatico e affascinantissimo filosofo, saranno costretti a risolvere. Due piccole curiosità: il titolo dell’opera proviene da “Una nazione sotto i nostri piedi” un saggio di Steven Hahn sul potere politico degli afroamericani e il primo numero di questa serie è stato pubblicato sull’Internazionale di novembre 2016 con un’introduzione dello stesso Coates.

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