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Cinestesia – Il dottor Mabuse

Ieri sera, allo Spaziomusica qui a Pavia, è ricominciato l’appuntamento mensile con i ragazzi di Cinestesia – il cinema muto suonato dal vivo; per l’occasione è stato proiettato (e musicato) il primo episodio de Il dottor Mabuse di Fritz Lang (1922), una delle pellicole più rappresentative e famose dell’espressionismo tedesco.
Questo genere di evento è sicuramente qualcosa di interessante, se volete passare un mercoledì sera alternativo, soprattutto per gli appassionati di cinema e musica (come la sottoscritta). Dopo aver preso qualcosa da bere e scambiato quattro chiacchiere, si prende posto, coccolati dalle luci soffuse, incuriositi dalle foto appese alle pareti… E si nota la presenza, al limite del palco, di uno schermo leggero, dietro al quale la band compie la sua magia senza (quasi) essere vista. Tutto è pronto. Si comincia.
La scelta del film in questione si è rivelata forse un po’ azzardata: nonostante la fama della pellicola e l’indiscussa bravura del regista, la trama non si è dimostrata di immediata comprensione (scarso l’aiuto delle didascalie fornito, almeno, ai possessori di tutti i dieci decimi…). Pochi i colpi di scena, a differenza dei film scelti per altri appuntamenti dello stesso tipo (per esempio Il gabinetto del dottor Caligari).
Tuttavia questo non si è rivelato del tutto un male; se, da un lato, era difficile tenere dietro al filone narrativo, dall’altro era possibile fissare l’attenzione su tutto il resto: la scenografia bizzarra, i costumi, il montaggio e, soprattutto, la musica. Gli effetti dell’operato del diabolico dottor Mabuse – medico psicoanalista che usa in maniera illecita gli strumenti dell’ipnosi e del magnetismo – sono espressi da Lang mediante violenti contrasti chiaroscurali, dalle immagini ingrandite e deformate (che sembrano bucare lo schermo) e dall’ausilio di didascalie animate. Grazie alla bravura dei musicisti, i movimenti spesso veloci, febbrili e scomposti dei protagonisti, la loro confusione, il loro smarrimento, venivano resi palpabili mediante creazione di una colonna sonora unica, straniante, psichedelica, magnetica essa stessa. Le scene degli interni ingombri di oggetti, le bische clandestine dal design surreale, i numeri di varietà di soubrettes ammiccanti, vorticavano nei miei occhi, tenute insieme grazie al collante di quelle note incalzanti.
Si vede che il pubblico pavese apprezza questo genere di cose: Cinestesia, infatti, porta avanti tale iniziativa da dieci anni consecutivi e, c’è da dire, con ottimi risultati. Complimenti! Per chi fosse interessato o incuriosito, vi ricordo che il prossimo appuntamento sarà il mese prossimo (16 novembre) con la seconda parte di questa pellicola.

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