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Alessandro Baricco presenta “Smith&Wesson”

Pavia, 3 dicembre 2014.

Una Feltrinelli stracolma di gente ha fatto da teatro alla presentazione di “Smith&Wesson”, ultimo lavoro di Alessandro Baricco, in un incontro che ha offerto non solo la possibilità di uscire dalla libreria con un autografo dell’autore torinese ma anche di porgli alcune domande.

 

Baricco esordisce spiegando come questo libro sia nato dalla visione di uno spettacolo di Gabriele Vacis Baricco(lo stesso per cui venti anni fa scrisse Novecento): rimasto colpito da due attori, decide di scrivere per loro un’opera da portare in scena. “Smith&Wesson” è pertanto la quinta opera che Baricco scrive per il teatro: lui stesso confessa che non gli piace molto il teatro, tanto che nei suoi scritti volti alla messa in scena si trovano diverse caratteristiche più propriamente attribuibili ad un romanzo.

 

Nello scrivere quest’opera fa riferimento al suo «serbatoio personale», ovvero la strana collezione di oggetti che gli ricordano in qualche modo le storie o i personaggi da lui pensati ma accantonati: confessa infatti che, non appena entra nel suo studio-tempio, decide quale storia ha voglia di raccontare e facendole prendere vita. “Smith&Wesson” nasce pertanto da una pila di cartoline, libri ed altri utensili riguardante le cascate del Niagara, una pila presente sulla sua scrivania dal lontano 1998. Come dice lui stesso, su tale argomento si potrebbero scrivere interi romanzi. Nonostante non sia mai andato a visitarle, col tempo ha imparato a documentarsi soprattutto sugli avvenimenti che hanno segnato la storia delle cascate più famose al mondo, arrivando ad asserire che «lì qualsiasi cazzata è stata fatta».

 

Confessa che la trama da lui ideata aveva al centro solamente due personaggi, che poi sono diventati quattro nella versione finale; ai due personaggi di Tom Smith e Jerry Wesson si aggiunge infatti anche la figura femminile della giovane Rachel Green (definita da Baricco come «una forza, la spinta che muove l’intera vicenda»). Sempre parlando dei personaggi, l’autore segnala come anche i soli nomi non costituiscano qualcosa di casuale: «I nomi sono importanti, è come se segnassero il destino dei personaggi; si cercano, racchiudono un suono». Nel caso dei protagonisti, il nome rimanda immediatamente ad un noto marchio di armi, ma sta anche ad indicare come la coppia in realtà costituisca un unico personaggio, reso grazie alla maggior gestibilità del ruolo da parte dello scrittore. Anche nella stessa scelta dei nomi c’è una traccia di loro, da intendersi però in senso antifrastico: nonostante sia stato loro affibbiato il nome di alcune armi sono in realtà «personaggi totalmente pacifici e così vedono la realtà; la loro vita è ferma, semplicemente stanno al mondo».

 

E per chi chiede a Baricco notizie per quanto riguarda la produzione teatrale di Smith&Wesson la risposta non potrebbe essere più deludente: nonostante il progetto iniziale sia decollato, i due attori protagonisti hanno avuto delle divergenze; a causa di ciò il progetto resta pertanto, al momento, bloccato, e nell’attesa ci si può dedicare alla lettura dell’opera stessa.

 

INFO:
“Smith&Wesson”
2014
Feltrinelli
pp.108
€ 10,00

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