Cultura

Voce del verbo Scrivere

di Federica Mordini

Buffo come a volte ci si dedica alle attività che più ci piacciono, alla professione per cui ci si sente portati o a semplici hobby senza mai fermarsi un attimo ad interrogarsi sul perchè lo si fa. Sotto questo punto di vista, riflettendoci un po’ su, tutte le attività, le professioni o gli hobby si trovano sullo stesso piano, quando, Attenzione, si ha il privilegio di poter scegliere. Si tratta di scelte che ogni essere umano decide di operare rispetto ad altre. Scegliere di scrivere non è poi tanto diverso dall’optare  di diventare medico, di dirigere un’azienda o di aprire un ristorante. C’entra sempre la passione e…qualcos’altro.

Nella puntata di sabato di “Che tempo che fa” Alessandro Baricco ha, forse, fatto un intervento memorabile a proposito. Da tempo in tv latitava questo argomento e, finalmente, uno scrittore, che fa questo mestiere per passione, ha spiegato perchè, secondo il suo modesto parere, si scrive. Baricco si è speso a riguardo, prendendo in causa 2 sensi (la vista e l’udito) e guardando alla cultura orientale della perfezione dei gesti e della ricerca spasmodica del bello. Il paragone con l’arte Giapponese è sferzante e fa trasparire in modo automatico il nostro occidentalismo.

Come apostrofa lo scrittore durante il suo monologo, si inizia a scrivere per infilzare qualcuno, che siano i lettori, altri scrittori o le sfere personali, ma solo anni dopo si rincorre un altro tipo di bellezza. Una bellezza che si nasconde nei gesti, nello scegliere di raccontare qualcosa che “di più raro c’è nell’universo e quello che di più caro c’è nel nostro animo”, lavorandolo con le parole, le sfumature della lingua. Secondo Baricco si scrive per dimostrare ciò di cui è capace un genio umano e per esprimere il gusto di un maestro, niente di più e niente di meno.

Alla fine è la semplicità, che per noi comuni mortali rappresenta ormai un ostacolo insormontabile, ad essere la vera protagonista. L’intervento di Baricco, visto da occhi scanzonati e realisti, può sembrare un tantino elitario. Oggigiorno il mondo dell’editoria e l’universo lavorativo puntano su tutto fuorchè la bellezza del gesto e la passione ed è altrettanto palese che molti scrittori sono spinti da tutt’altre ragioni nella loro professione, visti i tempi.

Tuttavia l’opinione di Baricco è apprezzabile non solo per la rarità di tali interventi nella televisione pubblica ma, soprattutto, perchè ci aiuta a guardare un po’ più in là delle apparenze, ricordandoci della bellezza del fare ciò che ci piace, per continuare a preservare la nostra umanità.

Detto questo, mi rivolgo agli scrittori (di qualsiasi tipo) e chiedo: E voi perchè scrivete?

8 pensieri riguardo “Voce del verbo Scrivere

  • Giuseppe Enrico Battaglia

    Scrivo perché mi piace. Scrivo perché riesco a scrivere di getto cose che no nriuscirei mai ad esprimere parlando. Scrivo perché è uno sfogo e una passione. E scrivo anche perché mi piace fumarmi la sigaretta mentre mi rileggo. A ben vedere, sono già un bel po’ di motivazioni.

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  • Marta Mogni

    Scrivo perchè ho la memoria corta. Scrivo perchè quando lo faccio sto bene con me e con il resto del mondo. Scrivo perchè quando mi rileggo, non mi riconosco e nel gesto di rileggermi scopro un’altra parte di me che non immaginavo esistesse. Scrivo perchè dico la mia, sempre…è una questione di carattere, forse. E scrivo perchè tra “x” anni magari qualcuno troverà le mie parole e potrà imparare qualcosa di nuovo, conoscere qualcosa che non ha vissuto o semplicemente ridere di ciò che ho scritto. Sta di fatto che scrivo e sono felice!

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  • Scrivo perchè mi piace e perchè è una cosa che penso di saper fare sufficientemente bene.
    Scrivo perchè voglio che diventi il mio mestiere.
    Scrivo perchè a volte ho qualosa da dire e perchè ci sono delle cose che non possono non essere comunicate.
    Scrivo perchè voglio esprimere un’opinione.
    Scrivo perchè ho delle storie da raccontare (tutti ce le hanno).
    Scrivo perchè un mondo senza pagine scritte sarebbe proprio brutto.

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  • Osservatore Romano

    Secondo me i tre quassopra scrivono perchè non hanno di meglio da fare.

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  • X Osservatore Romano: Perchè al posto di sprecare parole in critiche ciniche non spieghi perchè scrivi? Sarebbe più utile alla comunità e anche meno noioso…

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  • Giovanni Cervi Ciboldi

    Scrive per creare neologismi come “quassopra”.

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  • Per chi ama la scrittura, scrivere fa parte delle proprie funzioni vitali. E’ la naturale rielaborazione del proprio vissuto, utile anche a ricucire gli strappi dell’anima, le piccole e grandi lacerazioni che nella vita non possono mancare. E’ anche un modo per crearsi un’identità ed una forma di dignità davanti agli altri. Un modo per presentarsi e comunicare, per dire “Io ci sono”, assumere un ruolo nella comunità in cui si vive. E, per un autentico scrittore, nessun “da fare” sarebbe davvero “meglio”. 😉

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  • giusè

    scrivo perchè…
    non lo so …molto probabilmente non ho altro di meglio da fare…
    non volendo diventare uno scrittore forse ho buone probabilità di riuscita nel comunicare cose sensate…ho una mente che viaggia troppo velocemente e a volte mi perdo in questo oceano, scrivere forse è una zattera su cui appogiarmi soprattutto dopo una tempesta…
    voglia di emozionare? no per niente…anche se a volte le lacrime, ascoltare le pusazioni forti di un cuore e le mani tremanti che ti sfiorano sono le piu belle risposte a queste domande…
    scrivo perchè…
    poche sono le anime che sanno leggermi…
    o semplicemente perche non ho meglio da fare…

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