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Live like Jay!

La storia in questione è una di quelle che fanno bene all’anima, e che per questo andrebbero raccontate un po’ più spesso. Si tratta di una vicenda che ha per sfondo il mare visto da una tavola da surf, magari al tramonto, quando i colori del cielo sono così intensi e piacevoli che gli occhi si rifiutano di guardare altrove.

 

Il protagonista è Jay Moriarity, un ragazzo cresciuto sulle coste della California tra gli anni ’80 e ’90,  all’apparenza un americano come tanti altri, ma con una personalità tanto carismatica da travolgere l’intero mondo del surf. Sì perché Jay nonostante un’infanzia difficile, caratterizzata dall’alcolismo della madre e l’abbandono da parte del padre, non ha mai smesso di credere nemmeno per un momento nella positività e nel potere del mare. L’acqua diventa il suo elemento preferito e  il ragazzo cresce coccolato dal costante ed inesorabile andare e venire delle onde. La tavola da surf diventa per lui lo sfogo naturale di tutte le turbe adolescenziali, un rifugio sicuro quando le cose sulla terraferma vanno male.

 

Il suo nome inizia ad essere conosciuto nel giro dei surfisti, ma la vera svolta arriva con l’incontro di Frosty Hesson che diventa il suo mentore e sostituisce la figura paterna, insegnandogli i trucchi di uno sport che raramente perdona gli errori.

 

Grazie a lui Jay scopre il mito dei Mavericks, onde enormi capaci di raggiungere un’altezza di 24 metri e che caratterizzano la Half Moon Bay, una spiaggia poco distante da casa sua. Frosty conosce il pericolo di questo fenomeno naturale, ma decide comunque di aiutare il sedicenne, obbligandolo a un allenamento estenuante che potrebbe salvargli la vita nel caso l’onda avesse la meglio. Il giovane non si tira indietro e lo affronta con una determinazione che ha dell’incredibile vista la sua età e quando arriva il giorno si butta in mare insieme a pochi altri temerari. Jay tenta il suo primo Maverick, ma la violenza dell’onda lo fa cadere dalla tavola inghiottendolo letteralmente (nel gergo “wipeout”). Quando riemerge tutti si aspettano che il ragazzo torni a riva, invece lui recupera la tavola e ci riprova, riuscendo finalmente a cavalcare il “mostro”.  Il caso vuole che un fotografo di  “Surfer” un’importante rivista del settore filmi il tutto, dedicandogli la copertina del numero successivo. La vita dell’americano subisce così una svolta destinata a portargli una celebrità inattesa a livello internazionale, come il più giovane ad aver mai surfato un’onda tanto grande. Moriarity si trasforma in una vera e propria icona per gli appassionati, realizzando il sogno di diventare un atleta professionista.

 

Ma quando tutto sembra andare  per il meglio succede l’imprevedibile: Jay muore affogato nel mare delle Maldive durante un’immersione in apnea il giorno prima del suo 23esimo compleanno. Una fine inspiegabile per uno capace di trattenere il fiato per 5 minuti filati e mai nessuno saprà con esattezza cosa sia andato storto quel 15 giugno del 2001. Il suo corpo viene ritrovato poco tempo dopo e riportato in California, a Santa Cruz. Lì migliaia di surfisti si riuniscono in mare per dare l’ultimo saluto a un ragazzo la cui breve esistenza è stata d’esempio per molti.

 

In memoria di Jay Moriarity è stata creata una fondazione che porta il suo nome e che si occupa di aiutare i giovani in difficoltà e proteggere l’ambiente. Il loro motto è semplice: “Live like Jay!”, perché in così poco tempo il protagonista della storia ha imparato a vivere davvero, attraverso le difficoltà.

 

Jay si è fatto spazio nel mondo in punta di piedi, ma con una forza degna delle onde che ha saputo cavalcare e se ne è andato allo stesso modo. La sua anima è sempre appartenuta al mare e adesso il mare la custodisce, nell’attesa che arrivi un altro Maverick da sfidare.

 

[su_quote]You just gotta appreciate everything. And that’s one of the most important things in life, is just really appreciating it, because, you know, we only get to do this once, and it’s not for a long time, so, enjoy it. Jay Moriarity[/su_quote]

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