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ANTEPRIMA: Death Note targato Netflix

Netflix ha recentemente manifestato l’intenzione di produrre adattamenti cinematografici di anime giapponesi, aggiungendoli ad un catalogo che già ad ora guarda con interesse i titoli di animazione del panorama nipponico.

Primo tra questi è il live-action di Death Note, manga ed anime di grandissimo successo sia in Giappone che nel resto del mondo, ideato e scritto da Tsugumi Ōba e disegnato da Takeshi Obata. L’adattamento diretto da Adam Wingard (già regista di altri horror tra i quali Blair Witch del 2016) uscirà il prossimo 25 agosto, l’abbiamo visto in anteprima.

death-noteCome nell’omonimo manga, il giovane studente Light vede all’improvviso cadere dal cielo un quaderno nero, il Death Note.Il quaderno può causare la morte di una persona il cui nome verrà scritto sulle sulle sue pagine. Light, dopo aver incontrato Ryuk il dio della morte precedente proprietario del quaderno e dopo aver ascoltato la spiegazione delle regole, decide, affiancato dalla compagna di classe Mia, di dare forma al loro sogno, la creazione di un mondo perfetto, senza criminali. Inizia così una uccisione mirata di malviventi e fuorilegge, ma si trova presto a dover fare i conti il giovane Elle, il miglior detective al mondo, pronto a fermare la sua missione omicida.

È pressoché infattibile dare un giudizio al film prescindendo dalla base di ispirazione ossia dal manga, è naturale e impossibile da evitare, per chi ha letto il manga e/o visto l’anime, averlo come riferimento fisso e fare un continuo parallelo e, fin dalla diffusione del trailer, si può comprendere che le analogie con l’originale si interrompano ben presto. L’adattamento è lontano dal manga fin dal contesto, il lungometraggio ha difatti protagonisti americani ed è ambientato a Seattle, abbandona le origini nipponiche per inserirsi nel mercato statunitense.

La storia, la trama, è quasi completamente rivisitata. La storia “nuova” del lungometraggio ha alcuni spunti molto interessanti, ma appare scontata in certi passaggi e inoltre risente del mancato approfondimento della psicologia dei personaggi, che fa sembrare alcuni comportamenti frutto di scelte estemporanee ben lontane dai grandi (lunghi, immensi e verbosi) ragionamenti del manga. È questa la più grande mancanza, i protagonisti sono poco caratterizzati a differenza appunto dell’originale.MW-FI774_DeathN_20170323110533_ZHIl lungometraggio sceglie la strada dell’horror, con tendenze splatter, ma alla lunga appare troppo superficiale, non ripercorre i tratti da thriller psicologico che tanto avevano fatto la fortuna del manga, l’elemento investigativo è completamente assente, viene privilegiata l’azione da film americano con scene di morte e inseguimenti (a ben vedere prevedibile trasposizione dalla cultura orientale razionale alla cultura U.S.A. reazionaria). L’adattamento statunitense si sviluppa conservando alcuni elementi fondamentali, ma tralascia gli aspetti che avevano reso il fumetto interessante, tra tutti, non affronta mai realmente la questione etica dell’utilizzo del diario, discostandosi ampiamente dai concetti, dalla filosofia e dalla morale dell’opera originale.

Per quanto riguarda i personaggi la scelta coraggiosa e intrigante è abbandonare l’alto mimetico dei super-geni del fumetto per sviluppare delle personalità più comuni, reali, umane. Light da studente sopra la media con un futuro assicurato, sicuro delle proprie azioni e con una idea chiara in mente della controparte cartacea viene trasposto nel live-action come un liceale più umano, insicuro, indeciso, vittima degli eventi, di Ryuk e di Mia, di cui è innamorato. Il detective Elle da inscalfibile, calmo e geniale diventa ansioso e irascibile così che le sue azioni derivino più dall’istinto che dalla ragione. Lo scontro tra i due protagonisti originali, la battaglia tra due menti geniali, una partita a scacchi dove ogni mossa era studiata nei minimi dettagli, le attese cariche di tensione prima di ogni mossa, i colpi di scena, tutto ciò che lasciava col fiato sospeso tra le pagine del manga e che era di difficile trasposizione in formato cinematografico viene così a mancare e non viene sostituito abbastanza adeguatamente dall’azione e dai nuovi sviluppi della trama. death-noteh-eader-1La sensazione è che questi “nuovi personaggi” avrebbero potuto avere un peso ben maggiore, con tutte le loro nuove caratteristiche caratteriali, interessanti e umane, ma che tutto non raggiunga il pieno potenziale perché ad una buonissima idea di base non segue il necessario sviluppo approfondito del carattere e delle ragioni che stanno dietro ad ogni scelta e ad ogni azione. Così avviene anche nel caso della rivisitazione più affascinante che risulta essere indubbiamente quella della protagonista femminile Mia (nell’originale Misa).  Particolare menzione va fatta per Ryuk, l’unica figura che rimane simile all’originale del manga, doppiato in maniera magistrale da un sempre straordinario Willem Dafoe, capace di equilibrare con la sola voce le mancanze recitative del resto del cast.

Death Note è un teen horror movie estivo con una buona regia e fotografia, che sarebbe potuto essere migliore ma non per questo è un prodotto scadente, anzi può attrarre una buona quantità di pubblico, per lo più giovanile/adolescenziale, ma difficilmente attrarrà i fan più integralisti del manga che probabilmente non apprezzeranno le scelte dell’adattamento.

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