Pavia

Upsidedown or town?! Entrambi!

Una qualunque domenica soleggiata di marzo, quattro passi nella città in cui studio, con in tasca la voglia di viaggiare, scoprire e, perché no, emozionarmi. Un manifesto pubblicitario promuove una mostra allestita all’interno del Broletto da un fotografo locale emergente, Gianluca Rona, classe 1983. Incuriosita, mi informo ulteriormente tramite qualche click su Internet e scopro che, come nel mio caso, anche la sua passione per la fotografia è nata per gioco: una macchina fotografica in regalo, qualche scatto e l’amore a primDSCF4265a vista per il mondo che ci circonda.

Adoro l’arte, specialmente quella che ritrae paesaggi: sembrano statici, ma a loro modo, vogliono comunicarci qualcosa. Mi dirigo così verso Piazza Vittoria preparandomi a viaggiare, ma questa volta gratis e senza spostarmi poi di molto.

Nelle diverse sale incrocio visitatori che osservano e commentano: piovono  complimenti per lo stile dettagliato ed originale. Le opere che più ho apprezzato sono quelle raffiguranti skylines di metropoli famose quali New York e Hong Kong: i colori accesi ben distribuiti sulla tela, i giochi di luce e gli effetti speciali rendono le immDSCF4267agini accattivanti. Il dettaglio che più salta all’occhio è sicuramente lo sdoppiamento dei soggetti ritratti, a “mo’ di specchio”. Ed è proprio da questa espressione artistica che deriva il nome della mostra; “Upsidedown town“, la città sottosopra. Nelle diverse composizioni, anche alcuni oggetti sono raffigurati nella stessa maniera oppure inseriti l’uno nell’altro, sfruttando diverse dimensioni e proporzioni. In alcuni di questi dipinti è possibile notare come il paesaggio sia coinvolto in una sorta di “confusione grafica”: molteplici segni, di più colori e forme, sovrastano il paesaggio tranquillo. Visto che l’arte, e la fotografia lo è, è tale perché permette agli artisti di esprimere liberamente loro stessi e i propri pensieri, e agli osservatori di interpretare altrettanto liberamente tali pensieri e sentimenti, se dovessi dare una mia interpretazione personale, direi che l’artista vuole ricordare come, osservando anche il luogo più tranquillo del mondo con una mente occupata da troppi pensieri confusi, a causa della eccessiva razionalità si rischia di non godersi a pieno il paesaggio. Anzi, spesso, non ci si accorge nemmeno di quanto esso possa condizionare le nostre giornate. L’epoca in cui stiamo vivendo è quella del “mordi e fuggi”: disponiamo sempre di troppo pocoDSCF4273 tempo per sentirci realizzati, nonostante le tecnologie ci velocizzino molti aspetti della vita. Infatti, chi si occupa di troppe attività, prima o poi, è normale che inciampi in qualche errore o incomprensione. Questo correre però non deve renderci le giornate impossibili, semmai creative e soddisfacenti. Nell’osservare un tramonto, non è l’ideale scattare una fotografia e poi scappare al prossimo appuntamento. Per goderci quello spettacolo, dobbiamo predisporre al meglio la nostra mente e l’unico modo è concederle un po’ di meritato relax.

Ad esempio, mentre osservavo queste ampie vedute, ho messo da parte per qualche momento dubbi e incertezze per respirare la magia emanata da quei quadri appesi alla parete.

Consiglio a chiunque di visitare questa mostra (sarà aperta fino al 2 aprile), ma, soprattutto, a chi ama viaggiare, sia portando con sé una valigia che con la fantasia. Quando uscirete dall’edificio, perfino la nostra Pavia vi sembrerà immensa. Non avremo il mare, certo, ma vantiamo tanti talenti che sono in grado di rappresentarlo nel migliore dei modi (come ad esempio Rona con il suo lavoro)…regalandoci anche molte sensazioni in più!

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