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“La sua unica colpa era quella di essere una donna libera”

Citazione di un libro, “La spia“, che è un inno all’emancipazione femminile. Considerazioni di un grande autore, Paulo Coelho, che, come in ogni suo capolavoro, arrivano dritte al cuore. Delle donne, soprattutto. L’autore è appassionato di filosofia e spiritualità e lo dimostra riga per riga.
Questo testo in particolare si ispira alla storia della ballerina Mata Hari, condannata dalla società e dalla giustizia, di facili costumi, ma con una dignità tale da aver il coraggio di dichiarare la sua vera essenza.

Il racconto è ambientato nell’epoca del personaggio vero e proprio, ossia ad inizio Novecento, quando la vita sembrava leggera, allegra, spensierata. La Belle Epoque: fasto ed eleganza, musica e galateo, la raffinatezza prima di tutto. Le donne erano però ancora concepite come un oggetto in mano ad un uomo, ancora più “padrone” che “marito”; donne da mostrare come un trofeo, ubbidienti e riverenti. La ballerina, però, non rientrava in questa categoria: il suo carattere rivoluzionario non glielo permetteva e questo atteggiamento, all’epoca, le costò molto caro! Con le diverse rivoluzioni industriali, la popolazione iniziò a conoscere il concetto di “tecnologia”, anche se donne e uomini non godevano ancora della stessa reputazione. Si dovette attendere il 1968, anno cruciale del movimento culturale e femminista, affinchè si iniziasse a concepire entrambe le menti come ugualmente abili. In passato, l’accesso a molte professioni, nonché addirittura agli studi, non era concesso ad ambi i sessi.
La domanda che ci poniamo è se, OGGI, abbiamo davvero raggiunto la parità dei sessi.
In parte: non occorre recarsi nelle zone del mondo più isolate dalla civiltà, assistiamo a un “ampio ventaglio” di discriminazioni in ogni piccola situazione della nostra vita quotidiana, a partire dall’ufficio davanti casa.
Non è concepibile che, nel Nuovo Millennio, durante un colloquio di lavoro, ci si senta valutate in base alla fatidica domanda con cui il datore di lavoro prova a capire se si ha intenzione di crearsi una famiglia o meno, in un futuro più o meno lontano.
Una vera donna ha il diritto di essere fragile e forte al tempo stesso. Moltissimi sono gli esempi di donne che, anche nelle situazioni più a rischio, hanno dimostrato un notevole coraggio e hanno risolto problemi più grandi di loro. Una figura emblematica è, di certo, Madre Teresa di Calcutta: fisico minuto e provato dalla povertà delle zone in cui trascorreva le sue giornate. Aveva però un cuore grande e una mente aperta al prossimo, proiettata verso un futuro che, era consapevole, non avrebbe conosciuto in prima persona. Il suo nome, però, ancora riecheggia e viene tramandato di generazione in generazione come simbolo della fede e della totale dedizione agli altri.
Donne libere, donne che possono esprimere ciò che pensano, donne che sono mamme, mogli e figlie. L’ 8 marzo è stata la loro festa: mimose, dolcetti e baci costituiscono un romantico copione, che si ripete ogni anno: realtà o apparenza?
Con quale sorriso si festeggia un giorno a loro dedicato, se quello dopo è ostacolato da silenzi, prevaricazioni, intimidazioni, imbarazzi.

Mata Hari è stata condannata per accusa di spionaggio. Oggi, si è condannate perché si pensa diversamente, o, meglio, perché SI PENSA.
L’uomo, quello con la “U” maiuscola, è colui che sa proteggere e risolve soluzioni ai problemi, con la mente, prima che con la forza fisica. Potente è chi non si ferma ai pregiudizi, li abbatte e, talvolta, fa in modo che non si creino.
L’ uomo vero è colui che non si spaventa di fronte ad una donna forte, anzi la stima ed è fiero di esserle accanto. E non dimentichiamo che una donna forte, spesso, lo è a causa di ingiustizie che ha subito e che le hanno fatto tirare fuori tutta la grinta di cui ha bisogno per sopravvivere in un mondo pieno di ostacoli.
Tornando al romanzo, Coelho ha sempre esaltato il ruolo della donna: musa ispiratrice dell’uomo, animo nobile, retta via da seguire. Egli ci ricorda come non sia vano lottare: sia come singoli che come associazione di singoli, è compito dell’umanità pensante reagire, quando si nota una discriminazione.
Nessuno è inferiore. Nessuno merita un trattamento differente. L’arroganza è un male da estirpare, perché genera soltanto violenza.

 

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