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IL FUORI SEDE EQUILIBRISTA

Una mia amica sostiene che le persone sbadate piacciano alla gente. In fin dei conti i distratti, maldestri, insomma, quelli con la testa fra le nuvole sono presenti in quasi tutte le comitive. Le indimenticabili disgrazie alle quali questi soggetti sono particolarmente propensi verranno citate, per la gioia degli autori, ogni volta che si presenterà l’occasione. C’è però una categoria di persone inclini alla distrazione, essi sono i fuori sede alle prime armi.

Una caratteristica fondamentale del fuorisede è indubbiamente la capacità di adattamento. Prima del trasferimento, si può contare sulla famiglia per risolvere qualsiasi problematica, gli amici sono di supporto per superare i momenti difficili; ma adesso è arrivato il momento per il nostro eroe di mettersi in gioco.

C’è un problema. Come direbbe Oscar Wilde: «L’esperienza è il nome che diamo ai nostri errori», e nei primi giorni di vita fuori casa, gli errori sono all’ordine del giorno. Vi racconterò le sciagure di tre ragazzi in tre articoli, e per salvaguardare la loro dignità non vi svelerò la loro identità.

 

Il protagonista di questa disavventura, dopo un’intensa giornata trascorsa a seguire lezioni e studiare in biblioteca, una volta tornato a casa decide di farsi una doccia. Finalmente potrà rilassarsi sotto l’acqua calda e sciacquar via di dosso la stanchezza. Appena entrato nel box, si accorge che l’acqua era ghiacciata, quindi esce repentinamente per andare in cucina e girare la manopola dell’acqua calda. Dopo vari tentativi falliti di aprire la porta, scopre di essere bloccato in bagno. Non essendo abbastanza vestito, il freddo aumenta, ma soprattutto dato che il suo coinquilino non è in casa, per lui la speranza di uscire dalla gelida prigione in cui è rinchiuso si affievolisce sempre più. Dopo un’ora di preghiere e imprecazioni con indosso solo un accappatoio sempre più umido, ritorna il suo coinquilino. Purtroppo anche i tentativi dell’amico di aprire la porta vengono vanificati. Non resta che una soluzione estrema: uscire dalla minuscola finestra del bagno, attraversare il cornicione, ed infine rientrare in casa dal balcone della cucina. L’evasione dal bagno, comporta un rischio non indifferente, basterebbe un passo indeciso, per vedere l’indomani sulla prima pagina dei giornali: “Ritrovato morto uno studente nudo, cause non ancora definite”. Il nostro coraggioso mal capitato, non si fa prendere dal panico, fa un respiro profondo e manda un messaggio di addio alla propria ragazza chiedendole di conservare in sua memoria l’accappatoio. Esce dalla finestra e con le spalle al muro, a piccoli passi avanza verso la salvezza, con il sudore che cola dalla fronte ed i gioielli di famiglia al vento. Finalmente sotto lo sguardo incredulo del coinquilino, lo sfigato rientra in casa, il suo volto è ancora segnato dal terrore. Dopo questa notte memorabile, il nostro equilibrista svilupperà una fobia da bagno, inoltre, per una settimana non chiuderà le porte delle stanze in cui entra.

Questa storia seppur vera rasenta l’assurdo, normalmente ai fuori sede non capitano catastrofi di questa portata.

La vita universitaria insegna anche a diventare persone pratiche e ben organizzate. Per giungere a questo obbiettivo, il percorso sarà ricco di episodi imbarazzanti senza i quali il fuori sede non sarebbe un personaggio tanto affascinante.

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