Pavia

Wave Run, segui l’onda!

di Lisa Martini e Valentina Fraire

 

Maggio è appena iniziato e invece di portar con sé il sole, le belle giornate e temperature piacevoli, per ora abbiamo avuto solo questo: la pioggia. Con ancora qualche kg di cioccolata da smaltire e i postumi dovuti ai ponti appena superati, Pavia piano piano si è ripopolata dei suoi fedeli studenti; fra chi torna carico per gli ultimi mesi di lezione e chi invece è già sotto stress per gli esami, c’è qualcuno che ha voglia di ricaricare le nostre energie e motivarci, per non lasciarci oziare in casa dopo intere giornate passate fra studio e lezioni. Sia che voi abbiate alle spalle anni di trofei e medaglie o che semplicemente siate amanti dell’attività fisica, sicuramente i ragazzi del Cairoli saranno felici di avervi nel loro gruppo per scaricare le tensioni durante la loro corsa per le strade della nostra città, la Wave Run.
Proprio in onore di questo evento sportivo, il quinto targato Cairoli, noi di Inchiostro non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione di intervistare direttamente coloro che gestiscono ed organizzano l’iniziativa.

Incontriamo Mattia e Simone giusto all’ingresso del collegio Cairoli, ci invitano a salire (mi raccomando se mai vi capitasse di entrarci utilizzate le scale che si trovano alla vostra sinistra, quelle opposte dicono che portino sfortuna!) e subito iniziano, allegri ed entusiasti, a raccontarci tutto ciò che c’è da sapere sulla corsa.

Da dove nasce l’idea di creare questo evento?

L’idea è assolutamente copiata, questo ci teniamo a specificarlo, da qualcuno che a sua volta ha copiato qualcun altro ancora, vi spiego: l’evento è stato appunto “copiato” prendendo spunto da altri eventi organizzati sia in Italia, a Bergamo è stata organizzata la “We Run”, sia all’estero, per esempio a Londra è stata organizzata la prima corsa nel 2004. L’iniziativa nasce nell’ambiente della collegialità con l’obiettivo di fare principalmente qualcosa per la città e per portare la realtà del collegio al di fuori delle sue mura, così da remar contro lo stereotipo del “collegio” come un mondo inaccessibile e oscuro. Più in generale, è stata una risposta ad una serie di esigenze degli studenti che solitamente praticano attività, sia che esse siano previste all’interno di un qualsiasi collegio sia che esse provengano dalla volontà individuale di qualsiasi ragazzo o ragazza. In più, a Pavia, nessuno aveva ancora organizzato un evento di questo tipo, all’aperto e gratuito, quindi perché non essere noi i primi a farlo?

Avete incontrato qualche difficoltà, interna o esterna, nell’attuare la vostra idea, per passare dall’astratto al concreto?

In collegio l’iniziativa è stata accettata da tutti molto volentieri, anche se poi non siamo stati in tanti ad occuparcene concretamente, l’interesse è provenuto soprattutto da quelli affezionati all’idea dello sport o da che quelli che erano più a favore, per natura propria, di portare verso l’esterno questo evento. Non è stata una legge imposta “dall’alto”, l’organizzazione è formata da persone volontarie e il gruppo è abbastanza eterogeneo, spalmato su tutti gli anni. Il Rettore del collegio, fra l’altro persona molto sportiva che è stata capitano del Pavia Basket negli anni d’oro, si è dimostrato molto entusiasta dell’idea e favorevole al segnale di apertura verso l’esterno che sta alle basi dell’evento. L’evento è stato sostenuto dal Collegio di per sé, per quanto gli organizzatori della corsa siamo noi, non come istituzione ma come collegialità. Al di fuori del collegio, con la realtà “pratica” abbiamo incontrato più difficoltà di quante ce ne aspettassimo, ma nonostante questo siamo convinti di ciò che stiamo facendo, anche perché alla fine si tratta semplicemente di correre.

Quali sono le novità introdotte rispetto alle precedenti corse fatte in inverno?

Abbiamo realizzato un percorso ‘primavera/estate’ al fine di sfruttare le potenzialità della città che in inverno risultano meno gradevoli; alcune novità sono state l’introduzione di più aree verdi, l’argine del Ticino, insomma quelle zone che in inverno o sono impraticabili a causa del meteo o lo sono per colpa della scarsa illuminazione. L’idea del percorso è quella che sia interattivo e aperto a modifiche, noi siamo solo i promotori, si tratta pur sempre di una corsa, e il nostro desiderio principale è quello che le persone ci facciano sapere i loro pareri in modo da poter migliorare.

Da parte dei partecipanti quale reazione avete ricevuto?

Fino ad oggi di feedback positivi ce sono stati, nel post-corsa soprattutto; gli studenti ci chiedono sempre quando sarà la prossima corsa e questo è decisamene un segnale di interesse positivo. Per ora nessun commento negativo, anzi, i più critici siamo noi in quanto siamo sempre stati titubanti sul fatto di non offrire una cosa per tutti. La nostra titubanza è giustificata dal pubblico che abbiamo, abbastanza variegato il quale si discosta da quelli tipici delle corse, tipo quella di Bergamo; il nostro tentativo è quello di ideare una corsa adatta sia a coloro che risultano essere già “allenati” sia per coloro che sono alle prime armi, quindi un percorso allenante e sopportabile. Per questo motivo sono nati i due percorsi, in modo da creare una differenza fra persone che hanno un fiato diverso, ma che comunque possono sentirsi libere di modificarlo, adattarlo al loro passo e seguire o meno il nostro. I percorsi comunque si incrociano, sebbene la difficoltà iniziale sia stata appunto quella di prendere il format che avevamo tratto dal progetto di Bergamo e adattarlo alla realtà pavese, situazione totalmente diversa in termini di target e urbanistica. Pavia comunque viene attraversata da un gruppo di corridori sia esperti che inesperti quindi l’ulteriore introduzione della musica durante il percorso è anche un modo per coinvolgere proprio tutti, abbattere l’idea strana di trovarsi in centro in abiti da runner e magari prendere una birra rigenerativa in short e maglietta.

Voi come organizzatori avete tenuto conto di molti fattori, fra cui l’idea di rianimare la città giusto?

Certo, c’è assolutamente la volontà di animare la città, la quale a volte risulta essere poco aperta al cambiamento, e dunque introdurre nuove influenze provenienti da altre città. È proprio da questa volontà di coinvolgere tutti, anche coloro che magari stanno correndo per i fatti loro o che ci notano in strada durante l’iniziativa, che nasce il nome “Wave Run”: “wave” per richiamare l’idea dell’onda che quando arriva, “travolge” e trascina a sé tutto ciò che trova, in senso positivo ovviamente.

Per quanto riguarda l’itinerario, su che base l’avete pianificato?

All’inizio avevamo in mente di creare due percorsi, il primo da 10 km e il secondo da 7km. Dopo una prova generale, testata formando un campione di soggetti (noi stessi ne eravamo parte), ci siamo resi conto che sarebbe risultato pesante anche per quelli allenati; in comunione con tutti, allora, abbiamo abbassato entrambi i tracciati passando da 10 km a 7 km uno e l’altro da 7km a 5km. Facendo questo cambiamento abbiamo trovato la giusta dimensione, in modo da avere a fine corsa gente che torna indietro sulle proprie gambe.

Quale sarebbe la vostra intenzione riguardo alla frequenza degli eventi?

L’ideale sarebbe di programmarla ogni due settimane, anche se ultimamente fra festività, impegni collegiali e condizioni meteo critiche è risultato un po’ complicato. La nostra volontà è però quella di tenere la corsa ogni due settimane in modo da dare una cadenza. L’idea è quella, per il momento, di continuare fino alla fine della sessione estiva, così da regalare un momento di svago e socializzazione agli studenti.

Parlando appunto di socializzazione, a fine corsa avete deciso di proporre ai “sopravvissuti” un aperitivo al Bar “Delorean” da cui fondamentalmente parte l’evento, come mai questa idea?

Il bar rappresenta un punto di ritrovo, di inizio e di fine; l’idea è stata presa dalla corsa organizzata a Bergamo, abbiamo girato qua per Pavia e abbiamo scelto appunto il bar Delorean, in piazza della Vittoria, perché ci è sembrato subito propositivo. L’aperitivo post corsa rappresenta una specie di “terzo tempo”; è un momento in cui emerge, oltre alla volontà di correre, la volontà di stare insieme e di appagarsi dopo lo sforzo fisico appena terminato.

Da poco è stata introdotta a Pavia una novità, per alcuni versi simile alla vostra, University Urban Fitness; come vi sentite nei confronti di questa iniziativa, che tipo di rapporto avete? Concorrenza?

Allora, da parte nostra il rapporto è assolutamente amichevole e non concorrenziale; dall’altra parte, in realtà, siamo stati accusati di plagio ancor prima del loro primo evento. All’uscita del nostro primo evento, quando pensavamo di aver scoperto l’acqua calda e non pensavamo di dover avere un brevetto per quest’idea, siamo stati accusati di aver “rubato” l’idea che riassumeva il progetto di questa ragazza. Noi, nei confronti di University Urban Fitness non percepiamo nessun tipo di astio o concorrenza, anzi, personalmente ho partecipato ad un loro evento al castello in cui abbiamo fatto Pilates (Simone). Dal mio punto di vista (Mattia) mi sento di dire “andate alla Wave Run e andate alla UUF” in quanto, più sport c’è meglio è.

Per concludere siamo curiosi di sapere, quali erano le aspettative iniziali e quali le speranze per il futuro?

Per il futuro ci accontentiamo di continuare questo progetto che in fin dei conti è portato avanti da quattro ragazzi che hanno semplicemente la passione per l’attività fisica in generale. Ci farebbe piacere vedere aumentare il numero di persone che partecipano ma al momento siamo già soddisfatti dei numeri che abbiamo raggiunto, anche perché la città non è molto grande quindi trovare degli spazi adatti ad un numero elevato non è così facile, potremmo infatti scontrarci con difficoltà che magari non sapremmo gestire. Le nostre competenze sportive provengono dalle nostre esperienze personali, non abbiamo certificazioni ognuno si occupa di ciò che è più portato a fare. Per quanto riguarda le aspettative iniziali, ci aspettavamo questa partecipazione, ma non la costanza con cui le persone si ripresentano e questo assolutamente è un particolare che a noi ha fatto piacere e che ci ha motivati di volta in volta. Ad ogni evento, vedere all’incirca un centinaio di persone che partono tutte insieme è comunque una soddisfazione, anche se poi in molti non arrivano alla fine, vuoi perché abbandonano prima, cambiano percorso, si perdono lungo il tragitto.

 

Insomma, noi di Inchiostro abbiamo chiesto ai ragazzi della Wave Run di svelarci il backstage di questo evento, ora sta a voi non mancare! Mi raccomando, Lunedì 8 Maggio alle ore 19, non perdete l’occasione di passare del tempo all’aria aperta e magari chissà di conoscere qualcuno che ha i vostri stessi interessi in questa fantastica corsa per le strade della nostra amata Pavia! Tutte le informazioni sono rintracciabili sulla pagina Facebook degli eventi del Collegio Cairoli o semplicemente sull’evento Facebook della Wave Run! Cavalcate l’onda dello sport e poi appagatevi con una birra fresca alla fine del percorso!

Qui il link alla pagina dell’evento

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