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Una politica nuova, una speranza per il futuro

Incontro e intervista con Giulia Cometti, candidata al Consiglio Regionale e dottoressa di ricerca all’Università di Pavia

di Irene Doda e Giulia Gallotti

Giulia Cometti, capolista a Pavia e provincia per la Lista Civica di Umberto Ambrosoli alle prossime elezioni regionali, è ciò che dovrebbe essere la nuova politica: giovane (ha solo trent’anni), trasparente e donna. Laureata nel 2007 in Giurisprudenza, Giulia ha conseguito un dottorato di ricerca in procedura penale presso l’Università di Pavia, con il professor Vittorio Grevi.
Venerdì 8 febbraio ha tenuto un incontro alla libreria “Il Delfino”, in piazza Cavagneria.
È stata introdotta dal professor Nando Dalla Chiesa, un personaggio vicino ad Ambrosoli e alla sua lista. Il punto centrale dell’incontro è stato la lotta alla criminalità organizzata, tema forte del programma del Patto Civico per la Lombardia.
L’infiltrazione della ‘ndrangheta al nord è capillare e profonda, e si manifesta in modo diverso rispetto al mezzogiorno. Proprio per questo è importante eliminare le alleanze torbide all’interno della Regione. È bene guardare a precedenti esperienze per capire quanto sia fondamentale promuovere questa lotta, che sta già dando i suoi primi frutti grazie al comitato antimafia istituito dal sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. Dalla Chiesa, che ne fa parte, sottolinea quanto questo comitato sia una vera e propria impresa formativa, per far recuperare terreno alla regione in materia di contrasto alla criminalità organizzata.
Ricordando Vittorio Grevi, grande giurista e docente della nostra Università Dalla Chiesa dice: «Così come una buona tesi di un laureato non può rimanere un ricordo su di uno scaffale, così la grande capacità di un professore non può rimanere chiusa nella memoria dei suoi studenti».

Questo è il motivo per cui ha deciso di sostenere Giulia: per il suo rapporto di studentessa con Vittorio Grevi e per quello che lui stesso, da professore, vede nei suoi laureandi: la possibilità di avere un futuro, quando dietro c’è un grande impegno.

Inchiostro – La generazione nata negli anni 80 è stata la grande esclusa dalla classe politica e dirigente. Quali rinnovamenti può portare con il suo impegno?

Il fatto di aver coinvolto dei giovani alla prima esperienza è un punto di forza per un movimento politico. È discontinuità, cambiamento. Non siamo politici navigati, ma abbiamo un curriculum impeccabile, trasparente. Rappresentiamo la società civile. Non si tratta di antipolitica: anzi, forse è questo il canale per riavvicinare i cittadini, soprattutto i più giovani, alle istituzioni. In giro c’è molta disillusione. Certo, una volta che sei candidato sei-  in un certo senso – “dall’altra parte”. Entri nello strano mondo della politica attiva. Ma è bene ricordare come impegnarsi per il Paese sia una scelta nobile. In ogni caso.

In che modo l’Università ha dato l’input alla tua voglia di impegnarti attivamente?

L’Università è l’ambiente dal quale provengo, la mia scuola di vita e anche, in senso lato, di politica. Nell’ambito del mio percorso universitario ho incontrato dei veri e propri maestri, uno su tutti il professor Vittorio Grevi. Ho avuto l’opportunità di vivere in un ambiente sano, di partecipare alla vita universitaria, anche attivamente e in prima persona – ad esempio mi sono impegnata per l’organizzazione del ciclo di conferenze “Mafie: legalità e istituzioni”, nato nel 2005 per volontà del professor Grevi, che si svolge tutti gli anni grazie al contributo dell’Udu.

Pavia, città universitaria. Quali miglioramenti apportare, e come valorizzare questa risorsa?

L’Università è il cuore della città di Pavia, rappresenta il 17% del suo PIL. Per valorizzarla al massimo è necessario puntare soprattutto sul dialogo tra studenti, famiglie e istituzioni. Se ci fosse più dialogo tra i settori della società, ad esempio con le aziende – che faticano a trovare giovani qualificati da inserire nello staff! – sarebbe più semplice inserirsi nel mondo del lavoro. Spetta alla giunta regionale trovare soluzioni in questo senso.

La presenza femminile può essere protagonista in queste elezioni nazionali e politiche? In che modo, proponendo quali alternative?

Con Umberto Ambrosoli abbiamo visionato degli studi molto belli, a questo proposito: più partecipazione femminile alle istituzioni vuol dire meno infiltrazione mafiosa; nelle aziende e nelle organizzazioni con larga presenza di donne il fatturato cresce, e c’è un continuo stimolo al raggiungimento di migliori risultati. Le donne in politica non solo quello a cui siamo stati abituati fino ad oggi. Quando sento rivolgermi frasi come “le donne dovrebbero stare a casa, non fare politica” oppure “la politica non è una cosa da femminucce” non faccio che accrescere la mia determinazione, anche se di certo non è facile lottare contro certi pregiudizi. Un aspetto su cui la nostra lista punta molto è il fatto di non porre più le donne di fronte alla fatidica scelta: famiglia o lavoro. Un’ingiustizia che deve essere stroncata.

Un pensiero su “Una politica nuova, una speranza per il futuro

  • Rambaldo

    Abbiamo bisogno di persone come Giulia Cometti all’interno delle nostre istituzioni: competenza, trasparenza e onestà devono tornare ad essere parole chiave nella politica. Speriamo davvero che le elezioni del 24 e il 25 febbraio possano rappresentare una svolta per la Regione e per il Paese intero.
    In bocca al lupo Giulia!
    (E complimenti a Inchiostro per la bella intervista!)

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