Cultura

Firenze: un’antica fornace sotto al garage

Firenze, via Romana, ottobre 2017. Durante scavi effettuati da privati per costruire un garage viene portata alla luce quella che era la fornace di Tugio di Giunta, celebre vasaio fiorentino vissuto tra il XIV e il XV secolo: il ritrovamento è di eccezionale importanza per la storia dell’arte e la conoscenza della cultura pre-umanistica.

Valeria D’Aquino, archeologa incaricata degli scavi di recupero, ha dichiarato in un’intervista:

“Siamo certi che si tratti proprio della bottega di Tugio, non solo perché i documenti di archivio la identificano chiaramente nella strada maestra Romana, nel popolo di San Gattolino. Ma anche perché nello scavo abbiamo rinvenuto molti frammenti con il marchio di fabbrica (asterisco a sei punte, che si trova nel manico ndr).”

Non abbiamo particolari notizie biografiche sul vasaio fiorentino. Della sua bottega sappiamo, tuttavia, che probabilmente per prima aveva introdotto a Firenze le ceramiche di maiolica e che, soprattutto grazie al figlio del vasaio, Giunta di Tugio, era divenuta fornitrice per importanti istituzioni, soprattutto l’ospedale di Santa Maria Nuova.

La fornace passò da una fase produttiva arcaica a una molto più moderna, di lusso; dalle maioliche verde rame e brune, divenute ormai comuni, a quelle più ricercate e costose “a zaffera”, dove il blu cobalto compare accanto agli antichi colori.

E dove la neonata tecnica della “zaffera a rilievo”, in cui il blu tende a sporgere rispetto alla superficie, sembra destinata a un futuro radioso, soprattutto con la celeberrima famiglia di scultori fiorentina, Della Robbia.

L’attività della fornace ha ricoperto un lungo arco di tempo, dalla fine della “peste nera”, quando Tugio da Bacchereto aprì la propria attività a Firenze, come altri quattro ceramisti (due di Bacchereto e due di Montelupo), fino alla seconda metà del Quattrocento, 1460 con esattezza.

Ne sono testimonianza i migliaia di frammenti rinvenuti, parte dei quali relativi all’ultima infornata, avvenuta probabilmente in quell’anno (questi sono stati ritrovati nella camera di combustione crollata).

Quello sotto la strada è un vero e proprio tesoro, recuperato nelle diverse buche in cui il ceramista e i suoi operai gettavano, uno sopra l’altro, i pezzi delle infornate difettose.

Grazie agli attrezzi rinvenuti possiamo inoltre ricostruire con maggiore precisione l’evoluzione delle tecniche di lavoro in quel periodo. Non solo, da diversi frammenti possiamo dedurre che probabilmente la produzione ceramica ispirò le maioliche dei Della Robbia. In particolare una targa devozionale in terracotta raffigurante Gesù sorretto da un angelo fu realizzata in maniera identica a quella di Luca Della Robbia nel 1440 per Santa Maria Nuova.

Interessante sapere che plausibilmente la famiglia di Tugio di Giunta avesse contatti con il poeta fiorentino Giovanni Boccaccio, informazione desumibile da un frammento, su cui è raffigurata una scena della novella boccacciana Lisabetta da Messina. Si riconosce, infatti, l’immagine della testa mozzata posta su un vaso e sulla quale cresce una pianta di basilico.

I pregiati orcioli prodotti dalla famiglia d Tugio di Giunta sono oggi esposti nei musei più prestigiosi del mondo, dal British Museum di Londra, al Louvre di Parigi, dal Paul Getty di Los Angeles al Melbourne in Australia.

 

 

Sitografia:

https://www.ilsuperredattore.it/firenze-scavano-per-fare-un-garage-e-trovano-fornace-del-300/

https://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/arte_e_cultura/17_ottobre_10/firenze-via-romana-spunta-9c2544de-ad98-11e7-9e6d-a83b89ae5387.shtml

https://www.tuscanypeople.com/tugio-di-giunta-via-romana-firenze/

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