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Stranger Things – Mappa per tornare ad Hawkins

Pronti a tornare ad Hawkins? Io no e in realtà nessuno di voi lo è, poiché la prima cosa che dovete sapere (o ricordare) della serie culto dei fratelli Duffer è che vi coglierà sicuramente impreparati grazie alle sue atmosfere familiari, alla sua regia impeccabile e alla sua scrittura geniale e innovativa che fa incontrare e scontrare ordinario e straordinario. Quindi prima di buttarci a capofitto nella seconda attesissima stagione, ripassiamo assieme gli elementi fondamentali della serie che è già diventata culto:

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I fantastici quattro… più Undici

I protagonisti della serie sono quattro ragazzi tra gli undici e i dodici anni, Mike (Finn Wolfhard), Dustin (Gaten Matarazzo), Lucas (Caleb McLaughlin) e Will (Noah Schnapp). Quest’ultimo al primo episodio scompare misteriosamente e i rimanenti tre amici si daranno da fare per cercarlo in lungo e in largo ma anche…sotto e sopra. Al loro gruppo si unirà Undici (una sorprendente Millie Bobby Brown) una bambina che possiede poteri psichici, fuggita da un centro di ricerca governativo nel quale si perpetravano i terribili esperimenti MKUltra (storicamente avvenuti). La serie si svolge a Hawkins, cittadina immaginaria dell’Indiana tutelata più o meno diligentemente dallo sceriffo Hopper (David Harbour). Il legame tra i ragazzi e Undici è il vero fiore all’occhiello della trama ed è l’unica ancora di salvezza per gli spettatori sperduti tra il panico (giustificato) di Joyce (un’immensa Wynona Rider) e la generale indifferenza degli abitanti di Hawkins. Memorabile la scena nel terzo episodio nel quale Joyce, con l’ausilio di luci natalizie, riesce a comunicare col figlio scomparso.

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Il triangolo no…

Non solo bambini ma anche adolescenti, credibili e profondi popolano la cittadina di Hawkins. Nancy (una splendida e talentuosissima Natalia Dyer) è divisa tra l’amore (o attrazione?) per Steve (Joe Keery) e l’attrazione (o amore?) verso Jonathan (Charlie Heaton) fratello maggiore del Will scomparso. In mezzo a questo triangolo a pagarne le spese è la povera Barbara “Barb” (Shannon Purser), diventata presto un personaggio di culto tra i fan grazie al suo look iconico e al suo tragico e ingiusto destino. È vero parliamo di un teen drama in piena regola ma, complici i colpi di scena fantascientifici, la bravura degli attori o semplicemente l’ottima sceneggiatura, non si ha mai l’impressione di trovarci di fronte a una banale soap opera, ma a un percorso di formazione intimo, credibile e mai moralista.

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Ottanta voglia di Anni ottanta”

Forse è solo un trucco, un semplice espediente o un fan-service piazzato al momento giusto, sta di fatto che la serie dei fratelli Duffer punta moltissimo su un effetto nostalgia anni 80 da essere già diventato una materia di studio. Dalle musiche, per citarne alcune, di The Clash (Should I Stay or Should I Go), David Bowie (Heroes ma cantata da Peter Gabriel) o la splendida Africa dei Toto fino all’intrattenimento popolare che oggi è ampiamente di moda ma all’epoca nasceva ed era al massimo un fenomeno di nicchia: sia che si giochi a Dungeons and Dragons, che si batta un record all’Atari o si disquisisca sulla natura dei poteri di Undici (“ma i suoi sono tipo Lanterna Verde o come quelli degli X-Men?”) la serie riserva soprese a tutti i tipi di spettatori, acculturati e non, casuali o nerd.

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