Attualità

Sgombero si o sgombero no? Intervista a Roberto Veronesi e Matteo Mognaschi

di Matteo Miglietta e Francesca Perucco

 

Risponde Roberto Veronesi

 

Inchiostro – Pensi abbia agito in maniera corretta il Comune sgomberando il Barattolo? E soprattutto cosa pensi delle modalità con cui l’ha fatto?
Veronesi – Il Comune, chiudendo il Barattolo, ha issato un muro con i giovani, opponendosi così a un vero e sano dialogo con una parte importante della città. Noi siamo contro ogni chiusura di centri di aggregazione giovanili, soprattutto se non si dà una vera alternativa. Basti pensare che nella stesura del PGT, proprio di questi giorni, non si è pensato a creare luoghi dove poter fare cultura e stare insieme. Però è anche vero che se ci sono delle regole queste vanno rispettate, e la maggior parte di quelli che gestivano il Barattolo non lo ha fatto. Bisogna rispettarle proprio per evitare di trovarsi in situazioni del genere, dove si è ricattabili e si rischiano pesanti conseguenze.

Come vedi il futuro delle associazioni che prima avevano sede al Barattolo? Pensi verrà trovato un altro posto per loro? Credi ne abbiano diritto?
Sicuramente ne hanno diritto. Qualunque associazione che aggreghi e porti valore aggiunto alla città deve poter operare in tranquillità e con le risorse necessarie, se no la città muore. E una città morta, senza stimoli s’impoverisce, diventa individualistà e perde la coesione e la socialità. È necessario che le realtà associative che usavano il Barattolo possano trovare luoghi dove poter continuare le proprie attività. E mi chiedo, e chiedo a Cattaneo, dove sono concretamente tutte quelle promesse per i giovani e l’associazionismo in genere che ha fatto in campagna elettorale? I luoghi d’aggregazione che tanto sbandierava un anno fa e il progetto di un centro giovani sotto piazza Vittoria che era già contenuto nel programma di Albergati, dove sono?

Non ti sembra che si sia arrivati a un triste ritorno agli anni ‘70 con le lotte fra anarco-comunisti e fascisti? 
La situazione in città è orrenda e bisogna che cambi in fretta. Da una parte i ragazzi del Barattolo rischiano di soffiare sul fuoco con certe occupazione piuttosto discutibili e controproducenti, poichè non agevolano il consenso e il sostegno della cittadinanza, ora più che mai fondamentale. Dall’altra parte, e questo è veramente grave, quattro dementi neofascisti che non dovrebbero proprio circolare (alcuni hanno già ricevuto il foglio di via ma sono ancora in giro per il centro) marciano per la città picchiando a destra e a manca. Ultimo caso qualche sera fa: hanno tirato fuori un coltello minacciando due ragazzi in mezzo alla folla, che per fortuna è riuscita a farli scappare, evitando che accadesse il peggio. È vergognoso che nessuno dica e faccia niente. Cosa fa il Sindaco, aspetta che il sangue scorra per Strada Nuova?

 

 

Risponde Matteo Mognaschi

 

Inchiostro – I rapporti tra amministrazione comunale e il C.S.A sono sempre più tesi da Gennaio in poi. Sulla Provincia il sindaco dopo l’ultimo concerto, dichiara “Revochiamo la convenzione”, “il barattolo non è un luogo adatto ai concerti”. I ragazzi del Barattolo tentano il dialogo e poi si susseguono iniziative per sostenere l’attività del centro. Arriva la revoca della convenzione a cui i Barattolini rispondono con l’occupazione. Possibile che non esistessero strade alternative?
Mognaschi – Come si fa un giorno a “tentare il dialogo” e il giorno dopo a fare un concerto non rispettando gli orari della convenzione e vendendo alcolici senza licenza? La convenzione (fatta su misura per loro dal sindaco Capitelli) è stata in realtà rescissa dai sottoscrittori delle associazioni e solo dopo è avvenuto lo sgombero…E’ già tanto che per 13 anni i figli della Pavia bene di sinistra hanno goduto del privilegio di uno spazio tutto loro in monopolio…il Barattolo aveva di sociale solo la partecipazione della comunità alle spese per il suo mantenimento.

Il Barattolo non era solo Co.R.S.A.Ri ma anche Cicloffoicina, New Funk, Pavia in serie A , Babele onlus e ancora un gruppo G.A.S. Associazioni attive nel sociale, che hanno svolto servizi per la comunità pavese. Se il motivo della chiusura del C.S.A è stato quello di irrispetto verso gli accordi presi, queste organizzazioni che per anni hanno servito Pavia gratuitamente e nella legalità non meritano forse un trattamento di riguardo?
Diciamo solo che di sei associazioni le due che veramente offrivano servizi alla città sono state ricollocate in altri spazi comunali. Delle altre mi risulta che stranamente i presidenti fossero alcuni dei membri storici dei Corsari…mi pare evidente che non ci sia tutto questo movimento attorno al Barattolo se non quello creato dai Corsari stessi. I responsabili della revoca della convenzione sono le stesse persone delle associazioni…si dovevano assumere le loro responsabilità.

A Pavia, dove gli studenti e l’università sono risorse fondamentali, non credi che l’improvvisa chiusura di un luogo di libera aggregazione possa lasciare un vuoto difficilmente colmabile? Quali sono i vostri progetti futuri dedicati ai giovani?
Sui progetti dedicati ai giovani sono il primo a dire – e ho presentato un ordine del giorno in consiglio comunale firmato da tutta la maggioranza – che il sindaco deve trovare spazi adatti alle attività giovanili, ma nella piena fruizione da parte di tutti e nel rispetto delle regole. Sul vuoto incolmabile bisogna vedere i punti di vista…se per i pochi figli di famiglie benestanti che vi potevano accedere o se per la massa di giovani pavesi che, non avendo la fortuna di vivere nelle stesse famiglie, ogni sabato sera è costretta ad andare altrove, spesso fuori città.

 

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