Cultura

#SalTo2016 – Salone Internazionale del Libro di Torino 2016

 

Non ero mai stata al Salone del Libro di Torino e, per un’appassionata lettrice del Nord d’Italia, questa è cosa rara.

L’evento nasce nel 1988 e fin dalla prima edizione ebbe un successo superiore alle aspettative, in contrasto con la scarsa propensione alla lettura degli italiani.

126.406 biglietti venduti parlano chiaro: e perché allora gira la voce che sei persone su dieci, nel nostro Bel Paese, non aprono nemmeno un libro all’anno?

20160515_151034«La verità è un’altra, molto più squallida e amara. Agli italiani, come forse agli zulu, non piace leggere. Agli italiani piace divertirsi. Agli italiani piace il calcio, piace la bisboccia in trattoria con gli amici. Agli italiani piacciono le macchine e le donne. Agli italiani piacciono tante cose, ma non la lettura. Gli italiani spasimano per la tivù. I loro gusti, quelli della maggioranza, sono i nostri disgusti. Disgusti di una minoranza. Agli italiani potete togliere tutto […] ma non potete, non dovete toglier loro la spazzatura che tracima dagli schermi televisivi. […] L’italiano non vuole pensare. L’italiano vuole godere. L’italiano non vuole sapere, non vuole capire.»

(Roberto Gervaso, Io la penso così)

Ma dovevate vederli: famiglie con bambini piccoli, curiosi di assistere allo spettacolo di Geronimo Stilton o eccitati all’idea di partecipare ad alcuni dei numerosi laboratori preparati per loro all’interno del Salone; studenti di ogni età che si accalcavano intorno agli stand più conosciuti, altri che sfogliavano i libri delle case editrici meno popolari scoprendo mondi nuovi: perché aprire un libro è un po’ come visitare un Paese, entrare in un’altra mentalità, immedesimarsi nei personaggi e credere, per un momento, di essere lontani dalla realtà. Meno appariscenti, ma in una consistente presenza, c’erano poi gli adulti, di ogni età e classe sociale: perché al Salone del Libro di Torino non ci sono distinzioni, si è tutti sullo stesso piano, e questo è anche il potere dei libri.

Cosa attira una persona a questo grande evento? Innanzitutto l’amore per i libri, cartacei o digitali, per la lettura, la scrittura, le storie e la fantasia; l’incontro con personaggi famosi, scrittori illustri, critici d’arte, cantanti e attori che coltivano la stessa passione per le parole, le composizioni di lettere che rendono tutto più poetico e piacevole, anche la più triste delle verità; e poi non bisogna dimenticare lo spazio dedicato alle nuove tecnologie, in collaborazione con il Politecnico di Torino, vediamo la robotica e nuovi strumenti che catturano l’attenzione dei più piccoli e la curiosità degli adulti; un’ampia sezione era poi occupata dalla cucina, con dibattiti, possibilità di creare gustosi piatti con l’aiuto di esperti nel settore, e libri dedicati a diversi tipi di dieta, come quella vegana.

 

SalTo 2016 è quindi spettacolo, interculturalità e, in particolare, passione: per i libri, il cibo, la buona musica, il teatro, l’arte, ma anche le tecnologie e i laboratori creativi.

Perché è la passione che muove tutto.

Si comincia da piccoli: vedere un adulto leggere incita un bambino a iniziare a compiere i primi passi in quel mondo prima sconosciuto, poi sempre più realistico e affascinante.

E gli occhi illuminati di molti giovani alla vista del loro scrittore preferito, dalla frenesia con cui sfogliavano le pagine di un libro poco conosciuto, dell’emozine provata nel vedere tante altre persone, a Torino, con la propria intenzione motivazione…beh grazie SalTo16!

Attenzione: leggere può creare indipendenza.

Valentina Fraire

Studentessa al primo anno di Scienze e tecniche psicologiche presso l'Università degli Studi di Pavia

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