Attualità

“Ricucire l’italia”, tra sogno e realtà

In 10.000 ieri a Milano, per dire basta alla Casta e al Bavaglio.
di Federica Mordini

“Non è questo il paese che sognavo”. Lo ha detto Ciampi, ma a quanto pare, ultimamente, è un pensiero che accomuna tante menti. Al punto che alcune di queste hanno deciso di dirlo a voce alta, in piazza, di fronte a migliaia di persone. Un manipolo di personalità del mondo politico, culturale, giornalistico e giudiziario, capeggiato da Gustavo Zagrebelsky, ha deciso di dire basta e di cercare di “Ricucire l’Italia”, come recita il manifesto da lui creato.

Sabato pomeriggio all’Arco della Pace, Milano,  ho sentito tanti “Basta”. Quello più risonante e globale ha investito unanime  il governo Berlusconi: reo di essere una casta che mira solo al bene (e all’impunità) dei suoi membri. Il resto ha colpito in sequenza i suoi lasciti.

Basta a un’Italia dove il Sud è lontano anni luce dal Nord. Basta a un paese diviso tra Signori e Servi, in cui i Servi muoiono per 4 euro l’ora, magari in nero, perché tanto il riconoscimento del talento è diventato opzionale, mentre i Signori si accontentano di 4 milioni al mese, facendo credere che tanto ricchi e poveri sono sulla stessa barca. Basta alle marachelle di Silvio. Ma quali delle tante? Ad esempio  quella di una festa di compleanno in Russia mente 4 operaie morte sul lavoro per quegli sporchi 4 euro stavano per essere inumate. Oppure quella del probabile nuovo nome dello schieramento: “Forza Gnocca”, che, dopotutto, non smentisce le tendenze dei suoi membri. Basta a una legge che impedisce di pubblicare notizie non coperte da segreto e che punisce i giornalisti che vanno oltre.

Dopo i “basta”, però, ci si chiede come si può ricucire questa Italia strappata, come può il cittadino accorciare quella distanza abissale che lo divide da un governo sempre più lontano dai suoi interessi. Secondo il manifesto e i suoi aderenti il filo deve essere la Costituzione, il legame tra l’Italia di oggi e quella di ieri, l’unica ad avere il potere di legittimare o delegittimare l’esecutivo e il suo operato. Il resto è nelle mani dei cittadini e della loro responsabilità sociale. “Non bastano più le manifestazioni isolate, ci vuole un collante che coaguli la protesta e la volontà di reagire e costruire. Dobbiamo chiedere all’opposizione uno sforzo di responsabilità che non crei unità di comodo, ma che fornisca un’alternativa reale” afferma il presidente dell’ANPI. O forse, come apostrofa lo storico Paul Ginsborg, bisogna semplicemente riflettere e chiedersi: un altro mondo è possibile?

Per ora il sogno ricorrente a “Ricucire l’Italia” è quello raccontato da Dario Fo,  con i suoi versi e i suoi riferimenti a un passato cinematografico che rimane sempre attuale: la caduta di “Lui”, seguita dalle risate e dalla gioia di una folla che assiste allo spettacolo. “Che bel sogno – dice Fo – perché non rimanga solo un sogno, tocca a noi darci da fare”.

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