Attualità

Nel posto giusto, al momento giusto

di Simone Lo Giudice

 

Sobrietà e competenza: questi i due must del nuovo esecutivo, quello finalmente “tecnico”. Il governo Monti comincia da dove non eravamo rimasti. Il giuramento c’è stato e il passaggio di consegne Silvio-Mario è già storia. Una storia che ha tutti i presupposti per essere diversa da quella recente. C’è meno affollamento nella squadra di governo. Ma soprattutto c’è odore di competenza, una fraganza alla quale ci eravamo purtroppo disabituati.

Sedici ministri (di cui tre donne) e nessun politico: un professore all’Economia, un banchiere allo Sviluppo, un prefetto agli Interni, un avvocato alla Giustizia, un ammiraglio alla Difesa, un ambasciatore agli Esteri, un rettore all’Istruzione, un rettore ai Beni Culturali… e la lista potrebbe continuare fino all’ultimo eletto. Non conta più il nome del ministro, conta la sua competenza. Sarà pure un governo poco fotogenico, ma è l’unico che può farci ripartire.

Il tempo delle soubrette di nome e di fatto è finito, quello dei finti moralizzatori è storia ormai. Il nostro Paese ha bisogno di una rieducazione comportamentale, dopo anni di gestione fannullona. Bisogna ripartire dalle fondamenta: più fatti e meno chiacchiere. Il governo tecnico agirà in maniera comunque incisiva, spiegherà la sua azione ai cittadini nella buona e nella cattiva sorte.

E ai politicanti non resterà che aspettare. Al momento sono rimasti fuori dal loro teatrino preferito, ma già pensano al giorno in cui potranno rimettersi seduti in poltrona. L’esecutivo Monti rappresenta il trionfo degli esperti, una pietra tombale sul sistema dei partiti che tanto ha promesso e poco ha dato. E se l’Italia dovesse apprezzare il nuovo operato, allora la compagnia dei politicanti sarà nei guai per davvero.

La sobrietà e la competenza saranno le armi di questo governo fortemente innovativo in un momento così straordinario. Con tutti i ministri piazzati nel posto giusto, arrivati al momento giusto. Al professor Monti chiediamo di rieducarci alla sobrietà, con l’augurio che non si riveli soltanto un aggiustatore di mezza legislatura.

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