CulturaLetteratura

Ravenna: fra i mosaici e il ricordo di Dante

E’ risaputo che nella lista di città italiane in cui fare tappa Ravenna non può mancare; e allora perché non visitarla nel periodo di settembre, mese dedicato alle manifestazioni in onore di Dante, in modo da concludere le vacanze estive omaggiando l’arte, la letteratura e la poesia?

Con in mano una cartina del centro storico ci incamminiamo verso Via di Roma che affianca il Museo d’Arte della città, Santa Maria in Porto e la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, chiesa palatina fatta erigere da Teodorico nel VI secolo, che ora ci dona la più vasta superficie musiva dell’antichità. Svoltando a sinistra si percorre poi Via Diaz con il suo lastricato lucido e varie attività commerciali, tra cui i locali gastronomici tipici dove poter gustare la famosa piadina romagnola. Al termine della via la vista si apre su Piazza del Popolo, sede di Municipio e Prefettura e caratterizzata da due colonne veneziane in granito.

Proseguiamo verso nord lungo Via Cavour, diretti alla Basilica di San Vitale. Patrimonio dell’UNESCO dal 1996, la Basilica si presenta a pianta ottagonale, avendo subìto l’influenza orientale, con una grande cupola decorata da affreschi a sormontare la struttura centrale, che ci lascia per parecchi minuti con lo sguardo verso l’alto, circondata da esedre e arcate, marmi policromi e gli immancabili mosaici. Ci avviciniamo adesso al Mausoleo di Galla Placidia, a due passi dalla Basilica, fonte di ispirazione per Gabriele D’Annunzio e Cole Porter. La semplicità esteriore è in contrasto con l’ambiente interno dove i fasci di luce provenienti dalle feritoie rivestite di alabastro diffondono i colori intensi delle pietre variopinte nell’atmosfera circostante. Non si può che restare ammaliati dallo splendore di quel cielo con le sue 570 stelle dorate, dai simboli iconografici e dalla croce sulla cupola che rappresentano la vita eterna in trionfo. Ciò che ci cattura maggiormente è però la quiete silenziosa, il senso di pace che resta impregnato in noi dopo aver lasciato questo luogo di congiunzione tra morte e vita, una volta riprese le affollate strade cittadine.

Continuiamo il nostro tour in direzione di Piazza Duomo con visita nella Cattedrale, nel Museo Arcivescovile (al cui interno sono situate la cappella di S. Andrea e il seggio in avorio di Massimiano) e infine nel Battistero degli Ariani, dove si trova il noto mosaico rappresentante il battesimo di Cristo e i dodici Apostoli. Tramite Via Guerrini raggiungiamo Piazza dei Caduti e percorso qualche metro lungo Via Guaccimanni ci troviamo di fronte alla Basilica di San Francesco. La facciata guarda sulla piazza rettangolare ai cui lati si trovano l’allora albergo Imperiale in cui soggiornò nel 1819 Lord George Byron e, di fronte, i portici con i caffè dove non ci facciamo mancare una granita rinfrescante.

In ultimo ci spostiamo sul retro della piazza all’ interno dell’ area dantesca dedicata al Sommo Poeta. Dante, infatti, dopo sei anni trascorsi a Verona, si sposta proprio a Ravenna. Qui scrive gli ultimi versi del Paradiso portando a conclusione il “Poema Sacro” per il quale “e cielo e terra” avevano prestato intervento. L’incarico diplomatico che lo vede nel 1321 in viaggio verso Venezia è evento funesto per lui che sulla via del ritorno viene colto da febbri malariche e muore nella notte tra il 13 e il 14 Settembre. Il corpo, una volta celebrate le solenni esequie, fu deposto nel convento di San Francesco. Oggi è custodito, a seguito di numerose vicende (tra cui il tentativo di riportare la salma del poeta nella sua città natale) nel mausoleo costruito da Camillo Morigia nel 1781 in stile Neoclassico sopra la tomba originaria risalente al Quattrocento. Dal soffitto del tempietto scende una lampada che viene alimentata con olio proveniente da Firenze il 14 Settembre di ogni anno, in ricorrenza dell’anniversario di morte. La tomba è parte dell’area comprendente anche il giardino con Quadrarco, il tumulo di terra rivestito dall’edera contrassegnato da una lapide che ricorda il luogo della sepoltura durante la seconda guerra mondiale, il chiostro francescano e il museo. Mentre usciamo dal complesso dantesco sulla cancellata in ferro battuto scorgiamo per un attimo una lamina su cui è intagliata la scritta “Virtus et honor”.

Il nostro viaggio si è così concluso e il sole già basso all’orizzonte si riflette nelle acque salmastre della laguna di Comacchio, zona paludosa nei pressi del delta del Po, che segnò per Dante la fine facendo sfumare quel suo sogno di tornare accolto in patria fiorentina.  Ma ecco che a quasi 700 anni dalla sua scomparsa siamo ancora qui a celebrare anche tramite questa visita la sua opera, la sua persona e la sua anima.

La programmazione degli eventi che si terranno a Ravenna in vista del VII centenario dalla morte di Dante si trova al sito www.dante2021.it .

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *