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La storia prima di Biancaneve: “Il Cacciatore e la Regina di Ghiaccio”

Ingannati dal titolo, questo film potrebbe sembrare un prequel o lo spin-off di Biancaneve e il Cacciatore, ma, in realtà, è probabilmente un mix fra le due cose.

La pellicola è incentrata sulle peripezie del Cacciatore (Chris Hemsworth); la trama è sviluppata bene e non crea confusione. Cosa poco piacevole, invece, è la spaccatura in due parti: la prima narra i fatti antecedenti a Biancaneve e il Cacciatore e la seconda quelli successivi. Un qualsiasi spettatore rischia di perdere il filo del discorso se non ha visto il precedente film, fortunatamente, questo vuoto è in parte colmato da una voce fuori campo che riassume i fatti del capitolo precedente.

Il Cacciatore e la Regina di Ghiaccio ha in sé le caratteristiche per un buon successo al botteghino, sfoderando un cast di prim’ordine. Chris Hemsworth, Charlize Theron, Emily Blunt e Jessica Chastain la fanno da padrona, concedendo attimi emozionanti durante scontri fisici, scene di sesso e momenti di profondo dolore. Grosso difetto è il voler creare un film in grado di far emergere quattro star di fama mondiale, non riuscendoci. Dividere un film per i quattro personaggi, tentando di far prevalere un attore su un altro, può nuocere anche alla stessa pellicola. Ravenna (Charlize Theron) compare fin da subito insieme alla sorella Freya (Emily Blunt), che appare sottotono e sottomessa. I riferimenti allo specchio sono fondamentali, ma aleggia sempre lo spirito di Ravenna, ponendo in secondo piano Freya. Ravenna, dal canto suo, è la regina cattiva perfetta, senza ombra di dubbio. Freya, invece, ha sempre quella luce di umanità negli occhi che non la rende credibile come Regina di Ghiaccio. La Blunt è un’attrice favolosa, forse troppo dolce, sotto ogni aspetto, per interpretare una regina così brutale.

L’amore tra il cacciatore Eric e la guerriera Sara (Jessica Chastain) viene sviluppato frettolosamente e concluso sfruttando il classico meccanismo del lieto fine. Cosa molto brutta, a parer mio, è la totale mancanza nel Cacciatore di segni di tristezza quando è senza la sua amata. Appena compare, si ricorda di lei, ma, in sua assenza, è come se non esistesse. Il rapporto stesso tra Freya ed il Cacciatore non è ben definito, nonostante il titolo faccia pensare a continui contatti fra di loro.

Dopo tutti questi aspetti nettamente migliorabili, si può dire che il film risulta comunque godibile. Le mancanze ed i vuoti non ledono la scorrevolezza della pellicola, che trova alcuni momenti epici molto utili, come, ad esempio, i vari scontri tra i personaggi. Andando oltre la favola di Biancaneve e ampliandone gli orizzonti, il film crea quel sapore di novità che aiuta moltissimo; crea la suspense giusta e, nonostante si notino i difetti, riesce a tenere incollati allo schermo fino all’ultimo minuto. Il film, che sicuramente alla fine risulterà una miniera d’oro al botteghino, è passabile e non fa rimpiangere altri ben peggiori, sia dal punto di vista della trama che dal punto di vista interpretativo.

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