Attualità

La peste suina colpisce il rifugio “Cuori Liberi”

Articolo di Davide Siano

Abbiamo bisogno di voi! Stateci vicini”: così Roberto Manelli, uno dei gestori del rifugio di animali Progetto Cuori Liberi di Zinasco (PV), ha lanciato un appello sui social esortando tutti a partecipare al presidio permanente in difesa dei 35 maiali ospiti del santuario minacciati dall’ordinanza di abbattimento di Regione Lombardia.

Maiali nel riugio Cuori Liberi
Alcuni dei maiali che abitano nel santuario di Cuori Liberi (FONTE: Profilo Instagram di @progettocuoriliberi_odv)

La peste suina africana sta infatti colpendo duramente i maiali degli allevamenti nell’area del Pavese, che ha visto negli ultimi giorni l’abbattimento di decine di migliaia di suini da parte dell’industria zootecnica nel tentativo di contenere la rapida diffusione della malattia e di porre fine all’emergenza sanitaria.

Per le medesime motivazioni, la scorsa settimana l’accertamento della morte per PSA di due maiali abitanti del rifugio ha fatto scattare immediatamente l’ordine di abbattimento per tutti gli altri. Le associazioni animaliste si sono fin da subito mobilitate legalmente per trovare una soluzione alternativa. Pochi mesi fa un decreto ministeriale ha qualificato le realtà come Cuori Liberi con la dicitura “Rifugio Permanente”: tale riconoscimento giuridico di fatto li distingue dagli allevamenti e consente agli animali all’interno degli stessi santuari di essere classificati non come DPA (da allevamento), ma da compagnia (nonchè salvati da situazioni di sfruttamento).

Ciononostante, il Consiglio di Stato ha rigettato la richiesta di sospensiva dell’esecuzione, rimandando la decisione al prossimo 5 ottobre, data dell’udienza fissata dal Tribunale Amministrativo Regionale (TAR). Concretamente, ciò significa che il provvedimento di abbattimento resta a tutti gli effetti in vigore e in qualunque momento l’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) potrebbe procedere alla soppressione dei trentacinque maiali di Cuori Liberi.

Attivismo cuori liberi
Presidio davanti al rifugio Progetto Cuori Liberi di Zinasco (PV) dell’8 settembre 2023 (FONTE: Profilo Instagram di @retedeisantuari_official)
 

Da qui è nata l’esigenza da parte della Rete dei Santuari di Animali liberi in Italia di organizzare un presidio permanente a Zinasco per difendere il rifugio e gli animali che lo abitano da coloro che dovessero presentarsi all’ingresso per eseguire l’ordinanza, il tutto nel pieno rispetto delle norme igienico-sanitarie e di biosicurezza.

Alla presa di posizione precauzionale delle istituzioni di eliminare indiscriminatamente tutti i suini del rifugio (attualmente sotto sequestro) vorrebbe subentrare la proposta dell’associazione Progetto Cuori Liberi di consentire ai maiali sani di continuare a vivere e a quelli malati di guarire o spegnersi tra le mura del santuario, attraverso l’isolamento e l’adempimento delle misure necessarie.

Il mondo dell’attivismo antispecista è radunato a Zinasco per opporsi alle decisioni prese dalla Regione, finalizzate a tutelare gli interessi degli allevatori e della zootecnia a scapito degli individui accolti e salvati dal centro, e che ora sono di nuovo in pericolo di vita. All’interno di questo frangente, non è inoltre di poco conto l’indagine rilasciata pochi giorni fa dall’organizzazione per i diritti animali Essere Animali, la quale ha documentato tramite video le operazioni di abbattimento dei suini tramite gas all’interno di un allevamento in provincia di Pavia, evidenziando problemi di biosicurezza e di mancata osservanza dei parametri minimi di benessere animale da parte degli operatori.

Cuori liberi presidio
Presidio davanti al rifugio Progetto Cuori Liberi di Zinasco (PV) dell’8 settembre 2023 (CREDITI: Martina Micciché e Saverio Nichetti)

La Rete dei Santuari – costituita dalle e dai responsabili dei rifugi italiani di animali liberi – teme che l’intervento diretto da parte dello Stato all’interno di tali luoghi di liberazione possa costituire un pericoloso precedente politico: “Un rifugio antispecista non è un allevamento, non è un’entità produttiva, è un luogo dove gli animali sono individui, non materia prima destinata a trasformarsi in prodotto di consumo. Per questo deve essere difeso come avamposto politico”. E l’invito finale di coloro che sono al presidio è ancora sempre lo stesso: “Resistete con loro, resistete per loro, resistete con noi, venite a sostenerci!”.

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