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Intervista a Chiara Dominici: sul set di “Chiamami col tuo nome”

“Chiamami col tuo nome” di Luca Guadagnino non si svolge in Italia bensì nel territorio italiano ovvero quella parte del nostro paese spoglia dai monumenti e lontana dalle rappresentazioni più comuni che non appare spesso nei film di respiro internazionale. Una scelta questa che si è ripercossa anche su una parte del cast, quella delle comparse. Me ne ha parlato Chiara Dominici, studentessa universitaria a Parma ma residente nella provincia di Cremona, che ha partecipato a una scena del film di Guadagnino.

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Per cominciare vorrei sapere come ha fatto una ragazza residente in provincia di Cremona a finire, anche solo come comparsa, in un film candidato all’Oscar…

La produzione del film aveva pubblicato un annuncio sul giornale “La Provincia di Cremona” in cui si diceva che si sarebbero tenuti due provini nel teatro San Domenico di Crema per un film. Sono stati i miei genitori a spronarmi a partecipare. Ai provini c’era tantissima gente, anche più motivata di me e non ero affatto sicura di essere scelta. Ho deciso così un po’ per gioco un po’ per curiosità di parteciparvi. Avevo già recitato a teatro in un paio di musical.

Chi c’era della produzione?

Non mi pare ci fosse il regista…c’erano questi ragazzi giovani che poi ci hanno accolto la sera della registrazione destinandoci al trucco. Non so esattamente chi fossero o che ruoli avessero.

Quanto ha richiesto la registrazione della scena in cui compari?

Una notte. Praticamente siamo stati convocati la sera alle 19:00 e ci hanno liberati per le 02:00. Era estate e si richiedeva che fosse girata di notte.

Volevano che fossi vestita in una maniera particolare?

Sì, il film si svolge negli anni 80 e quindi si richiedeva un tipo di abbigliamento tipico di quell’epoca. Io sono stata molto fortunata perché ho trovato un vestito di mia mamma bellissimo, una specie di pagliaccetto e le Superga. E sono stata una delle poche comparse ad arrivare sul set con il vestito adatto.

E lì hai conosciuto il regista?

Non di persona. L’abbiamo visto soltanto quando sono iniziate effettivamente le riprese.

Com’è stata la tua esperienza sul set?

Bella e molto. Al di là del mio limitatissimo ruolo sullo schermo è stato bello partecipare a tutti i vari ciak e assistere a come venivano svolte le riprese anche se abbiamo dovuto girare la scena molte volte. È stato divertente vedere Timothée Chalamet e Armie Hammer al lavoro e vederli ripetere le battute diverse volte, anche 10 o 15 volte e a te sembra non ci sia nessuna differenza…

Quindi hai conosciuto anche i protagonisti?

Li ho visti sì, ma non ci ho parlato anche perché non parlavano italiano. Le scene le hanno girate in inglese e poi le hanno ridoppiate. Noi comparse non eravamo chiamate a parlare, solo muoverci e a ballare per lo più.

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Per caso hai letto il romanzo di André Aciman?

No, non ho né letto il romanzo né, cosa ancora più grave, visto il film che tutta la mia famiglia ha già visto tra l’altro [ride].

E cosa ha detto la tua famiglia?

Mi ha visto ed era felice ma in effetti non avevo un grande ruolo né apparivo per molto tempo sullo schermo. La grande emozione per me è stata far parte di questa produzione.

Ma non l’hai visto perché non hai avuto tempo o perché sei un po’ imbarazzata nel vederti sullo schermo?

No no, solo per una questione di tempo, anzi sono molto curiosa di vederlo perché mi hanno detto che merita.

Il film ha ricevuto diverse nomination agli Oscar. Ora, al di là del tuo piccolo ruolo, potrai dire che hai partecipato a tutti gli effetti a un film candidato agli Oscar. Che effetto ti fa questa consapevolezza?

Più che la consapevolezza in sé è l’arricchimento che questa esperienza mi ha lasciato a contare davvero. È stato davvero bello e formativo far parte di dinamiche che il più delle volte vedi solo come spettatore ed è un’esperienza che auguro a tutti di fare almeno una volta nella vita. Finché non ne fai parte non immagini tutto il lavoro che c’è dietro. È anche un po’ triste perché ti decostruisce tutta la magia del risultato finale, ma dall’altra parte è molto illuminante. Ti fa riflettere su come anche per le scene più piccole ci sia un lavoro dietro immenso e complesso. Ad esempio la scena alla quale ho partecipato dura pochi minuti ma ci abbiamo messo quasi 6 ore a girarla.

Se te lo riproponessero ti piacerebbe tornare nel mondo della recitazione? In teatro, al cinema o in televisione?

Mi piacerebbe in televisione…oddio anche in a teatro ma non come comparsa in quel caso. Mi piacerebbe tornare nel gruppo del mio paese in qualcuno dei miei ruoli preferiti.

Perché proprio la televisione?

Beh… perché adoro Don Matteo!

E allora auguriamo a Chiara di vederla nella prossima stagione di Don Matteo come comparsa o come personaggio vero e proprio.

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