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InChiostroVeritas (10) – Con un poco di filosofia la società va su!

di Matteo Merogno

Ormai è chiaro a tutti, è impossibile negarlo: la crisi economica, culturale, sociale, politica imperversa in tutto il Paese e lo riporta al suo stato di “nave senza nocchiero”, come diceva quasi con tono profetico il riflessivo Dante nella Divina Commedia. La crisi c’è. È un dato di fatto. Tutti la denunciano, si scervellano su come risolverla, ma non ci riescono. Forse perché non investono abbastanza energie, forse perché non affrontano il problema dal verso giusto.

La filosofia si vuole qui proporre come soluzione a questo stato in cui ci troviamo. Stato di cui noi stessi siamo gli artefici. Noi che andiamo sull’autobus senza biglietto, che siamo attratti come le gazze dallo scintillio, noi che ci travestiamo da intellettuali, noi che pianifichiamo i nostri studi in base al guadagno e se non lo facciamo veniamo giudicati, noi che votiamo politici che ne hanno fatto di tutti i colori, che ci sono andati contro in tutti i modi possibili. Ecco chi siamo e cosa abbiamo creato. Questa che come ho definito in passato è una macedonia di frutta marcia, proprio come i frutti con cui è stata fatta. Perciò, per far si che questi frutti tornino ad essere maturi, si potrebbe/dovrebbe nutrirli con un ottimo fertilizzante. Questo fertilizzante si chiama ovviamente FILOSOFIA. Arma potentissima che però si sta fregando da sola, perché si sta veramente snaturando, sta rischiando di diventare lei stessa marcia, di ritornare in una certa caverna tetra e spettrale invece di combattere alla luce del sole. Mi chiedo: dove sono questi cavolo di filosofi? Sono in tv, dove invece di fare il loro mestiere fanno i tuttologi, si comportano come uomini qualsiasi. Si mascherano da politici, da sociologi, da scienziati, da logopedisti. Si limitano a dare la loro opinione, a rispondere alle domande scegliendo tra la A e la B. Ma un filosofo solitamente dovrebbe rifiutarsi di scegliere semplicemente tra la A o la B e ribellarsi proponendo l’opzione C. Perché dovrebbe – anzi deve avere la capacità di osservare la realtà in un modo diverso da tutti gli altri. Perché quella non è solo una sua semplice caratteristica, non è dovuto alla sua formazione. Per i filosofi quella è la loro stessa vita. Socrate, Ipazia, Giordano Bruno sono solo alcuni tra coloro che sono morti perché vedevano la realtà in modo diverso. Perché il filosofo è uscito da quella caverna, ha capito che le immagini sul quel muro erano solo falsità, ombre del mondo reale, ed è tornato indietro per spiegare a tutti gli altri come stavano veramente le cose, a costo di essere insultato e picchiato. Questo in passato: ora indietro non ci torna più nessuno. I filosofi di oggi si limitano a presentare libri in cui ci si interroga su che tipo di linguaggio utilizziamo, su quale sia la nostra capacità di tradurre, su particolari osservazioni di opere già interpretate e mega interpretate. E la crisi? Non la vedo nei titolo e se anche la vedessi scommetto che sarebbe trattata in modo non filosofico. In modo cervellotico, in modo pseudo-culturale, in modo intellettualistico. Io rivoglio i filosofi! Dov’erano quando si parlava di violenza sulle donne? Dov’erano quando speculavano sui morti dell’Aquila? Dov’erano quando stava venendo meno il concetto di Giustizia? Dov’erano quando si bombardava l’Etica?

State attenti però, perché qualcuno sta facendo le veci dei filosofi… Rari casi di persone che hanno capito una cosa: basta cominciare con poco, con un po’ di filosofia, per reagire finalmente a questa crisi! Proprio di loro parleremo la prossima settimana.

Non ridere, non piangere, ma comprendi!

Per dire e suggerire: inchiostroveritas@gmail.com

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