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Cavs devono rispondere, Golden state in parità.

Ben tornati al classico appuntamento settimanale con gli aggiornamenti della pallacanestro americana. Sono rimaste soltanto 4 squadre a contendersi il titolo Nba: Cavaliers, Celtics, Rockets e Warriors.

Ad ovest, in gara 1, Golden State mette subito le cose in chiaro: Kerr e compagnia bella vogliono ancora un altro titolo e faranno di tutto per ottenerlo. Dall’altra parte Houston crolla e deve cedere il primo match della serie agli Warriors. Sì, Harden ne piazza ben 41, ma suda sette camicie  e deve sempre concludere con tiri improbabili allo scadere dei 24 secondi. Anche Paul contribuisce con ben 23 punti, ma in generale l’attacco di Houston è fermo e ristagna sui due marcatori principali. E quando la palla non gira, spesso e volentieri, sai già come andrà a finire nella pallacanestro. Gli Warriors invece mettono in campo una vera e propria prestazione corale: Durant è immarcabile e con quel pallone tra le mani fa quello che vuole (chiuderà a quota 37); aggiungete i 28 punti di Thompson e un Green con una grinta sconfinata (+19 di plus/minus con lui in campo) e il gioco è fatto.

In gara 2 però arriva la risposta di Houston: non diamo per scontato gli Warriors in finale. I Rockets scendono in campo decisi e mostrano una pallacanestro diversa sin dalle prime battute. L’attacco non è più così fermo e stagnante e dai comprimari arriva un supporto di qualità. Harden e compagni, anche sfruttando le molte palle perse di Golden State, accelerano già nel finale della prima frazione per poi prendere in mano il timone della partita nel secondo quarto e tirare dritto fino alla sirena finale. Gordon e Tucker i gregari che hanno inciso maggiormente. Quale sarà la risposta degli Warriors in gara 3?

Ad est invece non si mette bene per il Re: Boston infatti si porta a casa entrambi i primi due scontri della serie. In gara 1 la difesa dei Celtics è da Oscar (se ce ne fosse uno per la difesa nella pallacanestro): tagliano fuori LeBron dai gregari, che, senza il loro leader sono spaesati ed incidono poco. A Morris, che parte nel quintetto piccolo di Boston al posto di Baynes, è affidata la difesa del Re. Vi basti sapere che, difeso da Morris, LeBron chiuderà il match a quota 15 punti. Anche in attacco non c’è storia: i Celtics mordono la partita dai primissimi minuti, trascinati dall’agonismo di Horford (20) e Brown (23) nei primi 24 minuti, lasciando poi spazio a Tatum e Rozier. In gara 2, nonostante il risultato finale rimanga invariato, le cose procedono diversamente: il primo tempo è tutto del Re che chiuderà poi con una tripla doppia da 42 punti. C’è solo Brown a tenere a galla i Celtics nei primi 24 minuti. Poi i bianco-verdi si riorganizzano e, anche grazie all’ingresso in campo di Rozier, i giochi si ribaltano. LeBron è letteralmente lasciato da solo (JR Smith vagherà per il campo per 27 minuti chiudendo a quota 0 punti), mentre i Celtics punto dopo punto riagganciano i Cavaliers fino al sorpasso a fine terzo quarto. Negli ultimi 12 minuti c’è solo Boston in campo. LeBron dopo gara 1 aveva dichiarato “0-1, nessuna preoccupazione”. Come risponderanno i Cavs in gara 3?

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