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Auguri alla più forte: Simone Biles festeggia 24 anni

È la festa di Simone e tutte le altre sono solo ospiti”. Così Tim Daggett – ex ginnasta statunitense e cronista delle gare di ginnastica artistica per la NBC – commentava la finale al corpo libero femminile delle Olimpiadi di Rio 2016.“Simone” è Simone Biles, che probabilmente è la ginnasta più forte dell’era moderna e proprio oggi compie 24 anni.

Simone Biles si presentò sulla scena internazionale ai Campionati del Mondo di Anversa del 2013. Si era già fatta notare per la vittoria ottenuta ai Campionati Nazionali statunitensi e l’obiettivo ad Anversa era dimostrare di aver meritato quel risultato. Gli USA sono senza alcun dubbio lo Stato più forte nell’ambito della Ginnastica artistica femminile: per mantenere tali standard adottano un sistema di selezione molto esclusivo. Un errore può essere fatale, poiché per una singola ginnasta inserita all’interno della nazionale ci sono almeno cinque atlete di pari livello rimaste fuori.

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Simone Biles ai Campionati Mondiali di Anversa 2013
Fonte: Getty Images

Certo, con Simone il ragionamento è un po’ diverso. Fin dai primi anni di carriera, infatti, si comprese che le sue qualità la ponevano ben al di sopra di qualsiasi altra ginnasta, di qualunque nazione. Ad Anversa si piazzò al primo posto nell’All Around, – o Concorso Generale, la gara in cui le ginnaste si sfidano esibendosi in tutti e quattro gli attrezzi – al secondo al volteggio, al terzo a trave e al primo a corpo libero. Solo alle parallele asimmetriche non riuscì a portare a casa alcuna medaglia.

Nel 2014 e 2015 i successi furono ancora maggiori. Divenne la prima ginnasta di sempre a vincere per tre volte di seguito l’All Around ai Campionati Mondiali. Inoltre ottenne il titolo in entrambe le edizioni anche a trave e corpo libero. Un episodio particolarmente divertente accadde durante la premiazione dei Mondiali di Nanjing 2014, poiché emerse un lato del suo carattere squisitamente umano: lei – che da molti era paragonata a un androide per la sua freddezza – si spaventò e si agitò convulsamente quando vide sbucare una piccola ape dal mazzo di fiori che le avevano regalato.

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Simone Biles lancia il mazzo di fiori da cui è sbucata un’ape ai Campionati Mondiali del 2014
Fonte: Andy Wong, AP

Le Olimpiadi di Rio 2016 furono un exploit. Su sei medaglie d’oro a disposizione, Simone riuscì a conquistarne quattro: gara a squadre, All Around, volteggio e corpo libero. Sicuramente le rimase, tuttavia, l’amaro in bocca per la finale a trave: a causa di uno sbilanciamento si classificò solamente terza. Nonostante la gravità dell’errore, il risultato non venne eccessivamente compromesso: il livello tecnico degli esercizi di Simone è infatti talmente elevato che una caduta non mette a rischio la sua posizione in classifica. Eloquente è il caso dei Campionati Mondiali del 2018, in cui la Biles cadde due volte nella finale All Around e si classificò comunque al primo posto.

Le sue acrobazie meriterebbero un discorso a parte, data la facilità sconvolgente con cui riesce ad eseguirle e la loro rarità in campo femminile. Ha inventato in prima persona uno degli elementi che l’ha resa famosa: un doppio salto teso indietro con mezzo avvitamento in avanti. La peculiarità è il fatto che il Biles – nella ginnastica le difficoltà prendono il nome dell’atleta che le ha eseguite la prima volta – nacque in un allenamento in cui Simone non era al massimo delle forze a causa di un infortunio al polpaccio. Per evitare di sforzare troppo la gamba, durante un’ esecuzione, le venne in mente di effettuare il mezzo avvitamento in più.

La ginnastica, dunque, è un qualcosa di assolutamente naturale per Simone. Anche nelle situazioni più difficili, infatti, riesce a rispondere brillantemente, addirittura migliorando la condizione di partenza. Di recente, inoltre, ha pure effettuato, per la prima volta nella storia della ginnastica femminile, un salto a volteggio finora realizzato solo da (pochi) maschi: un doppio carpiato indietro.

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Simone Biles durante la premiazione della finale al Volteggio a Rio 2016
Fonte: © Ben Stansall/AFP/Getty Images

Oltre a ciò, Simone ha dovuto affrontare momenti particolarmente dolorosi nel corso della sua infanzia. A un anno venne trasferita in un orfanotrofio insieme ai fratelli, perchè sia la madre che il padre erano tossicodipendenti. A tre i nonni la adottarono e le permisero di coltivare il suo talento, procurandole un’adeguata educazione a casa. Simone li ha sempre chiamati “mamma” e “papà”: due punti di riferimento che si sono presi cura di lei quando più ne aveva bisogno. Toccante è la reazione commossa degli stessi genitori al termine del corpo libero di Simone durante la finale del Concorso Generale alle Olimpiadi di Rio 2016. È l’ultimo esercizio di giornata e Simone lo ha eseguito perfettamente. Sanno che la loro bambina è appena diventata Campionessa Olimpica. Ed è anche merito loro.

Eppure, come tutte gli incantesimi, anche quello di Simone è destinato a finire a mezzanotte. Lei stessa ha dichiarato di aver pianto dopo aver saputo che le Olimpiadi di Tokyo erano state rinviate di un anno. In un’intervista alla NBC ha infatti rivelato che non vedeva “l’ora di non dover fare più ginnastica. Non aspettavo altro che dare una tregua al mio corpo, sia dal punto di vista fisico che mentale e dimostrare a me stessa di essere qualcosa di più di un’atleta, di essere una persona con i suoi interessi e le sue peculiarità.”

Sicuramente su queste riflessioni di Simone ha un peso rilevante anche la frattura che si è creata con la Federazione Americana, a seguito dello scandalo legato al dottor Larry Nassar. Anche lei, infatti, rientra nel novero di ragazze che hanno subito degli abusi sessuali da parte di questo fisioterapista. E ha sempre ritenuto che parte della responsabilità fosse pure dei membri più influenti dello staff della nazionale, che sapevano tutto e si sono voltati dall’altra parte. In ogni caso, non si può condannare il desiderio di Simone di cominciare una nuova vita al di fuori della ginnastica. Quando ci si allena 32 ore a settimana per anni, si spingono il corpo e la mente fino al limite. E alla fine si sente il bisogno di mettere un punto per ricominciare da zero in una nuova dimensione.

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Simone Biles ai Campionati nazionali statunitensi del 2019
Fonte: Denny Medley, USA TODAY SPORTS

Mettere su carta l’unicità della ginnastica di Simone è un compito complicato. Si possono citare le medaglie vinte o il grado di difficoltà degli elementi che è in grado di eseguire, ma la verità è che il talento puro dei Grandi Campioni non è esprimibile a parole. Nadia Comaneci – la ginnasta per antonomasia e forse l’unica davvero dello stesso livello di Simone – ha dichiarato in un’intervista per la Gazzetta dello Sport che la bravura della Biles non ha una “vera spiegazione, ma nello sport succede. Ogni 40 o 50 anni esplodono personalità, atleti unici nel loro genere. Questo è il caso di Simone”.

Forse dovremo aspettare 50 anni per vedere “un’altra Simone”. Nel frattempo, continueremo a riguardare con occhi increduli le sue esibizioni, senza poter cogliere davvero quale sia la magia che la contraddistingue. Ancora auguri, Simone. E in bocca al lupo per Tokyo, ma specialmente per ciò che verrà dopo.

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