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Anche i Lord dicono sì

Anche i Lord inglesi ora hanno detto sì. Un po’ tutto il mondo, dall’Uruguay alla Francia, sta approvando una legge sui matrimoni tra persone delle stesso sesso. E in Italia l’ex sottosegretario alle Pari Opportunità Michaela Biancofiore dichiara di non conoscere il sesso di Anna Paolo Concia, deputata e attivista per i diritti civili. Quanto ancora dobbiamo aspettare perché la legislazione si adegui alle istanze della società? Le coppie omosessuali nella maggior parte dei casi conducono vite ordinarie, in tutto e per tutto non diverse da quelle dei “normali”. E non si vede perché dovrebbero farlo. Lo stereotipo della coppia gay ricca sfondata, dai gusti eccentrici e dedita a uno stila di vita edonistico è del tutto falso e fuorviante. A livello sociale le abitudini non sono legate in alcun modo ai gusti sessuali.
Cosa frena allora il legislatore italiano dal procedere in senso di un allargamento dei diritti? Se il matrimonio può sembrare eccessivo – non facciamo il passo più lungo della gamba – perché non concedere almeno un riconoscimento come coppia di fatto?
Le unioni omosessuali paiono tabù nel dibattito pubblico italiano. La destra è ostile. La sinistra poco coraggiosa. Ci sono sempre altre questioni più urgenti da risolvere.
A un passo da noi, in Francia, due sposi – Bruno e Vincent – hanno da poco pronunciato il loro sì. Forse, oltre alla fuga dei cervelli, dovremo aspettarci anche una fuga di famiglie.

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