Alla fine del percorso
di Chiara Franzosi
Provate un po’ a chiedere a degli studenti di qualsiasi facoltà cosa si aspettano dal futuro. Uno risponde che il suo sogno è insegnare, ma ammette di condannarsi a una vita di precariato. Un altro vorrebbe affermarsi come medico ma, non avendo un cognome raccomandato, teme di restare in disparte. Un altro ancora è certo tanto del suo amore per l’archeologia, quanto dell’inesistenza dei fondi a disposizione per portare alla luce preziose scoperte. C’è chi vuole diventare psicologo, chi farsi strada nella scienza del diritto, chi si cimenta in lingue esotiche o antiche; oggi, tuttavia, cifre iperboliche di concorrenti affollano il mondo dei giudici, degli psicologi, dei laureati in lingue e letterature straniere.
Oggi, uno studente sceglie il proprio futuro tra strade molteplici ma, nonostante la diversità dei corsi e delle facoltà, molto spesso si provano sensazioni comuni. La via verso la laurea è vissuta con questo stato d’animo: una combinazione di perplessità, frustrazioni, interrogativi sul futuro. La crisi economica ha offuscato con il suo grigiore anche il mondo universitario, scoraggiando le ambizioni e inibendo gli obiettivi. Ha fatto dimenticare il piacere di percorrere l’iter accademico, di studiare per imparare e di farlo con passione. Il piacere di apprendere (che andrebbe assaporato con lentezza, per essere duraturo) è stato appiattito dall’esigenza di laurearsi in fretta e subito, per battere sul tempo gli avversari alla ricerca di un lavoro. Ma cosa si vede in lontananza, alla fine del percorso? Nulla, se non una nebbia inerte – quasi una prefigurazione della disoccupazione generale. Un buon futuro lavorativo alla fine di un felice percorso accademico è una chimera.
Infatti, ciò che manca oggi a noi studenti è il sentire che i nostri sforzi ci stanno dando almeno una possibilità per il futuro. Il vivere ogni lezione ed esame come momenti piacevoli e piccole conquiste verso un più grande traguardo finale. Il sapere che, se non sarà facile percorrere la strada, almeno porterà da qualche parte.