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The young Pope, di Paolo Sorrentino

“Non sono profondo, sono solo presuntuoso.”

E se così fosse per la maggior parte dei credenti? Se la loro fede non fosse altro che una presunzione inconscia che sfocia in una contraddizione ben mascherata? Nella prima puntata abbiamo il primo Papa statunitense della storia della chiesa che descrive sé stesso come una grande contraddizione rispecchiando fedelmente l’identità cristiana.

In molti si lamentano dell’operato papale nella storia recente e non, salvo qualche periodo storico con contorni politici degni di nota, dove vengono messi in luce atti di pedofilia, coinvolgimenti in reati finanziari , soltanto per citarne alcuni e magari mancanza di interesse per il singolo fedele.

Si è sicuri di volere un Papa completamente diverso che possa dare una nuova identità alla Chiesa e al gregge stesso? Forse Paolo Sorrentino instaura questo dubbio attraverso questa co-produzione internazionale del 2016. Il regista e scrittore partenopeo, premio Oscar nel 2014 nella categoria “Miglior Film Straniero” con La Grande Bellezza, è la prima volta che si mette alla creazione di una serie televisiva. Avvalendosi di un cast “divino”, inizia le riprese nell’agosto del 2015 negli studi di Cinecittà.

È la storia di un giovane cardinale di nome Lenny Belardo (Jude Law) che viene eletto Papa poiché il collegio cardinalizio vede in lui una pedina facilmente manovrabile data l’equilibrata carriera ecclesiastica. Ciò che il collegio non sa è che l’abbandono di Lenny da parte dei genitori e la sua continua lotta con la fede hanno reso il giovane cardinale una persona imprevedibile , che attraverso il dono di una raffinata intelligenza e di un grande carisma lo conducono a scindere completamente la figura di cardinale da quella di Papa Pio XIII:

– Santo Padre, Santo Padre, non è permesso fumare nel Palazzo apostolico!

– Davvero? E chi l’ha stabilito?

– Giovanni Paolo II.

– Il Papa?

-Sì, il Papa.

– C’è un nuovo Papa adesso.

Pio XIII non sfida soltanto i suoi predecessori ma anche la maggioranza dei fedeli con proposte, idee e atteggiamenti a dir poco sconcertanti.

Con l’avanzare degli episodi il Papa propone la sua personale e sacra visione su svariati argomenti come: il rapporto tra Stato e Chiesa, celibato sacerdotale e società moderna. Se per Pio XIII il rapporto con la mondanità è alquanto profondo e terreno, visti i discorsi sull’amore tra uomo e donna o sulla guerra e la pace, il regista mette in risalto la santità di Lenny anche attraverso la sigla di alcuni episodi dove troviamo il Papa che sembra si stia muovendo fluttuando, grazie alle inquadrature dal bacino in su e alla cometa che guida il suo cammino sullo sfondo dei quadri presenti sul percorso. Tutta la scena è accompagnata dalla cover di Devlin della canzone All along the watchtower di Bob Dylan.

A parte i riferimenti a fatti mondani, come il rifiuto di ritirare il Premio Nobel di alcune personalità, nella serie sono presenti anche diversi flashback che ripercorrono l’infanzia di Lenny, per la maggior parte nell’orfanotrofio dove incontrerà suor Mary (Diane Keaton) e colui che diventerà il suo migliore amico, il futuro cardinale Andrew Dussolier (Scott Sheperd).

La perdita dei genitori rincorrerà ogni orfano e il Papa non si sottrae a questo fardello , come il peso di Dio. Tutto ciò si rifletterà nella lotta per evitare la perdita anche della Chiesa stessa dove il Segretario di Stato, il cardinale Angelo Voiello (Silvio Orlando) combatterà e sosterrà Pio XIII con tutte le armi che ha a disposizione.

In un periodo in cui tutti sono sicuri delle proprie idee e dei propri pensieri, ma soprattutto di pensare di aver imparato dagli errori del passato, la serie televisiva The Young Pope può stravolgere ogni convinzione o può semplicemente rafforzarla: a voi la scelta.

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