Yes, we can #2- Chiara Bressa, esperta di webserie e blogger. Tutto è cominciato dalla tesi…

Giovane laureata CIM all’Università di Pavia, esperta di webserie e blogger, Chiara Bressa ha fondato il suo blog World Wide Webserie grazie alla sua esperienza universitaria e in particolare alla sua tesi di laurea e, oltre ad aver scritto un libro, partecipa con il suo staff ai maggiori webfest nazionali e internazionali. Nel frattempo lavora come Tutor Digitale al progetto “Eccellenze in digitale” promosso da Google e Union Camere. Ecco cosa ci ha raccontato.

 

Come è nato il blog?

 

È tutta “colpa” del mio relatore (il Prof. Fabio Muzzio) per la tesi: volevo assolutamente che fosse legata al web e che fosse un argomento che ancora nessuno avesse affrontato. Cercando e ricercando, dopo mesi in cui non riuscivo a trovare un argomento, continuavano a spuntarmi tra i risultati le webserie (e, nello specifico, Freaks!) e così, io e il mio relatore, abbiamo deciso di provare a realizzare qualcosa. Se entro ottobre non avessi raccolto abbasta13226912_505928159607661_5382101140117293171_nnza informazioni, avremmo cambiato rotta. Sono riuscita a scrivere la tesi; mi sono laureata e ho pensato: “Bene ora ho finito, ho fatto la mia tesi, posso provare a pubblicarla” … e finita lì. Invece il professore mi ha letteralmente “ordinato” di realizzare un blog, visto che ancora in pochissimi conoscevano e studiavano l’argomento: “Diventeresti l’esperta italiana delle webserie”, mi aveva detto. All’inizio non ero molto convinta, poi però ho ascoltato quel professore, che mi ha sempre spronata, e così è nata la mia “croce” che si chiama World Wide Webserie e che a marzo 2017 ha compiuto 4 anni.

 

Come è strutturato e di cosa si occupa? Lavori con uno staff?

 

All’inizio il blog era gestito solo da me; il progetto iniziale prevedeva che pubblicassi articoli tratti dalla mia tesi, ma ben presto mi sono resa conto che poteva diventare pesante, così ho aperto una sezione “News” e ho iniziato a fare informazione sulle webserie attraverso interviste ad attori, registi, resoconti della mia partecipazione ad alcuni Festival. Dal 2015 ho pensato che sarebbe stato meglio ampliarsi e creare uno staff perché da sola non riuscivo a fare tutto. Ora siamo in cinque: io, tre redattori e una ragazza che crea gif animate per i social. È un bello staff: siamo affiatati, ogni tanto facciamo delle pause per non impazzire…E la cosa più importante è che nessuno ancora ha mai visto il “becco di un quattrino”! Dal 2015 abbiamo stretto partnership con festival italiani e internazionali, ottenendo i rimborsi di viaggi e alloggi, ma nessuno di noi vive grazie al lavoro su World Wide Webserie, nonostante sia tantissimo.

 

Grazie al tuo blog hai partecipato a diversi Festival dedicati alle serie web, quali sono i più importanti?

 

Sono nati negli ultimi anni molti “webfest” come ad esempio in Italia il Roma Web fest, il Rome web Awards e il Sicily Web Fest. Una cosa molto interessante è che, festival dedicati all’audiovisivo tradizionale, al cinema come il Cortinametraggio (storica manifestazione dedicata al cortometraggio), o il Taormina Film Fest, festival cinematografico internazionale, che nel 2016 ha visto la sua 62° edizione, hanno negli anni dedicato una sezione alle webserie. Questo è sintomo di sempre maggior attenzione a questo linguaggio audiovisivo. All’estero ci sono un’infinità di webfest; dagli States al Sud America, passando per l’Europa, arrivando in Corea e Australia. Il più vecchio è il Los Angeles Web Series Festival (LAWEBFEST) fondato nel 2009.

 

Oltre ad avere creato il blog, hai anche scritto un libro…13246350_506249079575569_6412760601865762387_o

 

Sì, per una serie di fortunati eventi! Nel 2013 ero andata al Festival Immaginario di Perugia, che quell’anno si era aperto alle webserie, e lì ho conosciuto il mio attuale ragazzo. Lui vive a Roma e, quando ad aprile 2014 sono andata nella Capitale in occasione della prima edizione del Rome Web Awards, a fine serata sono andata insieme a lui e ad altri vincitori del festival in un locale; la ragazza che stava al bar quella sera, ha iniziato a parlare con noi e, cosa che mi aveva stupito, conosceva le webserie ed era molto interessata. Chiacchierando, le ho raccontato della mia tesi e del mio blog e lei mi ha detto che collaborava con diversi editori, tra cui anche Audino Editore, che da tempo era interessato a fare un libro sulle webserie. Così, mi ha proposto di inviarle la tesi e lei l’avrebbe letta e sottoposta all’editore. Poco dopo è arrivata la proposta di Audino: fare un libro sulle webserie, basato su quella tesi, che andava tuttavia tagliata, aggiornata e integrata con una parte dedicata al “fare una webserie”. Dopo aver tagliato qua e là la mia tesi, averla aggiornata e avere intervistato registi, autori e sceneggiatori, è nato “Fare webserie – La nuova frontiera del filmare in modo indipendente: teoria e prassi”.

 

Quali registi/autori/sceneggiatori hai intervistato?

 

Per il blog, tantissimi! Nazionali e internazionali; iniziate a seguire il blog e recuperate tutte le interviste! Per il libro ho avuto il piacere e l’onore di conoscere e intervistare i Licaoni, che sono una pietra miliare delle webserie, Vincenzo Alfieri di “Forse sono io”, Giovanni Esposito, regista di Milano Underground, Francesco D’Alessio autore e regista di G&T, Felice V. Bagnato regista di “Tutte le ragazze con una certa cultura”, Riccardo Cannella autore e regista di numerose webserie, tra cui la pluripremiata “Run Away, Ivan Silvestrini, anche lui pietra miliare e regista di tantissime serie web, come Stuck ad esempio. Ho poi intervistato l’inimitabile Edoardo Ferrario di “Esami”, Leonardo Settimelli de “il Progettino”, la webserie che si fa prima a vederla che a raccontarla, l’innovativo Riccardo Milanesi di “L’Altra”, “Canto di Natale” ed “Excape Martina”, ed è quello che tra tutti sperimenta e osa di più con le sue webserie…Vorrei nominarli tutti, e dar loro tutto lo spazio che meriterebbero, ma comprate il libro e scopriteli!

 

Esperienze passate che ti sono rimaste nel cuore?

 

Agli inizi del blog, mi capitava spesso di essere ospite/aiutante sui set delle webserie, e di seguire quindi i progetti dall’interno, dando una mano quando serviva, ma soprattutto raccontando il retroscena, la vita del backstage e del “fare webserie” in maniera diretta. Mi piaceva moltissimo e mi manca farlo. Purtroppo, per motivi di tempo e di lavoro, ho dovuto smettere di farlo.

 

Il lato più difficile del tuo lavoro di blogger?

 

Gestire il blog è spesso molto stressante; creare il calendario editoriale, gestire i nostri social e creare contenuti ad hoc, cercare gli argomenti da assegnare allo staff, programmare i contenuti, correggerli, impostarne la pubblicazione, monitorare i vari trend, gestire il materiale che arriva dalle webserie e dai webfest, selezionarlo e assegnarlo, viaggiare per i festival, fare la copertura per i partner ecc. Il tutto è reso più pesante, dal dover far conciliare questo lavoro, con il lavoro a tempo pieno, la famiglia e l’amore a distanza. Ma ce la si fa! A volte mi viene voglia di mollare tutto eh, ma poi puntualmente, come per magia, arriva un festival, ci vado e riscopro tutto il mio amore per questo blog, per ciò che è diventato e che rappresenta. Inoltre, una delle cose che adoro di più in assoluto è proprio la partecipazione e la copertura dell’evento: viaggiare, conoscere persone nuove, creativi e talenti da ogni parte del mondo, intervistarli dal vivo, raccontare ogni dettaglio, ogni attimo, fare la diretta live di ciò che sta accadendo… Mi piace veramente tantissimo. E torno casa sempre “ricaricata”, con mille progetti e voglia di fare. È difficile, ma sono felice, fortunata e non abbandonerò mai il mio blog, che è un po’ come un figlio ormai: è mio, l’ho creato, lo sto crescendo e non lo lascerò mai per nulla al mondo. Ogni tanto devo rallentare il ritmo, per non rischiare l’infarto a 30 anni, ma va bene così. Ahahah

 

14196074_1031917766927086_7566863774583945199_oOra passiamo alla tua carriera universitaria…

 

È durata tre anni nei quali ho studiato CIM (Comunicazione, Innovazione e Multimedialità) e mi sono laureata a febbraio 2013. Dopo aver preso la laurea, non avevo voglia di continuare; volevo mettermi in gioco, entrare nel mondo del lavoro e mettere in pratica tutta la teoria acquisita negli anni di studio, imparare cose nuove, vedere se ero realmente in grado di fare la comunicatrice. Poi, però, mi sono fatta persuadere a iscrivermi a una specialistica, perché sembra quasi un percorso obbligato. Ero stata presa per una specialistica a numero chiuso da una nota università privata, ma era veramente troppo costo. Così, alla fine, ho deciso di iscrivermi alla magistrale CPM, ma non riuscivo proprio a farmela piacere. Ecco allora che l’ho “congelata” (ho 8 esami all’attivo…vedremo che fare) quando è arrivata la proposta di scrivere il libro. E lì è rimasta; congelata. Mi sono dedicata al blog e a moltissimi progetti, che mi hanno insegnato tantissimo e mi hanno fatto crescere molto, umanamente, culturalmente e professionalmente. Il mio sogno è sempre stato quello di scrivere, di raccontare storie; pensavo che la mia strada fosse quella del giornalismo, ma per svariate ragioni non mi sono mai dedicata alla preparazione per ottenere il tesserino. Per ora cerco di non abbandonare il mio sogno scrivendo e raccontando storie con la mia attività di blogger, in futuro si vedrà!

 

Com’è stata la tua esperienza universitaria?

 

Stressante, stancante, ansiolitica, da pendolare. Spararsi tutti i giorni 1 ora e mezza di viaggio ad andare e un’altra ora e mezza a tornare, quando andava bene, non mi ha lasciato proprio dei bei ricordi… Però, grazie all’università e anche a quell’infinità di viaggi per raggiungerla, ho stretto tantissime amicizie, che durano tutt’oggi, con persone di ogni dove. Ho tanti bei ricordi di quel periodo; ricordo che quando arrivavano le belle giornate, ci sdraiavamo sotto le tre torri tra una lezione e l’altra, a goderci un po’ di sole prima di entrare nelle gelide aule. Ricordo panini divorati di corsa davanti all’Aula Disegno, i pranzi meravigliosamente stipati nel bar dell’Università, con il buon Mario che c’è sempre stato e non si ferma mai un istante. Ricordo le lunghe attese pre-esami, seduti come vagabondi in qualche cortile a ripeterci i concetti fondamentali. Ricordo il nervoso che mi saliva mentre, rinchiusa in aula studio a impazzire, fuori partiva il solito “Dottooooreeee! Dottooooreeeee…”, così come ricordo la meravigliosa emozione dell’attesa davanti all’Aula Scarpa e il sonno allucinante subito dopo le foto di rito con la corona d’alloro. E tutti questi ricordi, sono avvolti da quella luce calda tipica di Pavia.

 

Ora che lavoro svolgi, ora oltre a quello di blogger?

 

Da quando mi sono laureata ho fatto diversi lavori e partecipato a svariati progetti. L’anno scorso sono stata Digital Specialist per “Made in Italy: Eccellenze in digitale” promosso da Google e Unioncamere e, successivamente, ho lavorato in un’agenzia di comunicazione. A dicembre 2016 sono stata selezionata come Tutor Digitale per Eccellenze in Digitale”, progetto volto alla diffusione della cultura digitale tra le PMI italiane, promosso sempre da Google e Unioncamere. Siamo un gruppo di 12, distribuiti su tutto il territorio italiano e giriamo per le Camere di Commercio, presso cui teniamo seminari gratuiti volti a digitalizzare le piccole e medie imprese e cercando di dar valore anche online al nostro preziosissimo Made in Italy. È un progetto davvero molto interessante e che insegna molto, sia alle imprese che a noi: è bellissimo veder crescere un’azienda, magari piccolina e tradizionale, che fino a poco tempo prima non conosceva le opportunità della Rete o non si fidava del Web. E, quasi per magia, trasmettendole la cultura digitale, supportandola nella costruzione della sua presenza online e di una strategia, la si vede brillare di una nuova luce, la si vede crescere, vendere online e raggiungere traguardi che non immaginava, come per esempio l’export, diventando un’eccellenza. È proprio una bella soddisfazione!

 

Qual è il tuo ruolo?

 

Come gli altri miei 11 colleghi, sono tutor digitale e mi occupo di fare formazione attraverso seminari e laboratori su tematiche come l’e-commerce, il cloud, i social media, la web analytics, la SEO, la pubblicità online ecc… Le aree che mi sono state assegnate sono le province di Brescia, Cremona, Bolzano, Sondrio, Lecco, Trento e Mantova.

 

Come hai appreso queste competenze?

 

Ho imparato molto gestendo il mio blog, creato tra l’altro grazie alle conoscenze apprese con il corso di Web Design del Prof. Porta seguite all’Università durante CIM. Gestire il blog, mi ha fatto imparare moltissimo per quanto riguarda la creazione di una strategia digitale, la scrittura in ottica SEO, la pubblicità online e via dicendo. Ulteriori conoscenze le ho apprese e consolidate grazie alla borsa di studio per il progetto “Made in Italy: Eccellenze in Digitale”. Poi è anche vero che sono curiosa per natura e divoro qualsiasi cosa sul tema, frequento workshop, seguo webinar, studio libri, mi tengo aggiornata su tutto ciò che riguarda questo settore, in continua evoluzione. Con il progetto “Eccellenze in Digitale” ho inoltre ricevuto un’ulteriore formazione, più avanzata e mirata, che continua anche ora a progetto avviato, proprio perché, quando si trattano tematiche come quelle legate al web, al digitale e via dicendo, bisogna essere costantemente aggiornati.

 

Vista la tua esperienza, gli ostacoli e le sfide che hai dovuto affrontare per arrivare fino a qui, che consiglio daresti a uno studente, magari scoraggiato e stanco per tutte le difficoltà incontrate lungo la strada?

 

Tutte le difficoltà che si incontrano sul cammino, esami e quant’altro, si possono superare, basta però essere convinti e sicuri di aver preso la decisione giusta. I consigli che mi sento di dare, possono sembrare in contrasto tra loro, ma fidatevi e fatene tesoro: da un lato non dovete vivere solo l’aspetto universitario fatto di esami e appelli; bisogna trovare il tempo di vivere l’università a 360°, al di fuori dello studio e degli esami, altrimenti il percorso risulta molto più pesante e poi, guardandosi indietro, ci si pente di non aver mai fatto un mercoledì pavese, perché si era sempre troppo stanchi e il tragitto per tornare a casa era lungo e fatto di tre cambi di treni. Anche se siete pendolari sempre in preda all’ansia da treno, cercate di prendervela con più calma e godetevi ogni aspetto della vita universitaria e soprattutto pavese. Così come non impuntatevi sul 30 e lode; un 26 non vi distrugge la media. E nemmeno un 23…Fidatevi! Dall’altro lato, però, non perdete mai di vista il vostro obiettivo e le vostre passioni; non perdete tempo, non fatevi prendere dallo sconforto, non accontentatevi se sapete che quel 23 l’avete preso perché non avete studiato e che quindi, con qualche ora di studio in più, potreste fare molto meglio. Infine, fate bene il vostro percorso; alcuni corsi possono sembrarvi “campati per aria”, eppure io a distanza di anni mi sono trovata a usare nozioni apprese durante lezioni che all’epoca reputavo assolutamente inutili. Date il massimo, divertitevi, siate curiosi di tutto, non prendete nulla sotto gamba, ma vivete l’esperienza universitaria con grinta e senza attacchi di panico.

Claudia Agrestino

Sono iscritta a Studi dell'Africa e dell'Asia all'Università di Pavia. Amo viaggiare e scrivere di Africa, Medioriente, musica. Il mio mantra: "Dove finiscono le storie che nessuno racconta?"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *