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“Le nozze di Figaro” alla Scala di Milano

di Sharon Zaffuto

Dal 26 ottobre al 27 novembre alla Scala di Milano è andato in scena, tra le sue magiche note, Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart – uno dei più grandi maestri della lirica – guidata dal giovanissimo regista Frederic Wake-Walker.

In occasione del 225° anniversario della morte di Mozart, il Teatro della Scala di Milano presenta una nuova produzione de Le nozze di Figaro seguita da un fiorente regista: Frederic Wake-Walker, autore di una produzione de La finta giardiniera, rivelazione del Festival di Glyndebourne nel 2014. Le scene sono firmate da Antony McDonald; la parte musicale è stata affidata ad uno dei grandi direttori mozartiani dei nostri tempi: Franz Welser-Moest.

Il cast artistico è composto da Diana Damrau che copre il ruolo della Contessayy, Eleonora Buratto per la data del 19 novembre, e Julia Kleiter per il 24 novembre, Marianne Crebassa nelle veste di Cherubino, Gilda Schultz nella parte di Susanna ed, infine, Markus Werba nel personaggio di Figaro. A recitare la parte del Conte si alternano Carlos Álvarez e Simon Keenlyside.

Il tema lo conosciamo tutti, e, per chi ancora non lo conoscesse, l’Opera è divisa in quattro atti, ruota attorno alle trame del Conte d’Almaviva, invaghito della cameriera della Contessa Susanna, sulla quale cerca di imporre lo ius primae noctis.

La vicenda si svolge in un folle intreccio, in cui donne e uomini si contrappongono nel corso di una giornata di travolgente passione, colma sia di eventi drammatici che comici, e nella quale si legge la servilità che dimostravano i “servi” rispetto ai padroni stessi.

L’opera è per Mozart un pretesto ed un’occasione per prendersi gioco delle classi sociali dell’epoca. L’intera vicenda può essere letta e percepita come una metafora; come le diverse fasi dell’amore: Cherubino e Barbarina rappresentano l’amore acerbo, Susanna e Figaro l’amore che sboccia, il Conte e la Contessa l’amore logorato e senza più alcuna passione, Marcellina e don Bartolo l’amore maturo.

La sua lirica è come un fiore che sboccia al sole della poesia, l’Opera tocca diverse sensazioni dentro di noi, risuona la comicità e la drammaturgia, si mischiano tragedia e romanticismo, nobile e volgare .

Ci accorgiamo, leggendo tra le battute, la frivolezza del testo elevato dalla musica leggiadra.

La poesia scorre nelle vene dell’Opera, senza darci tregua; ci contagia costringendoci a seguire il flusso dall’inizio alla fine.

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