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PER CHI SCRIVE “W LA FIGC” NEI CESSI PUBBLICI

Avete presente Lisa nei Simpson quando dice: «È meglio rimanere in silenzio ed essere considerati imbecilli piuttosto che aprire bocca e togliere ogni dubbio» e Homer – dopo un colloquio con il suo cervello, che lo interroga preoccupato: «Che diavolo significa? Meglio dire qualcosa altrimenti penseranno che sei stupido» – dice: «Chi la fa l’aspetti», con il suo cervello compiaciuto: «Che fortuna»?

 

Ecco, probabilmente Matt Groening & co avevano pensato ai quadri dirigenti del calcio italiano nel dipingere questo dialogo, con la sola differenza che i vari Tavecchio e Lotito spesso non hanno la stessa fortuna di Homer, tanto che ogni volta che hanno aperto bocca siamo subito riusciti a capire se fossero imbecilli oppure no.

 

Sicuramente tutti si ricordano del famoso «Mangia-banane» in piena elezione, seguito dal celebre panegirico «L’assassino di Kennedy non ha subito quello che ho subito in questi giorni» – roba che, a Carlo Tavecchio, l’avvocato Soul Goodman gli fa una pippa.

 

 

TAVECCHIO ALLA FIFA, ACCELERATE SULLA TECNOLOGIA IN CAMPO

 

Ma se a Tavecchio, dopo qualche anno di presidenza, ormai la Lega nazionale dilettanti iniziava a calzare stretta, perfetta sembrava per Felice Belloli. Tuttavia quest’ultimo, dopo solo sei mesi di presidenza, è stato cacciato a pedate, in quanto pare abbia detto, in riferimento all’aumento del finanziamento per il calcio femminile: «Basta! Non si può pensare sempre a dare soldi a queste quattro lesbiche».

La frase, riportata nel verbale del Consiglio di dipartimento calcio femminile del 5 febbraio e confermata da cinque testimoni (che verranno, tra l’altro, ascoltati dalla Procura federale lunedì 25), è costata a Belloli la sfiducia, votata all’unanimità dal consiglio.

 

Fondamentale per l’esito finale della votazione è stata la presa di posizione di Tavecchio, molto duro contro le parole dell’ex presidente: tutto ciò non deve però sorprendere, perché il presidentissimo già in passato si era dimostrato difensore strenuo del gentil sesso. Solo un anno fa, quando era ancora presidente della Lega dilettanti, ai microfoni di Report diceva: «Noi siamo in questo momento protesi a dare una dignità anche sotto l’aspetto estetico alla donna nel calcio» – a questo punto la giornalista intervistante, un po’ confusa, chiese: «In che senso sotto l’aspetto estetico?» – e Tavecchio continuò: «Perché finora si riteneva che la donna fosse un soggetto un po’ handicappato rispetto al maschio, sulla resistenza, sul tempo, sull’espressione anche atletica; invece abbiamo riscontrato che sono molto simili».

 

 

lotito

 

 

Ora però sono tutti con il fiato sospeso, in attesa che si esprima anche l’onnipresente Claudio Lotito, presidente della Lazio, tuttofare della FIGC e involontario testimonial del «Lei con quella bocca può dire ciò che vuole».

Le premesse ci sono tutte, dato che non molto tempo fa Lotito (le frasi risalgono a una telefonata del 28 gennaio con Pino Iodice, direttore generale dell’Ischia Isolaverde), in relazione alla possibile (all’epoca, oggi reale) promozione di Capri e Frosinone, disse: «Se mi porti su squadre che non valgono un cazzo, noi tra due o tre anni non abbiamo più una lira. […] Fra tre anni se ci abbiamo Latina, Frosinone… chi cazzo li compra i diritti? Non sanno manco che esiste, Frosinone. Il Capri… E questi non se lo pongono il problema».

 

Ma se a Lotito e Tavecchio è andata bene, a Belloli meno. Ma d’altronde si sa, i primi due sono personaggi di spicco, dotati (oltre che di importanti amicizie) di profonda verve linguistica e d’un impeccabile chiarezza espositiva: carismatici, riescono a parlare alle masse. Lotito più volte si è riferito a se stesso e al suo lavoro descrivendosi con opere, aggettivazione e personaggi di Alfieri, Pascoli, Montale e Manzoni; fino ad insinuare (senza dirlo esplicitamente, come i veri signori) che, forse, a ragion della sua promozione del latino, il papa ha deciso di reintrodurre la messa nella medesima lingua. (Quindi, attenzione, perché il passo verso il miracolo è davvero breve)

 

Ma a dare lezioni a tutti è, ancora una volta, Carlo Tavecchio. Nel 2012 pubblicò il libro “Ti presento… Il calcio”, manoscritto pregiato che continua ad andare a ruba: tant’è che con delibera del 19 novembre 2014 fu ordinato l’acquisto di 60.000 copie dal Comitato di Presidenza della FIGC.

Ma, mentre tutti, frettolosamente, si affrettavano a parlare di “conflitto d’interessi”, arrivava un comunicato della Federazione, secondo la quale «Il messaggio didattico e educativo del libro è rafforzato proprio dal ruolo da lui ricoperto».

 

Ma il messaggio è chiaro ed è, probabilmente, molto simile al «Perché io sono io e voi non siete un cazzo» del Marchese del Grillo; o, forse, assimilabile a ciò che disse Lotito qualche anno fa a La Domenica Sportiva: «Il pallone è per tutti, il calcio è per pochi».

Già, quindi se vado ai giardinetti a giocare con i miei amici mangia-banane e le mie amiche lesbiche posso evitare di entrare in spogliatoio e imbrattare le pareti scrivendo “W la FIGC”?

No, perché quelli che giocano a calcio (e non a pallone, come me) sono soliti farlo. Anzi, a volte sbagliano pure a scriverlo, oltre che a parlare.

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