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Recensione – The flight

Dopo Cast Away, Forrest Gump e altre numerose perle del cinema, il regista statunitense Robert Zemeckis si cimenta nella direzione di un nuovo capolavoro: Flight, uscito nelle sale cinematografiche americane a fine 2012 e proiettato in Italia a gennaio di quest’anno. Il film racconta la storia di William Whitaker, comandante di aerei di linea con il brutto vizio dell’alcool e della droga. Dopo una notte di sesso e vizi in compagnia di una giovane hostess, Whitaker si prepara ad affrontare un ennesimo volo: è il volo SouthJet 227 per Atlanta, apparentemente uguale a tanti altri, ma che in realtà cambierà e stravolgerà per sempre la sua vita e quella di cento passeggeri. È una mattina burrascosa, che getta quasi immediatamente il volo nel bel mezzo di una brutta turbolenza ma, a dispetto di quanto lo spettatore si possa aspettare, il comandante Whitaker riuscirà a superarla senza troppe difficoltà. Sarà un guasto meccanico, diverso tempo dopo il decollo, a ribaltare tragicamente la situazione: i comandi non rispondono e pare non esserci modo di evitare la tragedia con lo schianto sulle case sottostanti; ma con una manovra a dir poco stupefacente, Whitaker riuscirà a mantenere l’aereo in aria fino ad un campo semi-deserto, dove tenterà un disperato atterraggio. Miracolosamente, dei 102 passeggeri a bordo ne sopravviveranno 96. Quando William Whitaker si risveglierà all’ospedale di Atlanta, scoprirà di essere divenuto un eroe. La stampa lo acclama, l’America lo ama. Tutto sembra risolto per il meglio, se non fosse per un piccolo particolare: al suo arrivo in ospedale, al comandante è stato prelevato del sangue ed eseguito un test tossicologico dal quale è emerso un elevato tasso di alcool e di droga che basterebbe a condannarlo all’ergastolo per omicidio. Da qui comincia la lotta estenuante per rendere inammissibile il test, per accertare il guasto meccanico e per la disintossicazione di Whitaker dall’alcool e dalla droga. Una lotta dolorosa che trascinerà il pilota in un baratro di disperazione e sensi di colpa, distruggendone ogni minima particella di forza di volontà e devastandolo mentalmente e fisicamente, allontanandolo sempre di più dai propri scopi e dalle persone amate.

Dopo diversi film d’animazione (ultimo dei quali A Christmas Carol uscito nel 2009) Robert Zemeckis ritorna in ottima forma con una pellicola d’impatto, che travolge lo spettatore incollandolo allo schermo e trascinandolo in un vortice di emozioni che toccano il cuore e stringono lo stomaco.

Favoloso e vero fino all’osso nella parte di Whitaker, il colosso del cinema Denzel Washington si guadagna numerose nomination, tra cui quella ai Golden Globe 2013 come migliore attore in un film drammatico e una agli Oscar 2013 come migliore attore protagonista.

John Gatins, sceneggiatore di Flight, spiega come la parte del film dedicata all’incidente aereo sia stata «liberamente ispirata» alla tragedia del volo Alaska Airlines 261 del 31/01/2000, durante la quale l’aereo precipitò nell’Oceano Pacifico dopo aver denunciato «problemi agli stabilizzatori» che causarono la morte di tutti i passeggeri e i membri dell’equipaggio.

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