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Recensione / On the Road

di Francesco Iacona

Quando, guardandone il trailer, ho appreso che sarebbe uscito il film On the Road ho subito pensato: “Andrò a vederlo. Chissà se sono riusciti a farne una trasposizione cinematografica migliore rispetto al libro”.

Qualche anno fa, infatti, suggerimenti trascinanti mi avevano consigliato la lettura del romanzo autobiografico On the Road (Sulla strada, tradotto in italiano) scritto da uno dei più grandi autori statunitensi, nonché ispiratore della cosiddetta Beat Generation che in esso viene raccontata: Jack Kerouac (Jean-Louis Kerouac all’anagrafe). Mi cimentai così nella lettura di quelle che solo col senno di poi scoprì, essere le 362 pagine più noiose in cui mi sarei mai imbattuto. Una narrazione tediosa e pesante ha rovinato la lettura di quella che sarebbe dovuta essere una storia bellissima, accaduta realmente peraltro, in quanto autobiografica.

Perciò le attese sul film erano positive: più noiosi del libro non si può. Ma ci sono andati vicini. Scene statiche e in alcuni casi senza senso o addirittura discordanti dai fatti narrati nel romanzo l’anno fatta da padrone.

Inoltre, la trama si è soffermata ben poco su quelli che dovrebbero essere i temi centrali del racconto: il viaggio e la voglia di libertà, di mettersi in gioco e d’avventura.

Il film, al contrario, è sembrato avvicinarsi molto al genere pornografico, con immagini di scene di sesso etero e omosessuale, libero e a pagamento, a due o più partecipanti; per non parlare della scena in cui i due protagonisti, Sal Paradise e Dean Moriarty, si trovano a guidare nudi nel sedile anteriore di una macchina con in mezzo una ragazza, anch’essa nuda, impegnata a fare cose non citabili per pubblica decenza.

La ragazza in questione sarebbe Marylou, l’ex giovane moglie di Dean, che rappresenta in malo modo lo stereotipo della donna dai facilissimi costumi e dalla concezione della vita decisamente confusa. A interpretarla è Kristen Stewart – la conquistatrice di lupi e vampiri di Twilight. E qui la scelta non poteva essere più azzeccata: attrice modesta per un ruolo modesto.

Tutto questo è un gran peccato, perché la Beat Generation e le avventure dei suoi folli personaggi rappresentativi meriterebbero di essere raccontati meglio: con più entusiasmo, con più scioltezza di fruizione per il lettore/spettatore che dovrebbe sentirsi coinvolto e invogliato a dare una sterzata alla propria vita, preparando una valigia e partendo, accompagnati da un buon amico o anche da solo, senza necessariamente sapere dove andare. Perché l’importante è il viaggio, non la meta. È questo che insegna la Beat Generation. 

2 pensieri riguardo “Recensione / On the Road

  • Uff… che peccato! 🙁 Mi aveva incuriosito il romanzo di Kerouac, non foss’altro per capire meglio quella Beat Generation che mi ha colpito nelle letture poetiche di Dario Bertini… Mi dispiace seriamente che l’opera sia stata strapazzata in questo modo.

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    • Francesco Iacona

      Come ogni interpretazione anche quella che ho esposto sopra è soggettiva.
      Io ho semplicemente esposto il mio parere riguardo ai metodi narrativi di una storia che meriterebbe di essere raccontata in maniera diversa.
      D’altro canto, è innegabile che “On the Road” sia un romanzo apprezzato e riconosciuto da molti. Perciò, quello che ti consiglio è di non lasciarti fuorviare dalle varie recensioni (positive o negative che siano): leggi il romanzo, in modo da farti la tua opinione.
      Dopo di che, sarei curioso di ascoltare il tu parere!

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