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ASTENERSI ELETTORI

“La maggioranza dei siciliani non è andata a votare, ma sarà ugualmente governata.” scriveva qualche giorno fa Michele Serra (la Repubblica, 30 ottobre 2012). Questa frase cadeva subito dopo la prima di quella che sarà una lunghissima serie di votazioni per noi italiani, specie in quelle regioni le cui giunte si sono disgregate di recente, e ancora di più per gli elettori di Pd e Pdl, chiamati anche a pronunciarsi sul proprio leader di partito.

Questa frase, insomma, cadeva. E probabilmente nel vuoto. Perché una popolazione associata ormai con naturalezza all’aggettivo “sfiduciata” non parteciperà con entusiasmo alle elezioni della “casta”. Alcuni non voteranno perché non avranno voglia di alzarsi dal divano, o perché non sapranno che si vota. Altri perché tanto sono tutti uguali, non cambia niente. Altri ancora per dare un segnale di protesta verso sistema politico. Pigrizia, ignoranza, disincanto e rabbia, di per sé così diversi, saranno computati tutti sotto la voce di “astenuti”. Tutti, per un motivo o per l’altro, avranno disatteso il diritto-dovere principe della democrazia: il voto. E tutti, riprendendo Serra, saranno governati.

Siamo allora certi che la (di per sé squallida e qualunquista) scelta del “meno peggio” non sia preferibile? Si dice che non è giusto votare A perché ci ripugna meno di B. Ma giriamo la frase in questo modo: troviamo che A, per quanto lontano dal soddisfarci, sia meglio di B. Non è proprio il meccanismo dello Stato democratico, votare il candidato migliore affinché provveda a amministrare la cosa pubblica? Oppure: troviamo che tutti siano indecenti, che vadano pensionati per sempre, che siano una manica di corrotti che sta rovinando il paese. Legittimo. Ma allora ribelliamoci attivamente: e non dandoci all’antipolitica, perché l’antipolitica alle elezioni non può esistere: ogni atto che riguardi lo Stato è di per sé politico.

Diamoci alla politica nel senso più ampio del termine, partecipando (c’è bisogno di menzionare Gaber?), protestando civilmente, informandoci. Non dimentichiamo, pena la rovina estrema, che siamo noi questo Paese, e le scelte possono e devono essere nelle nostre mani: la non espressione, l’astensione, è muta e nascosta e, per questo, debole.

Un pensiero su “ASTENERSI ELETTORI

  • Se c’è astensionismo a partire dalle elezioni per la rappresentanza universitaria in cui si ha veramente un contatto diretto con i tuoi rappresentanti la cosa è veramente grave.
    Vorrei fare un appunto sull’astensionismo siciliano: la maggior parte degli studenti che sono venuti a votare all’università sono siciliani…non dico numeri perchè non ne ho di ufficiali, ma facendo due elementari conti si capisce perché in Sicilia non vota nemmeno la metà degli aventi diritto al voto.

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