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Pagelle della Serie A – 28^ giornata

di Giuseppe Enrico Battaglia

La Serie A si accoda ad altri tra i maggiori campionati Europei. Agnelli prepara la festa scudetto, mentre a Napoli stanno già sfornando l’ultimo grido dell’industria dolciaria: babà con la cicuta. Il tutto mentre i centometristi rossoneri, col loro accento bauscia, si collocano ormai stabilmente nel podio sinonimo di elite europea, e il Palermo TITANICo affonda contro l’iceberg Siena.

In tutto questo una menzione d’onore va riservata al pescara, la cui pur breve presenza in Serie A ha creato un’ondata di umorismo e satira calcistica che non si vedeva dai tempi del grande Treviso di Pinga e Cottafava.

Nell’attesa che Bettarini e Simona Ventura tirino su un reality show sulla talpa di casa Inter, andiamo a soffermarci sui fenomeni per caso e da baraccone che hanno allietato il lungo fine settimana che ci siamo ormai lasciati alle spalle.

Giampaolo Pazzini voto 8,5: l’adagio recita che “andando con lo zoppo si impara a zoppicare”. Bomber Pazzini, non esattamente il re dei cecchini, ci fa una figura da eroe quando, con una gamba inutilizzabile, scaglia un bolide alimentato a kerosene e neutrini in porta piegando la traversa al suo volere, ottenendo pure le ferie pagate per la serata di gala contro il Barcellona. STORPIO

Paul Labile Pogba voto 8: laureatosi con lode e bacio accademico in geometria alla facoltà di Lettere, l’unica cosa che sbaglia nella giornata dello Juventus Stadium è l’acconciatura.
Il resto è un florilegio di sgroppate ottime, lanci al limone duro e tackle puntuali come un orologio svizzero.
Se questo è il futuro, accomodiamoci speranzosi in poltrona. BAMBINO PRODIGIO

 

Morgan De Sanctis voto 4: accidenti quante ne combina. Se sul primo goal ha la stessa colpevolezza del guidatore disattento fotografato dall’autovelox, nel secondo viene beccato a dormire sul lavoro come i peggio negligenti. Non essendo la prima volta che gli capitano svarioni simili, c’è da chiedersi se sia davvero bravo come sostiene. BORIOSO

 

 

 

 

 

Carvalho de Oliveira Amauri voto 9: una rovesciata e un’incornata nel primo tempo gli servono per rendere le misure a Gillet e difensori granata. All’intervallo, Donadoni non gli fa nessun discorso motivazionale, gli porge una copia del Corriere della Sera, e lì avviene l’epifania: Italia senza maggioranza, Vaticano senza Papa. Al grido “ora o mai più”, inizia la ripresa con il turbo e cala un tris che vale alla sua squadra ribaltone e posta in palio. Tutta. JACKPOT

 

 

Victor Segundo Ibarbo Guerrero voto 8: segna il primo goal su rapina, retaggio della sua infanzia trascorsa nella periferia di Bogotà (no, non c’è razzismo dietro a questa boutade). Il terzo è una incornata dura e pura, ma è sulla seconda rete che fa il capolavoro: stop con la proverbiale terza gamba, non perfetto stilisticamente, e sassata a 216 km/h che trafigge Romero. Un goal di sfondamento, in ogni senso. ARIETE

 

 

 

 

 

per bocciare il pagellista su Twitter: @_batrax

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