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Inaugurazione anno accademico 2010-2011: tra passato e futuro

di Roberta Odicino

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“Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta, dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa…” . Così inizia  l’anno accademico 2010-2011. Precisamente il 650°, come gli anni della nostra università. La tradizionale Cerimonia di inaugurazione è stata aperta dall’Orchestra Universitaria “Camerata de’ Bardi” che ha suonato e cantato l’inno di Mameli, in onore del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Il discorso del Rettore Angiolino Stella, che è seguito, ha ripercorso brevemente la storia dell’ateneo pavese, citando il gruppo Coimbra ,che raggruppa le università storiche europee, i grandi maestri che a Pavia hanno insegnato come Alessandro Volta, Ugo Foscolo e Camillo Golgi e sottolineando la grande rilevanza dell’università nell’ambito scientifico.

Successivamente il Rettore si è concentrato sul presente, evidenziando i problemi attuali dell’ambiente universitario: dalla diminuzione delle iscrizioni, al problema dei fondi, fino al tasso di disoccupazione dei laureati. Altro tema fondamentale è stato quello della ricerca e dei ricercatori, Stella ha segnalato la qualità della ricerca italiana oscurata troppe volte dalla scarsa quantità (sia di fondi che di personale). Ha concluso il suo discorso esprimendo un suo sogno ovvero quello di sentir parlare dei lati positivi e delle eccellenze dell’università italiana più che dei suoi problemi.

La cerimonia è continuata con il discorso dell’ospite d’onore Octavi Quintana Trias, Direttore della European Research Area Research and Innovation, della Commissione Europea ed è proseguita con il discorso di Elisa Romano, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Ateneo pavese, dal titolo “Umanesimo e Humanities: il passato e il presente”. Infine si è conclusa con l’esecuzione dell’inno goliardico da parte del Coro della Facoltà di Musicologia.

L’aula Magna, dove si è svolta la cerimonia, era affollata da molte autorità ed ex laureati ma da pochissimi studenti, come era del resto prevedibile visto che per molti questo era un giorno senza corsi.

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