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Harry Potter e la pietra filosofale: differenze tra film e libro

La saga cinematografica di Harry Potter è una delle più conosciute in Italia e nel mondo. Ma come ben sappiamo, le vicende del maghetto nascono dalla penna di J. K. Rowling, che pubblica una serie di sette libri tra il 1998 e il 2007. Alcuni, forse i meno appassionati di lettura e letteratura, si sono innamorati della saga attraverso il cinema; i più, di entrambe. Per quest’ultima categoria, però, sembra impossibile non notare alcune differenze fondamentali tra libri e film.

Prima di addentrarci nelle differenze che intercorrono tra il libro e la trasposizione cinematografica, sono necessari alcuni piccoli accorgimenti.
Innanzitutto, c’è da prendere in considerazione il fatto che quando i primi quattro film sono sbarcati nelle sale cinematografiche (in Italia, rispettivamente nel 2001, 2002, 2004, 2005) la saga letteraria non era ancora stata terminata dall’autrice, e questo, in parte, giustifica alcune scelte prese dai registi che si sono poi rivelate poco funzionali. Per fare un esempio, nei film il personaggio di Dobby compare soltanto nel secondo capitolo e nella prima parte del settimo, come se il suo ruolo nella totalità della vicenda fosse marginale, per poi scoprire che il piccolo elfo gioca un ruolo determinante: infatti sarà lui, sacrificandosi, a portare in salvo Harry e i suoi amici dalle grinfie del Castello Malfoy, dove il padrone di casa, Lucius, stava per invocare Lord Voldemort attraverso il Marchio Nero. Sempre per lo stesso motivo sono da attribuire le differenze dei nomi che si trovano tra l’edizione inglese e quella italiana, sia nei libri che nei film: come spiega Stefano Bartezzaghi, curatore dell’edizione Salani® del 2018, ristampata in occasione del ventennio della prima uscita della saga, nella prima edizione italiana – e come spesso succede nei libri per bambini – i cognomi di alcuni personaggi sono stati tradotti in maniera evocativa. Un esempio? Neville Longbottom, nell’edizione italiana, diventa Neville Paciock: si direbbe mai che un ragazzino dal nome così buffo giochi il ruolo forse più importante nel finale della saga?

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Dopo questa breve ma fondamentale premessa, ecco le principali differenze tra il primo capitolo della saga e la sua trasposizione cinematografica.
Harry Potter e la pietra filosofale (regia di Chris Columbus) esce nelle sale italiane nel 2001, e insieme al secondo capitolo e in parte al terzo è uno dei più fedeli nei confronti del libro, forse anche per la lunghezza dei racconti, che sono i più brevi della saga.
Il film si apre con l’arrivo di Silente (Dumbledore nell’edizione originale) a Privet Drive 4, residenza degli zii e futuri tutori di Harry Potter. Qui avviene un breve scambio di battute con la professoressa McGranitt (McGonagall nell’edizione originale), in cui lei chiede se siano vere le notizie, e lui, con la calma che contraddistingue per l’intera serie il personaggio, asserisce, dicendo che sono vere sia le notizie buone che quelle cattive. Subito dopo si ha l’arrivo di Hagrid che porta con sé il fagotto con dentro Harry ancora neonato, che verrà lasciato sulla soglia della casa degli zii, specificando che sono gli unici parenti che il bambino abbia.
Nel libro, invece, in prima battuta viene presentata la famiglia Dursley, definita come orgogliosa di essere perfettamente normale: infatti zia Petunia ha sempre ripudiato la sorella Lily, madre di Harry, per i suoi poteri magici, e così zio Vernon, che non ha mai tollerato tutto ciò che era fuori dall’ordinario. Valeva quindi forse la pena inserire anche una breve scena di presentazione della famiglia Dursley per spiegare le origini dell’aspro rapporto che ben emerge nei minuti successivi tra questa e il giovane Harry Potter.
Un altro passo di cui nel film non viene fatta menzione è la morte dei Potter, nel libro accennata dal dialogo tra Silente e la McGranitt.

Il film procede abbastanza fedelmente fino all’arrivo di Hagrid nella capanna in mezzo al mare, dove zio Vernon e famiglia si erano rifugiati a causa del continuo arrivo di lettere da Hogwarts indirizzate a Harry, ancora ignaro di essere un mago. Infatti, nel film Hagrid dice soltanto che è un affronto raccontare al ragazzo orfano che i genitori sono morti in un incidente d’auto, mentre nel libro viene spiegato l’episodio della morte di James e Lily Potter. Ma la scena non viene tagliata del tutto: Hagrid infatti racconta ad Harry della morte dei genitori più tardi, al Paiolo Magico, dopo gli acquisti a Diagon Alley.
Nella fase iniziale del racconto, però, il Paiolo Magico e Diagon Alley, giocano un ruolo molto importante, che nel film viene del tutto trascurato. Nel film quando Harry entra per la prima volta nel pub dei maghi, riceve sì l’attenzione degli astanti, ma è una reazione moderata. Nel libro, al contrario, viene accolto da applausi e da un’ondata di persone che vogliono anche solo vederlo da vicino e stringergli la mano: si tratta infatti di una scena piuttosto significativa in quanto rappresenta il primo impatto di Harry con il mondo magico. Forse avrebbe meritato un po’ più di attenzione.

Un’altra scena che nel film viene completamente tagliata è l’incontro tra Draco Malfoy ed Harry a Diagon Alley, da Madame Malkin: abiti per tutte le occasioni. Effettivamente, non si tratta di una scena fondamentale per l’andamento della storia, ma delinea molto bene gli ideali del giovane Draco e il suo carattere antitetico rispetto a quello di Harry. E sempre in merito al rapporto Harry-Draco, nel film c’è una grossa mancanza: gli episodi di bullismo e arroganza di Draco nei confronti di Harry e i suoi amici, Hermione, Ron e Neville, sono sporadici, mentre nel libro sono quasi una costante.

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Ecco che nel film, subito dopo gli acquisti a Diagon Alley, si passa subito a settembre. Nel libro Harry passa ancora un mese a casa degli zii prima di recarsi a Hogwarts, in cui il rapporto tra il ragazzo e gli zii si fa ancora più aspro: ora si comportano come se Harry non esistesse, ignorandolo completamente, facendolo sentire possibilmente ancora più solo.
Inoltre, nel film Harry arriva alla stazione di King’s Cross con Hagrid, mentre nel libro sono gli zii ad accompagnarlo. Questo passo, però, è piuttosto significativo. Il binario di partenza dell’Hogwarts Express è il binario 9¾, non visibile a coloro che non hanno poteri magici, i Babbani: qui zio Vernon si prende gioco del ragazzo, spaesato perché non sa dove andare. Harry riuscirà a raggiungere la banchina solo grazie all’aiuto provvidenziale dei Weasley. Nel film il primo a conoscere l’identità del giovane mago è Ronald Weasley, a bordo del treno; nel libro a riconoscere Harry sono Fred e George prima di salire sul treno scarlatto. A questo punto, tutti i fratelli Weasley sono curiosi di conoscere il famoso Harry Potter, persino la sorellina più piccola, Ginny, che ancora non ha l’età per andare a Hogwarts. A questo punto vi è un dialogo tra la madre e i gemelli che è piuttosto significativo:

«L’hai già visto, Ginny, e quel povero ragazzo non è mica un animale dello zoo. Ma è davvero lui, Fred? Come lo sai?»

«Gliel’ho chiesto. Ho visto la cicatrice. È proprio… come una saetta»

«Povero caro… non c’è da stupirsi che fosse solo, allora. È stato così beneducato quando mi ha chiesto come raggiungere il binario!»

«Ma a parte questo, pensi che ricordi che aspetto aveva Tu-Sai-Chi?»

[…] «Ti proibisco di chiederglielo, Fred! Non ti azzardare a farlo. Non c’è proprio bisogno di ricordarglielo il primo giorno di scuola».

Probabilmente, questo dialogo viene tagliato dalla regia perché ancora non si conosceva il rapporto sempre più intenso che legherà Molly a Harry, che lo accudisce come se fosse suo figlio: è evidente, però, che la Rowling aveva già le idee molto chiare a riguardo.

Il viaggio e l’arrivo a Hogwarts sono piuttosto fedeli al libro, eccezione fatta per due elementi: il secondo incontro tra Draco e Harry, dove per la seconda volta viene ben messa in evidenza l’arroganza del futuro giovane Serpeverde, e la scena del Cappello Parlante che intona una canzone. Questa seconda scena sarebbe stata importante in quanto attraverso il breve motivo modulato dal vecchio cappello descrive le diverse qualità che ognuna delle quattro Case ricerca nei suoi studenti.

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Un’altra mancanza piuttosto significativa nel film rispetto al libro è il corso di Storia della Magia e del professore che la insegna, il professor Rüf (Binns nell’edizione originale), unico insegnante fantasma della Scuola. Per quel che riguarda i personaggi che non vengono messi in scena, è un peccato anche che non venga fatta menzione di Pix il Poltergeist (Peeves nell’edizione originale), che spesso mette i giovani protagonisti in situazioni spiacevoli.

Il film procede, quasi di pari passo con il libro. Un’eclatante discrepanza si trova nella scena in cui Harry, diventato Cercatore per i Grifondoro, riceve una Nimbus Duemila dalla professoressa McGranitt: nella trasposizione cinematografica, infatti, il ragazzo apre il pacco a tavola, davanti a tutti gli altri studenti, mentre nel libro, insieme alla scopa, Harry riceve una lettera della professoressa in cui viene detto di non aprire il pacco a tavola: è infatti proibito agli studenti del primo anno possedere un proprio manico di scopa.

Nella seconda metà del film le discordanze con il libro si accentuano. Partendo dalla vicenda di Norberto, il cucciolo di drago in possesso di Hagrid, la storia prende una piega diversa. Infatti, nel film Draco esce dal castello oltre gli orari previsti per incastrare Harry, Ron e Hermione in visita al guardiacaccia, dopo di che, tutti e quattro vengono mandati in punizione per aver infranto il regolamento; inoltre nel film il cucciolo di drago viene spedito per volere di Silente in un allevamento in Romania da Charlie, secondogenito della famiglia Weasley.
Nel racconto della Rowling, invece, saranno solo Harry ed Hermione a consegnare Norberto a Charlie e i suoi amici, in cima alla Torre di Astronomia, in quanto Ron, morso dal drago, si trovava in infermeria. Neville nel frattempo si era alzato dal letto per avvertire i suoi compagni che Draco li stava seguendo per coglierli sul fatto, ma il poverino viene trovato dalla McGranitt, mentre Harry ed Hermione vengono trovati dal custode Gazza (Filch nell’edizione originale). A questo punto a scontare la punizione saranno Harry, Hermione, Neville e Draco.

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Come nel libro, la punizione dei quattro ragazzi viene scontata nella Foresta Proibita, ma qui, fin da subito, a fare coppia nella Foresta saranno Malfoy e Harry anziché Malfoy e Neville, e poi solo in un secondo momento Draco e Potter, dopo che il giovane Serpeverde si è preso gioco di Neville, terrorizzandolo con uno scherzo di cattivo gusto.
Un elemento di forte discrepanza si riscontra sempre durante la punizione nella Foresta: l’incontro con i centauri. Nel film infatti l’unico centauro che si vede è Fiorenzo, che salva Harry da Voldemort; nel libro i primi a incontrare i centauri sono Hagrid, Hermione e Neville. Qui Hagrid chiede a Bane e Ronan se hanno visto qualcosa di strano, ma questi non rispondono se non con frasi piuttosto criptiche sulla lettura e l’interpretazione degli astri. Inoltre, i due centauri si infuriano con Fiorenzo che ha portato in salvo il giovane Harry: in questo modo, ha interferito con la profezia astrale. Inoltre, da questo passo emerge che i centauri siano esperti di lettura e interpretazione degli astri, ma nel film il fatto non viene menzionato: peccato, perché nel quinto capitolo della saga, il centauro Fiorenzo diventerà insegnante di Divinazione. Ma questo il regista ancora non poteva saperlo.

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Nella parte finale troviamo due differenze fondamentali tra film e libro. Quando Harry incontra il Professor Raptor (Quirrel nell’edizione originale) al di sotto della botola, si vede che il Professore non può sopportare il contatto di Harry, ma non viceversa. Infatti nel film Raptor/Voldemort prende per il collo il ragazzo, e solo quando Harry gli afferra le mani questo lascia la presa per il dolore, mentre nel libro l’intolleranza al contatto è reciproca: il Professor Raptor soffre anche quando è lui a toccare Harry.
Sempre a proposito di Raptor, che alla fine si scopre che dietro al turbante nasconde quel che resta di Lord Voldemort, nel film sembra che il suo corpo sia condiviso sin dall’inizio del film, mentre in realtà, dalla lettura del romanzo, ben si intende che Voldemort entra nel corpo del professore solo dopo il fallito colpo alla Gringott.
Infine, un passo tagliato nel film è il dialogo tra Harry e Silente in infermeria: il giovane, dopo essere rinvenuto, chiede al vecchio mago perché Raptor non potesse tollerare il contatto fisico, e in questo modo scopre che la madre si è sacrificata per salvarlo. A questo punto Harry domanda perché Voldemort volesse ucciderlo e Silente gli dice che ancora non è giunto il momento che lo sappia: l’inserimento di questa scena all’interno del film avrebbe forse creato una forte suspense per il seguito della saga.
All’interno dello stesso dialogo, inizia a emergere il complicato rapporto tra il Professor Piton (Snape nell’edizione originale) – che sembra odiare in tutto e per tutto il giovane Harry, quando in realtà già nel corso del primo episodio della saga gli salva la vita – e la famiglia Potter. Ma anche questo scambio di battute viene eliminato dalla regia. Chi poteva infatti sospettare chi fosse in realtà Piton?

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