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Finalmente ecco OKC, Warriors imbattibili

La settimana natalizia si sa, è una delle più dense dell’anno per quanto riguarda i match di Nba, ma cerchiamo di fare il punto della situazione riassumendo i fatti principali di questa mini-maratona di palla a spicchi degli ultimi 7 giorni.
Al terzo posto ad Est troviamo l’armata dell’Ohio, i Cleveland Cavaliers, che procedono a singhiozzo un po’ come hanno fatto finora. Sì, ci sono da sottolineare particolari scivoloni negli ultimi giorni perchè, come dice il tabellino, i Cavs sono a 3 perse nelle ultime 4 partite giocate, ma allargando un po’ la prospettiva si nota un 6-10 (partite vinte su ultime 10 partite giocate) che dimostra come la flotta del Re resti ancora uno scoglio bello duro da superare per chiunque voglia accedere al podio della Eastern Conference. I Rockets, pur mantenendo ben salde le mani sull’argento della Western Conference (subito dietro agli Warriors) e guadagnandosi, partita dopo partita, il primo posto nella lega per punti segnati a partita tra tutte e 60 le franchigie, scivolano su una grossa buccia di banana e concedono ai loro avversari le ultime tre partite (OKC, Clippers e Lakers). Nonostante questo, Harden continua a dimostrarsi, se non in forma da MVP, sicuramente da trascinatore quando (dato che appare ormai impossibile il contrario) i Rockets faranno il loro ingresso ai playoffs di questa stagione. Supera, infatti, in due partite consecutive, i 50 punti a referto.
Un ampio e dettagliato capitolo, forse addirittura una conferenza intera, andrebbe dedicata al capolavoro, che con sapiente pazienza, Steve Kerr ha intagliato nella baia di San Francisco negli ultimi anni. Vincevano prima, con quasi tutte le stelle in infermeria, figuriamoci adesso che il firmamento degli Warriors risplende come forse non faceva da inizio stagione. Unico assente è Curry, la cui mancanza si nota poco o niente. A Natale vincono in volata contro i Cavs grazie a una coppia di attaccanti come Durant e Thompson che vedono una vasca da bagno al posto del canestro, e allo stesso tempo un Draymond Green che, oltre alla tripla doppia, mattone dopo mattone costruisce un muro difensivo che concede ai Cavaliers un misero 31% dal campo. Contro Utah suonano la campana delle 9 vittorie nelle ultime 10 partite. Sì perchè anche gli Warriors sono umani, ed è proprio quella sconfitta nelle ultime dieci partite a dimostrarlo: arriva contro i Nuggets ed è la peggior prestazione dei guerrieri della Baia da quando al comando si insediò Kerr. Golden State non si accende mai davvero, 20 errori consecutivi da dietro l’arco dei tre punti e la partita è servità su un piatto d’argento a Denver.
Un’ottima ripartenza è quella dei Thunder che, dopo le ultime critiche riguardanti il flow di gioco rallentato da 3 big che tendono ad incentrare su di sé l’azione di 24 secondi (Westbrook, George e Anthony), zittiscono tutti infilandone 6 di fila, tra cui match dall’elevato tasso di difficoltà. Abbattono infatti, oltre ai Jazz contro cui Westbrook segna l’undicesima tripla doppia di stagione, due armate come i Rockets (nel giorno di Natale) e Raptors. Anche Boston si accende a sprazzi: Irving ne mette 25 per la vittoria contro i Bulls, ma i Celtics devono cedere il TD Garden agli Wizards e per un breve lasso di tempo cadono persino dal gradino più alto ad Est. Ma la vittoria contro gli Hornets, in contemporanea con lo scivolone dei Cavs contro un Air Canada in modalità vintage (Vince Carter, Sacramento Kings) gli restituisce l’oro nella propria conference. La grandiosa remuntada contro i Rockets li consolida in cima all’Olimpo dell’est.
Altri due sprint degni di nota sono quelli dei Bulls e dei Pistons. Quelli della Windy City ne concedono solo 2 agli avversari, delle ultime 11 partite giocate, evidenziando come siano intercambiabili e flessibili soprattutto nei finali: contro i Bucks è Mirotic la guida negli ultimi minuti, mentre contro i Knicks è Markkanen a siglare la vittoria di Chicago. I Pistons, dopo lo scivolone di due settimane fa, si sono dati da fare e, con vittorie pesanti come contro Indiana, New York e Orlando, risalgono la classifica con passi da gigante e ora lì troviamo proprio dietro alle 3 big dell’Est. A tallonare le 3 armate al comando ad Ovest troviamo invece l’outsider guidata da Butler, ovvero Minnesota. L’ex secondo violino dei Bulls, che ora viaggia a 21 punti di media a partita, insieme ad un’altra vecchia conoscenza di Chicago, l’allenatore T. Thibodeau, trascinano i TWolves a 5 vittorie di fila (8 nelle ultime 10 partite).

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