Università

Costruiamo il futuro: se non per tutti, per chi?

In occasione dello Sciopero Generale di CGIL e UIL indetto per il 12 Dicembre, l’esecutivo nazionale dell’Unione degli Universitari – UDU e della Rete degli Studenti Medi – i sindacati studenteschi più rappresentativi e maggiormente radicati in Italia – hanno deciso di attraversare il Paese al volante di un Minivan e con un progetto in spalla: “Costruiamo il Futuro”.

 

«Il nostro viaggio attraverserà tutto il Paese» dice Gianluca Scuccimarra, coordinatore nazionale degli universitari, «da Venezia a Palermo, con assemblee, iniziative e manifestazioni. Percorreremo l’Italia delle generazioni precarie, creando spazi di confronto e di proposta; incontreremo studenti, praticanti, giovani precari di tutti i settori, dalla ricerca al commercio».

 

L’idea, dal 19 Novembre al 4 Dicembre, è quella di riaprire spazi di discussione: la critica maggiore rivolta al Governo Renzi è infatti la concezione verticistica delle decisioni prese “in nome dell’efficienza del cambiamento”. Ne sono perfetti esempi il Jobs Act, la Legge di Stabilità e la riforma elettorale sui quali il confronto con le parti sociali e sindacali è stata ridotta a zero: «Il confronto (con il Governo, ndr) è solamente formale mentre noi crediamo che il cambiamento parta ascoltando le nostre generazioni, il mondo dell’istruzione e del lavoro» .

 

Gli studenti vogliono ridare voce a quelle parti sociali che hanno qualcosa da dire, che non permettono che la democrazia e la rappresentanza sia svuotata del suo significato. Gli studenti vogliono riaprire la strada a quelle scuole, università, luoghi di lavoro che stanno toccando con mano le difficoltà della crisi e, soprattutto, delle “spinte individualiste” che lacerano le rivendicazioni dall’interno, «a partire dall’istruzione, dove si cerca di imporre una logica di competizione ed esclusione mascherandola dietro una presunta meritocrazia». «Esistono però»  dice Alberto Irone, portavoce dei medi «una pluralità di realtà studentesche, sociali, culturali e sindacali, che portano avanti esperienze innovative di mutualismo, rappresentanza, creazione di spazi sociali; che hanno idee e proposte per il lavoro, l’istruzione, l’economia del nostro Paese».

 

Parte dunque dalla consapevolezza di essere “la generazione precaria” un viaggio attraverso “l’Italia che non racconta nessuno”, come ben raccontato nel blog dell’iniziativa www.direzionediritti.it. Parte dagli studenti il desiderio di spezzare la mera retorica dei dati e degli slogan per avere realmente un tavolo di trattative, un piano di confronto e non «numeri, percentuali e statistiche, buone per editoriali e schede dei talk-show, che restituiscono freddamente e solo in modo parziale, l’immagine di un Paese bloccato in una stagnazione sociale, prima che economica, in cui le nostre generazioni, perennemente “giovani”, sono impantanate in un presente di precarietà permanente e stanno perdendo l’ambizione stessa del futuro».

 

Saranno proprio queste voci a sottoscrivere l’appello “Costruiamo il Futuro: se non per tutti, per chi?” lanciato con la piattaforma di Direzione Diritti. Saranno proprio queste voci che il 12 Dicembre, a fianco dei lavoratori, scenderanno in piazza con le idee ben chiare: ridefinire il modello di crescita, ripartendo dall’istruzione, ridando dignità e diritti al lavoro, rafforzando il welfare, rivendicando quindi il proprio Futuro.

 

Contatti dell’iniziativa:

Sito web: http://www.direzionediritti.it

Appello: http://www.direzionediritti.it/appello/

Facebook: https://www.facebook.com/direzionediritti

Twitter: https://twitter.com/Senonxtuttixchi

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