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Recensione – Striplife, 64minuti a Gaza

“Il film non parla di guerra, ma di vita”. È questo l’incipit della breve presentazione fatta da Nicola Grignani, uno dei registi di Striplife, il singolare documentario che racconta della vita quotidiana nella striscia di Gaza. In occasione dell’ottava edizione del Festival dei Diritti, che coinvolgerà la città di Pavia fino al 30 novembre, questo breve film è stato scelto come apri-fila degli altri che seguiranno nel corso del mese. Ogni edizione del festival è incentrata attorno a un’unica tematica: il 2014 vede come protagonista il tema della “Felicità”.
Apparentemente non vi pare essere nulla che accomuni la felicità con il passare dei giorni nella striscia di Gaza: è appunto questo che fa di Striplife una voce fuori dal coro, un suggestivo resoconto del lato sconosciuto di questo territorio. La felicità esiste anche a Gaza, come testimoniano i personaggi. Il rapper, che continua a esprimere se stesso mediante la sua musica, la cui esecuzione in pubblico è dal 2007 vietata da Hamas, i giovani che tra le macerie fanno parkour nonostante i bombardamenti vicini, la giornalista e i pescatori, il fotografo sulla sua sedia a rotelle che, nonostante abbia perso le gambe nel 2008 mentre fotografava i bombardamenti israeliani, continua a fare il suo lavoro, e il contadino che lavora i campi nella “buffer zone”, a pochi passi dall’esercito israeliano, seminando senza la certezza del raccolto.

 

Protagonista del documentario è una giornata a Gaza. Una giornata come tutte, e come tutte determinante, in un territorio in cui sembra non si viva, ma si tenti di vivere. Eppure si va avanti. Mano a mano che le scene si susseguono si riesce a capire come anche lì, in un modo o nell’altro, l’’esistenza possa acquistare bellezza e incanto. La maestria dei registi sta proprio in questo: nella semplicità del film, nelle riprese della vita quotidiana degli abitanti di Gaza. Sembra tutto molto lontano e allo stesso tempo molto vicino a quelle immagini di guerra che trasmettono i media, spesso tanto violente quanto stereotipate e piene di retorica. Striplife ha la dote di sfuggire a tutto questo. Grazie soprattutto alla singolare carica delle immagini, non scade nella moralità inzuppata nel miele e nella banalità vestita a festa.

 

Se volete avere una chiara, ma soprattutto realistica idea di ciò che accade nella Striscia, questa è la produzione sicuramente più adatta. Tuttavia anche se la tematica non dovesse essere di vostro grande interesse, credo fermamente che abbia la capacità di indurre ad una riflessione, forse comune e ripetitiva, ma i cui elementi ed espedienti non sono soliti essere proposti e considerati. Striplife trasmette esattamente ciò che vuole raccontare. Toccante, attento, vero.

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