Riflessioni

E se stasera colorassimo?

I colori, come i lineamenti, seguono i cambiamenti delle emozioni.

Pablo Picasso

Il colore soprattutto, forse ancor più del disegno, è una liberazione.

Henri-Emile Matisse

Caro fuori sede, quante volte arrivi a casa stanco da una giornata in università e ti fiondi a letto (col pensiero di doverti ancora preparare la cena) maledicendo il giorno in cui hai scelto di vivere da solo?

Caro pendolare, sono forse rari gli episodi in cui non riesci a prendere il treno giusto e devi stare ore ad aspettare il successivo, sapendo di aver perso ogni possibile coincidenza?

Tutto questo causa stress? Non è un problema. Oggi è nata una nuova moda, una tendenza che farà a caso nostro nei momenti peggiori del percorso universitario.

In Francia, Spagna e Regno Unito è già realtà: i libri da colorare per adulti, di qualsiasi fantasia, carattere e stile, invadono da qualche mese le librerie (anche italiane).

Alcuni sostenitori fanno riferimento ai ‘mandala’ di Jung, psicologo tedesco del secolo scorso, che utilizzava questa tecnica come strategia di rilassamento. Essi erano originari dell’India, con una forma circolare simile ai rosoni delle chiese e rappresentavano la vita, la nascita, la maturità, la rinascita, ovvero i simboli che permettevano di concentrarsi su se stessi, allontanando i pensieri negativi.

Si pensa che colorare sia una cosa da bambini, tornano in mente i pomeriggi impiegati a temperare le matite (e fare la raccolta delle puntine di diverse tonalità), si ricordano le lotte con i compagni delle elementari per accaparrarsi i pennarelli più belli, i colori più luminosi e si sospira pensando alle lunghe attese di quando il vostro compagno di banco colorava il cielo con l’azzurro che, proprio in quel momento, dovevate utilizzare voi!

Ma vicino a queste immagini del passato, non ci sono anche la leggerezza e la tranquillità con cui affrontavamo questo compito?

Nonostante l’infanzia sia finita, numerosi studi hanno provato che colorare non solo è bello, ma fa anche bene!

Nel momento in cui prendi una matita e inizi a tracciare linee dentro i margini di un disegno, compi un movimento che viene percepito come una forma di contenimento che può dare un senso di controllo e di padronanza sulla propria vita. Attenzione a non confondere tutto ciò con una terapia: queste tecniche possono soltanto infondere nel soggetto che le pratica dei risultati terapeutici, quali sensazioni di rilassamento e di controllo delle emozioni.

Gli esperti ci dicono che l’azione del colorare fa attivare zone diverse dei nostri due emisferi celebrali: la logica quando riempiamo le forme, la creatività nel momento in cui scegliamo e combiniamo i colori tra di loro. Si mettono così in moto le aree legate alla visione e alle abilità motorie raffinate; l’attività dell’amigdala si abbassa grazie al rilassamento che ne deriva e, grazie a questo, noi riusciamo a controllare le emozioni, riducendo eventuali situazioni di stress.

Concludendo, se una sera non sai che fare e sei stanco, stressato, ti ha lasciato la fidanzata e hai preso un 18 che proprio non ti va giù, non disperare e affidati alle matite colorate. Non perderai tempo e non continuerai nemmeno a pensare alla tua vita, a come risolvere gli eventuali problemi che ti affliggono, ti staccherai qualche minuto dal mondo confusionario che ti circonda (coinquilini che fanno scoppiare il microonde, vicini di casa che litigano sbraitando, madri che chiamano in continuo pensando che non rispondi perché sei morto e così via). Buona serata amici di pastello!

Valentina Fraire

Studentessa al primo anno di Scienze e tecniche psicologiche presso l'Università degli Studi di Pavia

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