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CARA JUVE, A POGBA NON SERVE ASPETTARE IL TAV PER DIRE ADIEU

E poi dicono che il Job Act non funziona: «Non porterà soldi in Italia», «Non attrarrà investitori stranieri» etc.
Lo sceicco Al-Khelaifi pare pronto ad immettere parecchi liquidi nel nostro paese, direzione Piemonte, Torino.

Giovedì. Ore 14:24. Notifica.
Goal.com Uk annuncia: ufficiale, accordo trovato tra Psg e Juventus per Pogba. 80 milioni per il ventiduenne parigino, in arrivo nella sua città natale.
Ma mentre Paul aspetta altri interlocutori, altre offerte dai top club europei (o, chissà, forse anche solo dalla Juve: molto improbabile, ma chi può dirlo?), forte anche della collaborazione con Mino Raiola – procuratore squalo del mercato -, per la Juve arriva il momento di tirare le somme.

«Perché il tempo ci sfugge, ma il segno del tempo rimane». Vale sia per la pesca delle rane cantata dai Baustelle, sia per il post-serie B dei bianconeri.
I tempi cambiano, ma qualcosa rimane sempre invariata. Nel 2001 la Juve cedette un fenomeno francese per assicurarsi altri tre giocatori, future colonne portanti e bandiere dei bianconeri: Zidan andò a Madrid e a Torino arrivarono Buffon, Thuram e Nedved.
Paragonare le situazioni sarebbe del tutto forviante. Ad esempio, basta pensare che Zidane era un giocatore affermato (non che Pogba non lo sia, ma ha ancora molto da dimostrare), al top della propria parabola (Paul, sembra incredibile a dirlo, ma può ancora migliorare) a quasi trent’anni, non ventidue come il “Polpo”; inoltre, vale la pena considerare che, a quell’epoca, il valore medio di mercato dei cosiddetti top-player era ben inferiore rispetto ad oggi.

 

Zidanezidane

Tuttavia la Juventus è chiamata a prendere delle decisioni. Per buona parte dell’ossatura dei bianconeri (e della nazionale) siamo alle ultime danze: ancora ci meravigliamo di quanta benzina abbiano in corpo Buffon e Pirlo – ad esempio-, ma quanto manca davvero ai saluti?
Inoltre la Juve dovrà presto ovviare alla mancanza del proprio punto di riferimento in attacco: Carlos Tevez ha, da tempo, annunciato la volontà di non rinnovare il contratto una volta che questo sarà scaduto. Scegliere un giocatore che possa trainare la Vecchia Signora – come l’argentino ha fatto, ad esempio, in questa stagione: Carlitos in campionato è sia primo goleador che primo assist-man della squadra – sarà impresa difficile. Inoltre, considerando l’insidia della clausola di ri-acquisto del Real, spada di Damocle che pende sul futuro a lungo-termine in bianconero di Morata, serve assolutamente un punto fermo in attacco, un uomo su cui costruire l’avvenire di Madama.

La Juve deve inoltre – a mio avviso – ovviare alla palese differenza di qualità della propria difesa rispetto a quella di altre squadre, le top del’Europa. Uno dei dati incontrovertibili delle ultime stagioni europee è che la Juve a centrocampo se la gioca (anzi, l’attuale centrocampo della Juve, quindi comprendente Pogba, merita di essere tra le prime quattro d’Europa), mentre i principali problemi arrivano appunto dal reparto difensivo.

Spendere bene, dunque, non tanto. Per alcuni giocatori, né troppi né pochi, quelli giusti. Considerando un unico dato che pare certo: mai e poi mai arriverà un altro Pogba.

Mai più, alla Juventus, a noi, a me, capiterà di veder giocare un diciottenne con la classe e la sicurezza di un pluri-campione. Ricordo come se fosse ieri la prima volta che lo vidi, quattro anni fa, mentre me ne stavo in poltrona un sabato a guardare lo United, aspettando la maturità, mentre questo mio coetaneo francese se ne stava a centrocampo, a guidare per mano la squadra di Scholes e Giggs.
In nessun caso mi capiterà di andare allo Juventus Stadium in un infrasettimanale di fine ottobre, osservare De Ceglie mentre regala il gol del pareggio al Bologna e sentire al novantesimo lo stadio esplodere attorno a me, il grido era forte: «Pogba! Pogba! Pogba!».

 

Alessandro Del PieroDel Piero

Per la Juve è il bivio decisivo. Un ciclo forse si era già chiuso con l’ultimo saluto contro l’Atalanta di capitan Alex, o forse si chiuderà definitivamente con la cessione di Pogba e l’acquisto di chi andrà a formare la “nuova” Vecchia Signora.
Una cosa è certa: nessun top club europeo aspetta la Juve.
Anzi, quest’ultima deve muoversi per tenere il passo (ed i propri talenti – leggi Vidal e Marchisio).

Nessun grande acquisto, nessuna “cattedrale nel deserto”: nulla deve restare incompiuto. La semifinale di quest’anno e il quarto scudetto consecutivo, paradossalmente, sono un punto di partenza.
Il treno sta per passare, meglio farsi trovare pronti. Nessuno può aspettare in eterno. Basta guardare Pogba: mica sta aspettando il Tav per poter eventualmente tornare in Francia.
Nel caso, adieu Paul, c’est magnifique, Pogba.

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