Pavia

INTERNATIONAL SPRING SCHOOL PAVIA 2015

PAESI BASSI, BELGIO E ITALIA ALLA RICERCA DEL POLITESTO

Ecco quello che può succedere con pochi semplici ingredienti, ma ben mescolati: una città come Pavia stimolante e accogliente per gli studenti di ogni paese; una struttura, il Collegio Nuovo, sempre pronto a promuovere iniziative che permettano la proficua cooperazione internazionale; l’energia e l’iniziativa di una Alumna, Mara Santi, Professore Associato all’Università di Gent, con la disponibilità e la professionalità di diversi colleghi quali Costantino Maeder, Walter Zidarič, Monica Jansen, Matteo Brera, Sarah Bonciarelli; il supporto dell’Università di Pavia e, ad amalgamare il tutto, la passione di studenti e studentesse provenienti dalle Università di Gent, Louvain-La-Neuve, Utrecht e Groningen riuniti per una settimana di studio sulla lingua e la letteratura italiana.
L’argomento della Spring School 2015 è “IN CERCA DEL POLITESTO. Riflessioni teoriche e analisi di casi di studio di raccolte e riscritture tra letteratura, musica, film e paesaggio urbano”.
I pareri di Eva (30 anni) e Sander (19 anni), studenti dell’Università di Gent.

 

1. Da studente belga, che cosa ti ha spinto a scegliere di studiare la letteratura italiana?

EVA: In Belgio il sistema prevede la scelta di 2 lingue: parlo già lo spagnolo e sono interessata a conoscere più lingue romanze. Adesso sto frequentando un “postgrado”, l’anno prossimo specializzerò i miei studi con un master.

SANDER: Se cinque anni fa mi avessero detto che mi sarei orientato verso la letteratura italiana non ci avrei creduto. Devo ammettere che ero già appassionato dell’Italia (e adesso lo sono ancora di più!) quindi per me è stata una scelta logica quella di studiare l’italiano. I miei studi si concentrano su 3 campi: lingua, linguistica e letteratura. Se all’inizio ero spinto dall’intenzione di imparare soprattutto la lingua italiana, adesso il mio corso preferito è quello di letteratura.

2. Che cosa pensi della Spring School a cui hai appena partecipato?

EVA: È stata una bella esperienza! La Spring School mi ha permesso di entrare in contatto con un tema, quello del politesto, che adesso vorrei avere l’opportunità di approfondire: mi sembra di essere entrata in un ambito di cui vorrei sapere di più senza però averne la possibilità, visto che le lezioni sono finite. Penso che probabilmente sarebbe stata ancora più utile se avessi scelto l’argomento di cui abbiamo discusso in questi giorni come oggetto per la mia tesi di laurea.

SANDER: Per me la Spring School è stata una bellissima esperienza: il fatto di scoprire un altro paese e di avere l’opportunità di seguire lezioni di italiano in Italia mi è piaciuto molto! Le lezioni sono state interessanti e ho trovato che sia stata particolarmente indovinata la scelta di porre l’accento sul “politesto”, tema affascinante che ci ha dato la possibilità di approfondire argomenti che non c’è occasione di trattare durante le normali lezioni all’università.

3.Che impressione ti ha fatto la città di Pavia?

SANDER: Al mio arrivo sapevo poco della città di Pavia e ancor meno della vita in collegio. Durante questa settimana però ho avuto modo di scoprire questa bellissima città con la sua storia, i suoi monumenti e l’influenza positiva di tanti ragazzi provenienti da diverse parti d’Italia e non solo.

CNCome è stato vivere in collegio per un settimana?

Vivere in collegio è stato molto piacevole, ho potuto vedere come vivono gli universitari in Italia e allo stesso tempo anche io non mi sono sentito semplicemente un turista, ma un vero studente! Ho trovato massima disponibilità da parte della rettrice e di tutto il personale del collegio, dagli organizzatori del progetto a chi si è occupato di cucina e sistemazione. Tutti sono stati gentili con me, tutti mi salutavano facendomi sentire parte della comunità collegiale, cosa che in Belgio non è così usuale 😉

4. Cosa ti ha lasciato quest’esperienza? La ripeteresti?

EVA: È stata un’esperienza positiva, ma non credo la ripeterei: mi sento troppo “vecchia” tra gli studenti di 19 anni! Il prossimo anno andrò in Erasmus a Torino per approfondire gli studi legati alla mia tesi di laurea.

SANDER: La ripeterei senza dubbio! È stata un’ottima occasione di scambio per parlare con studenti italiani, per conoscere studentesse del collegio… per sperimentare una vita “all’italiana”! Dopo la Spring School non vedo l’ora di ripartire per l’Italia l’anno prossimo in Erasmus.

Il contatto tra persone e culture diverse non è mai unilaterale, è uno scambio reciproco da cui si esce tutti un po’ arricchiti. La Spring School non si può riassumere in un gruppo di studenti venuti in Italia dal Belgio e Paesi Bassi per esercitare l’italiano, ma è stata anche l’opportunità di intrecciare nuovi rapporti, nuove amicizie, di mettersi in gioco.  L’italiano è la mia lingua madre e studio a Pavia al Collegio Nuovo: quanto sia bella la nostra lingua e quanto ha da offrire questo posto a volte lo dimentichiamo o semplicemente lo diamo per scontato. Vedere le cose da un altro punto di vista mi ha permesso di riflettere su aspetti a cui non avevo mai dato peso e nel mezzo di una chiacchierata mi sono trovata a ragionare sulla differenza di significato tra i sostantivi “fine” e “finale” finora usati nei propri contesti linguistici con troppa leggerezza.
La Spring School non mi ha soltanto permesso di seguire le lezioni di professori qualificati entrando in contatto con un tema di ricerca interessante e ancora poco indagato, ma mi ha dato la possibilità di conoscere studenti che condividono con me, ma a qualche kilometro di distanza, la stessa passione per la nostra letteratura e la stessa voglia di cogliere ogni stimolo e ogni iniziativa.
Al di là delle discussioni culinarie sulla bontà indiscussa della pizza, la temperatura per loro del tutto estiva dell’aprile pavese e l’opportunità o meno di dire ad un coetaneo ventenne “te lo mostro” al posto di “te lo faccio vedere”… obiettivo pienamente raggiunto!

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