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#IJF14 – Il razzismo va affrontato con un tocco di eleganza

A Migrazione, integrazione, diversità nei media, panel del 1 maggio al Festival Internazionale del Giornalismo 2014, è intervenuta la deputata Cécile Kyenge sulle tematiche di integrazione e razzismo a favore di coloro che, non avendo diritto di essere italiani e men che meno di votare, non possono far sentire la loro voce.

HO SOGNATO UNA STRADA: I DIRITTI DI TUTTI Primo libro di Cécile Kyenge, Ho sognato una strada vuole raccontare, a partire dalla straordinaria avventura che è la vita della deputata del PD, episodi di vita di migranti per ridar loro sembianze umane, non più di meri numeri invasori.

Sebbene il libro non sia uscito sotto i migliori auspici, al momento della pubblicazione Cécile è uscita dalla squadra del governo Letta decaduto, la deputata resta fiduciosa: «È finito un percorso, un periodo importante ma l’Italia deve continuare a portare avanti la diversità, ne ha bisogno. Siamo diversi ma tutti dobbiamo avere gli stessi diritti e il dovere di far crescere gli stessi figli».

Il libro è infatti dedicato ai giovani di domani con il desiderio di motivarli e rafforzarli in ogni ambito. «Rimpiango che oggi manchi una parte del progetto che non deve subire un arresto: la possibilità di vedere tutte le persone rappresentate nella società, le minoranze all’interno dell’istituzione. Perché è quella l’Italia del domani. La diversità non è un pericolo, bisogna lavorare per un percorso di diversità come ricchezza».

KYENGE, MINISTRO DELL’INTEGRAZIONE –  La deputata ci tiene a sottolineare inoltre che è con lei che è nato, e sfortunatamente decaduto, il Ministero dell’Integrazione: un ministero che si ha tentato di farsi portavoce di coloro che vedono nell’Italia l’ancora di salvezza e la terra dei propri figli. «Continuo a credere che l’Italia necessiti di un progetto di integrazione” dice “rimpiango solo di non essere riuscita a far capire agli italiani della necessità dell’avvio di questo programma».

«Serve un salto culturale. C’è tanta strada da fare ed è difficile vedermi come professionista, come ministro. Quando mi guardano, quando mi vedono mi etichettano come la ministra degli stranieri quando io sono di tutti, della Repubblica Italiana. La cosa di cui vado fiera è che sono la Ministra di coloro che non hanno la possibilità di parlare, parlare per chi non ha il potere di esprimersi: persone che vivono nell’invisibilità a cui vanno dedicate attenzioni».

E problemi di comprensione ne ha avuti tanti, soprattutto in relazione con Lega Nord e supporters. Il grande rammarico a tal proposito è rivolto all’assenza di uno schieramento marcato a sua difesa, cosa che invece è avvenuta, mediaticamente e in tempi rapidi, per il calciatore Dani Alves. Del gesto del giocatore la Kyenge loda soprattutto lo smacco dato con ironia: «Sono stata tra i primi che ha commentato questo gesto perché combattere il razzismo bisogna farlo con fantasia, semplicità ed eleganza. In ogni atteggiamento dobbiamo essere eleganti. Quel gesto, quel momento mi sono rivista nel suo atteggiamento. Chi spreca il cibo ignora la ricchezza di quel cibo, è uno schiaffo alla povertà. È importante vedere il razzismo da un altro punto di vista».

UN PROGETTO LASCIATO “IN PROGRESS”

Inchiostro – Come per le tematiche omosessuali non vi è una legge contro l’omofobia, così per quanto riguarda le minoranze etniche, gli extracomunitari, le persone di colore, non vi è una tutela contro il razzismo. Questo governo non sta lasciando cadere questi argomenti?

Cécile Kyenge – È pochi mesi che è salito un nuovo governo e ha ancora molto da fare. Forse c’è un dato da sottolineare: nel mese di febbraio quando è caduto il governo Letta ho lasciato un lavoro quasi ultimato che si concluderà nelle prossime settimane. È un piano triennale contro il razzismo, un piano nazionale che viene considerato un modello in confronto con gli altri paesi: è un percorso però da concludere e applicare.

Sono fiduciosa perché ci abbiamo lavorato nove mesi ponendo un duplice problema: da un lato rafforzare le leggi, la normativa italiana sulle sanzioni per le persone che commettono questo tipo di reato, dall’altro su una campagna di sensibilizzazione, per soggetti sul territorio e in diversi settori. Parlando di razzismo all’epoca abbiamo scelto dei settori dove agire e da cui farci aiutare per combattere la discriminazione: lo sport, la comunicazione, le donne (oggi porto avanti il tema della discriminazione di genere anche in europa), il lavoro, le politiche associative, la scuola.

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