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#IJF14 – “MA, MA… C’È CIVATI IN CORRIDOIO!”

di Elisa Zamboni

Al Festival del Giornalismo non di rado capita di incontrare personalità importanti non solo del panorama giornalistico ma anche culturale e politico. Per nostra incredibile fortuna, oltre ai politici invitati ai panel – Cécile Kyenge, Anna Paola Concia, Laura Boldrini – per i corridoi dell’Hotel Brufani di Perugia ci è stato possibile rivolgere un paio di domande anche a Pippo Civati, deputato del PD, sempre sui temi dei diritti civili.

Inchiostro – A livello di diritti, di pari opportunità e di integrazione, il governo a che punto è? Non sta un po’ cambiando prospettiva, rendendola esclusivamente economica a scapito dell’ambito dei diritti?

Pippo Civati – Sì. Nel senso che con questa maggioranza è difficile che ci sia un’intesa larga sui diritti civili ma come anche su altre cose, come il lavoro. Renzi prima di diventare segretario diceva delle cose tuonanti e invece quando è diventato premier sono passate un po’ in secondo piano.

Il problema è che non mi piace quando si prende una posizione e poi la si cambia quando si assume un altro ruolo. Senza scomodare la coerenza, basterebbe un minimo di linearità.

QUALI ERANO LE POSIZIONI NEL CONGRESSO DEL PD? – Rimettiamo mano ai Documenti del Congresso.

Renzi: «La nostra Italia è uno spazio accogliente per tutti, costruisce sul talenti di ciascuno, consente a ognuno di perseguire il proprio progetto di vita. Costruire una società veramente rispettosa e inclusiva è un’operazione possibile e vantaggiosa per la società intera. C’è uno spazio nel quale la libertà di ogni persona di compiere le proprie scelte, anche le più intime e fondamentali decisioni della vita, può convivere in armonia con la libertà di ciascuno di vivere liberamente le proprie convinzioni. È in quello spazio che è possibile costruire un paese avanzato sul tema dei diritti civili, senza alcuna pausa di cancellare la nostra identità e le nostre radici culturali. L’espansione dei diritti delle persone non può essere un’operazione a somma ero in cui qualcuno vince e qualcuno perde: deve essere al contrario un modo per far crescere l’intero Paese».

Civati: «La laicità è uno dei principi fondanti del nostro Stato, definito “supremo” dalla Corte Costituzionale. Eppure questo principio “semplice” proprio nel campo dei diritti civili sembra essersi smarrito. I diritti fondamentali sono diventati terreno di lotta, di contrapposizione tra visioni diverse che ne allontanano sempre di più la loro applicazione, mentre alle istituzione è richiesta equidistanza rispetto a celte morali o ideologiche».

«Quando si parla di famiglie LGBT bisogna considerare l’amore tra due persone come esperienza fondamentale che risulta una condizione essenziale che ciascun Paese europeo, laico e democratico, deve garantire ai propri cittadini lottando contro ogni forma di discriminazione»

Cuperlo: «La nostra profezia è la promozione di ognuno, nel mondo e nelle nostre città”. “Deve esse un programma la cui bussola siano laicità e dialogo. Sì a una legge organizza contro il feminicidio, sì a una legge saggia sul fine vita, sì a una legge che stenda alle coppie gay pari dignità e pari dovere, riconoscendone la dignità sociale e tutelando i diritti dei loro bambini, sì al miglioramento della legge contro l’omofobia, sì alla piena applicazione della 194, sì a un nuovo testo per la fecondazione assistita, sì alla cittadinanza, sì all’estensione delle tutele per le donne in maternità. Sì alla battaglia contro ogni discriminazione. Questo non è un elenco di voci ma un modo di pensare e governare la società».

Guarda il video del confronto tra Civati, Renzi e Cuperlo sui diritti

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