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La mozione di Cota: ipocrisie politiche e problemi della scuola italiana

di Andrea Giambartolomei

La mozione presentata dall’onorevole Roberto Cota sull’istituzione di “test e specifiche prove di valutazione” per l’accesso degli studenti stranieri nelle scuole, e di classi ponte “che consentano agli studenti stranieri che non superano le prove e i test sopra menzionati di frequentare corsi di apprendimento della lingua italiana”, propedeutiche all’ingresso nelle classi permanenti, ha suscitato molte, moltissime polemiche.

Polemiche che sono anche motivate, considerando i dubbi sollevati da un parlamentare della Lega Nord che ora si pone a tutela degli studenti stranieri: Cota dichiara «la mia proposta serve a prevenire il razzismo e punta a realizzare una vera integrazione». Forse parla di quel razzismo che a Varese (terra di Bossi, Maroni e altri leghisti) porta alcuni studenti italiani a colorare di bianco delle sagome di alunni neri, o a spaccare il naso una studentessa marocchina su un autobus perché non lascia il posto alle italiane.

Ma la proposta di Cota non andrebbe criticata e rigettata a priori, perché ha un merito: quello di destare attenzione su quello che è un problema reale da affrontare ora.

Parlando con dei professori delle scuole medie o a delle maestre delle elementari che lavorano in periferia o in provincia, così come in certi quartieri centrali delle città, ci si rende conto che esistono delle difficoltà nell’insegnamento quotidiano in classi con studenti stranieri.

Trovarsi in classe più studenti che ancora non parlano italiano pone delle difficoltà ai docenti, che devono far capire gli insegnamenti; e agli altri studenti, il cui apprendimento è rallentato. Cosa è successo in questi anni: in diverse scuole in cui la presenza di stranieri è alta, i genitori di studenti italiani hanno iscritto i propri figli ad altre scuole, magari quelle più centrali o a istituti privati, lasciando gli stranieri da soli.
A questo punto cosa si ottiene? Si ottiene una classe ghetto.

Magari ora non ci si pone più problema di rallentamento della didattica, ma un problema linguistico: come insegnare ad alunni arabi, slavi, africani, sudamericani etc che parlano poco la lingua italiana?

Le difficoltà restano e si riproducono, mentre gli studenti stranieri rimangono isolati, non integrati, magari uniti solo per la comunità originaria.

Finora gli insegnanti hanno avuto pochi mezzi a disposizione per migliorare l’integrazione e la partecipazione degli studenti stranieri. E se entro l’anno scolastico non si riusciva a porre un rimedio, la soluzione finale era la bocciatura dello studente straniero, costretto a un’umiliazione di più, a una chiusura interiore o a un senso di rigetto.
C’è quindi il bisogno di intervenire. Magari le “classi ponte”, se sono davvero un ponte temporaneo che conduca l’alunno alla comprensione delle lezioni e a migliori relazioni con i compagni di classe. Magari, per evitare anche questo isolamento momentaneo che faccia sentire l’alunno diverso, istituendo corsi supplementari intensivi (che siano davvero efficaci) di lingua italiana per gli studenti stranieri, senza distaccarli dai coetanei.

Certo è che, con i tagli alle finanze della scuola e al personale docente, l’organizzazione di qualsiasi sistema atto a integrare gli studenti stranieri si rende più difficile.

E per quanto riguarda “educazione alla legalità e alla cittadinanza” a cui accenna la mozione, spero che l’insegnamento sia esteso anche a quegli studenti e quelle studentesse di Varese.

4 pensieri riguardo “La mozione di Cota: ipocrisie politiche e problemi della scuola italiana

  • AlbertoS

    Cota e i leghisti avranno ben altro a cui pensare dopo che il loro ministro Maroni ha fallito! Il Ministro degli Interni, che tanto hanno voluto per “dare una lezione” agli immigrati non e` riuscito a varare un piano efficace contro gli stranieri che delinquono nel nostro Paese. E se la prende con gli ultras! Intendiamoci, anche questi ultimi meritano, se commettono reati, di essere perseguiti, ma cosa c’entrano con gli stranieri? No, in realta` e` che le politiche sull’immigrazione, come molte altre cose, non sono regolate in modo chiaro, ma abbandonate a loro stesse. Come la scuola, appunto! Ora iniziano i guai seri per Berlusconi, i leghisti cercheranno di smarcarsi dopo questa batosta!

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  • ilmoralizzatore

    Mi fate schifo, perché a questo punto non lo dite apertamente: “Inchiostro é un fottuto giornale fatto da sinistroidi allo sbaraglio”.
    Non c’é nemmeno un articolo dove lodate la destra/centro-destra… e non dite che siete bipartisan… cough cough…
    I leghisti non si smarcano di nulla… anzi i leghisti al nord continuano ad aumentare…. si é vero si tromba come dei conigli qui… e menomale… almeno ci saranno meno pelli mezze nere mezze bianche in giro… e che cazzo… l’Africa e lo Romania non sono in Italia! E diamine!

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  • Alberto

    Intanto questo non è il giornale Inchiostro ma è un blog. Quindi queste che leggi sono solamente opinioni. Puoi essere d’accordo o meno ma questo non ti autorizza ad usare toni di questo tipo.

    Sulla tua critica: dove sta scritto che per essere bipartisan si deve “lodare” la destra o il centro-destra? Abbiamo per caso “lodato” la sinistra o il centro-sinistra? Ammesso che per “lodare” tu intendi quello che intendiamo noi…Qui semplicemente si critica l’idea delle classi separate e il commento è di un lettore che ha espresso la sua idea.

    Sull’ultima parte non meriti nemmeno un commento: i tuoi contenuti pseudo razzisti sono davvero infimi. Tant’è vero che nemmeno ti firmi…bel moralizzatore!

    Un lettore

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  • Innanzitutto, Inchiostro non è schierato politicamente.
    Ciò non significa che il giornale e la sua redazione si schierino a priori su dei principi civili: no alle discriminazioni, no alla violenza.

    Sulla base di questi principi va letto il post di cui sono l’autore: io, e credo che anche molti redattori del giornale, mi oppongo a una pratica discriminatoria e soprattutto contro una politica che ha generato paura e violenza.

    Chiudo qui il mio intervento, non giudico i tuoi propositi xenofobi e anacronistici. La Storia e la società vanno in una direzione diversa, opposta alla tua, e tu ti ci scontrerai.

    A.

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